INTERVISTA - Alla scoperta del Morevilla attraverso le parole del tecnico Fabio Tessarin, che sta guidando il gruppo in un bel campionato con l'obbiettivo Finals più vivo che mai. "Tanta passione da una parte e dall'altra, i ragazzi di oggi hanno voglia e sono molto ricettivi, bisogna solo dimostrare di sapere ciò di cui si parla ed essere coerenti con le regole che si stabiliscono. Così mantieni con loro il giusto rapporto di fiducia".
Dopo la bellissima stagione passata con le fasi finali mancate di un nulla, il Morevilla ha affidato per questa stagione la panchina del forte gruppo 2010 a Fabio Tessarin. Venaria, Polisportiva Bruinese, Carmagnola le ultime società seguite dal tecnico di Rivoli, prima di questa nuova avventura.
Mister sei piuttosto lontano da casa, come stai vivendo questa esperienza?
"In questi ultimi anni ho cercato di mantenere certi standard e con la programmazione e il duro lavoro sto cercando di migliorarmi sempre di più. Ho accettato questo incarico da parte di una società seria, un luogo dove c'è tutto quello che serve per fare calcio e posso dire che grazie all'ambiente e ai ragazzi non è assolutamente un peso fare questa trasferta. Qui sto avendo la possibilità di lavorare in maniera serena e con tutto il supporto del club, con un gruppo molto affiatato consolidato da tanti anni insieme. Stiamo provando ad alzare l'asticella per raggiungere un grande obiettivo".
Com'è stato inserirti in questo contesto, per te e per i ragazzi?
"La società ha cercato di puntellare la rosa con innesti mirati come De Bona e Giannone, per il resto la spina dorsale della squadra è la stessa dello scorso anno. Io ho portato le mie idee di gioco e in collaborazione con il preparatore abbiamo puntato da subito su allenamenti intensi, transizioni, lavoro con la palla. Utilizzo il 4-3-1-2 per cercare di proporre buon calcio, attaccando la profondità e sfruttando l'ampiezza del campo. Cose relativamente semplici, ma ovviamente inizialmente i ragazzi si sono dovuti adattare ai nuovi concetti. In breve però hanno fatto loro i meccanismi e non ne sono stupito, perché è davvero un gruppo di giocatori intelligenti che da subito si è messo a disposizione con serietà e voglia. Spesso quando si parla di ragazzi così giovani si tende a sottovalutarli, ma questa generazione su tante cose è avanti, si accorge subito se sei preparato e se inizia a seguirti, devi dargli delle regole che poi tu devi essere il primo a rispettare. Come allenatore cerco di essere un punto di riferimento e quando entri in sinergia con loro poi si vedono i risultati e ne guadagni tanto tu stesso, visto che la passione da ambo le parti è reciproca. E devo dire che la loro applicazione mi mette spesso in difficoltà, perché su una ventina di giocatori è difficile scegliere, sono tutti bravi e sta a me riuscire a gestirli nel migliore dei modi. Per quanto mostrato fino ad ora sono convinto che a livello di collettivo non abbiamo nulla da invidiare a nessuno".
Il girone è bello tosto, con tanti avversari racchiusi in pochi punti, in quali partite secondo te si è visto il meglio di voi?
"Tolto il Vinovo, che ha una marcia in più di tutti, credo che per il resto tutte le squadre si equivalgano più o meno. La migliore che ho visto, per livello di gioco espresso, a mio avviso è il Fossano, con cui per altro abbiamo disputato una delle nostre migliori gare. Contro un avversario così forte abbiamo davvero fatto vedere grandi cose, finendo per imporci. Poi c'è stata la partita con il Cuneo Olmo, lì siamo stati davvero devastanti. E' davvero un raggruppamento durissimo, se pensiamo che anche una ottima squadra come il Pedona è così attardata. Da parte nostra abbiamo come tallone d'Achille il Pinerolo, per una questione mentale, è la nostra bestia nera. Per migliorare ancora e fare il salto di qualità bisogna riuscire a venire a capo anche di avversari con cui si fatica psicologicamente, ma come detto tutti stanno lavorando duramente per crescere ed imparare".
A proposito di lavoro duro, uno degli aspetti per cui brillate è la duttilità o sbaglio?
"La disponibilità che tutti hanno mostrato sin da subito si riflette anche nei diversi cambi di ruolo che molti elementi hanno seguito. Per essere efficienti con il modulo che avevo in mente avevamo bisogno che diversi ragazzi provassero ad adattarsi in altri contesti e in alcuni casi ci sono stati proprio grossi stravolgimenti. Ad esempio Bessone, che è un portiere davvero ottimo, ma abbiamo subito notato che aveva le caratteristiche adatte a giocare in attacco. Bravissimo con la palla tra i piedi, forte, veloce e capace di strappi poderosi, si è messo a disposizione e ha trovato due volte la via del gol. Oppure Beitone, anche lui passato dalla difesa all'attacco dove può sfruttare al meglio la sua fisicità. Mentre Fenoglio dal centrocampo si è adattato a giocare come difensore. Cavallo abituato a giocare nel 4-3-3 si è adattato subito con il nuovo modulo, Verra dietro è una sicurezza e sulle fasce abbiamo esterni di spessore come De Bona e Ramello, c'è Rizzuti, Palermiti e i gemelli Casetta, senza contare un portiere come Milana. Tutti meritano un encomio per come si sono applicati e per come hanno recepito le nostre direttive. E' importante imparino tanto a questo punto, l'Under 15 è un'annata fondamentale nel loro percorso di crescita".
Durante le vacanze vi siete anche tolti una bella soddisfazione vincendo il torneo organizzato dal Beppe Viola.
"Ci tenevo a disputare quella manifestazione, perché è vero che siamo in un raggruppamento molto competitivo, ma confrontarsi con realtà importanti del torinese poteva darci una marcia in più in vista della ripresa. Vincere poi è stata una bella iniezione di fiducia che ha alzato il morale e aiutato ad avere ancor più consapevolezza nei nostri mezzi. Ora la testa è al campionato, che è iniziato subito in maniera complicata con le sfide a Pedona e Pinerolo, ma la strada è ancora lunga e noi siamo lì".
Per chiudere, c'è qualcuno che ricordi con affetto nel tuo percorso per diventare allenatore?
"Ho incontrato tante persone valide nel corso degli anni. L'ex presidente del Venaria Domenico Mallardo mi ha trasmesso l'attenzione alla comunicazione con i ragazzi utilizzando il metodo del bastone e della carota. A livello sportivo invece è stato fondamentale Daniele Sottil, un preparatore atletico dalle capacità impressionanti, a lui devo tantissimo, un vero top player. Infine a Bruino è stata fondamentale la presenza di Lorenzo Verduci, un vero uomo di calcio. Grazie a lui e a tutto il suo staff ho imparato tanto".