Giovedì, 19 Settembre 2024

INTERVISTA - Una vita in bianconero, da quattro anni responsabile dell’attività di base del Bologna, Ramello si racconta all’indomani dello Scudetto Under 17 vinto dai rossoblù: “Molti dei ragazzi e anche l’allenatore sono partiti dai Pulcini. Cerchiamo di costruire giocatori pensanti, adatti alla velocità e all’intensità del calcio moderno. Il Piemonte? La Juve di Gigi Milani rimane un’eccellenza, Buonagrazia grande professionista”


C’è un po’ di Piemonte nello Scudetto Under 17 vinto ieri dal Bologna, con una rimonta pazzesca ai danni dell’Inter. Il responsabile tecnico dell’attività di base rossoblù è, ormai da quattro stagioni, Alessandro Ramello, che ha vestito il bianconero per più di vent’anni come allenatore e dirigente: responsabile delle Juventus Academy dal 1998 al 2004, per tre stagioni responsabile tecnico del progetto Juventus Soccer School, poi ancora responsabile organizzativo di J Stas e Sisport e, nel contempo, istruttore della Juventus per più di 10 anni, dai Primi Calci fino all’Under 13.

Alessandro, ti sei ripreso dai festeggiamenti?
“Beh, sono tornato a casa alle 4 e mezza… Ma ero lì come tifoso, il responsabile del Settore giovanile è Daniele Corazza, io mi occupo delle categorie fino all’Under 14”. 

I ragazzi del 2005 sono passati anche dalle tue mani, no?
“Sì, molti dei ragazzi campioni d’Italia sono partiti dall’attività di base, questo è motivo di grande soddisfazione per la società".

Non sarà un caso, immagino, ma il frutto di un lavoro di lungo periodo.
“Sì, sono precise scelte societarie. Il Bologna crede molto nella crescita dei ragazzi del territorio e nel valore del gruppo, basti pensare che otto titolari della finale Scudetto sono emiliani e romagnoli. Il lavoro di scouting regionale gestito da Antonio Piazza sta dando ottimi risultati, puntiamo molto sulla ricerca del talento locale ed Antonio Piazza è il numero 1 in Italia per me”.

Da quanto mancava lo Scudetto a Bologna?
“Non vincevamo da 21 anni, pensa che l’ultimo scudetto Under 17 l’aveva vinto un certo Stefano Pioli. E l’ultimo Under 15, saranno trent’anni fa, in panchina c’era Ballardini. Però 4 anni fa abbiamo vinto uno Scudetto di calcio a 5 under 15. 

Puntate molto sul futsal?
"Siamo stati i primi in Italia a sviluppare il futsal come attività parallela e formativa per il calcio a 11, un progetto nato prima del mio arrivo, a cui credo molto anche io e che stiamo portando avanti con determinazione. Anche quest’anno, oltre a far migliorare tutti i nostri giocatori dell’attività di base, abbiamo raggiunto buoni risultati agonistici siamo in semifinale nazionale sempre con l’Under 15 ed abbiamo vinto il Torneo nazionale Under 13 Futsal Pro”. 

Funziona? Nel senso, c’è poi un passaggio dal futsal al calcio a 11?
“Ci sono ragazzi che ieri hanno vinto lo Scudetto che proprio tre anni fa erano presenti nella finale nazionale Under 15 di calcio a 5. Questo può essere un caso, ma noi crediamo che ci siano aspetti del futsal propedeutici e formativi per calcio a 11. In molte altre Nazioni è una cosa normale praticare entrambe le attività, e anche qui in Italia alcune società hanno iniziato a seguirci, anche la Juventus”.

Da quanto racconti, lo Scudetto è frutto di una programmazione precisa e lungimirante.
“Negli ultimi 5/6 anni il Bologna ha iniziato a investire tanto nel Settore giovanile, non solo a livello economico ma anche nella capacità di gestione. Qui crescono tanti giocatori interessanti, ma crescono anche gli allenatori, molti sono passati dall’attività di base alle squadre giovanili. Anche Denis Biavati, che ieri ha vinto lo Scudetto Under 17, ha allenato Pulcini ed Esordienti. È una dinamica difficilissima da trovare in altre società professionistiche, eppure per tutti noi è molto bello e stimolante. Il merito è senza ombra di dubbio del direttore Daniele Corazza”.

Le altre squadre sono altrettanto competitive?
“L’Under 18 ha perso finale Scudetto con la Spal, l’Under 15 è uscita in semifinale con la Fiorentina. Anche sotto, nell’attività di base, abbiamo squadre composte da giocatori di grande prospettiva. Sì, ormai a Bologna il livello è davvero molto alto”.

Qualche nome di futuro campione?
“No, farei torto a qualcuno, perché sono davvero tanti i profili che lasciano intravedere un grande futuro. Basta guardare il numero dei nostri giocatori convocati in Nazionali in tutte le categorie”.

Passiamo al personale, Alessandro. Come ti trovi a Bologna?
“Benissimo, è un ambiente dove si lavora in serenità, c’è grande sinergia con i colleghi dell’attività di base. Si lavora duro, si cerca di dare sempre il massimo, siamo sempre sul campo per far crescere i ragazzi, ma si lavora bene e si raccolgono i frutti, questo è l’importante”.

Quale l’impostazione, quale la filosofia di fondo del tuo lavoro di responsabile dell’attività di base, se di può riassumere in poche parole?
“Una filosofia cognitiva. Vogliamo costruire giocatori pensanti, che sappiano risolvere le situazioni, che facciano scelte di gioco attive, globali. I nostri ragazzi hanno doti tecniche e mentali che devono essere sviluppate costantemente, devono essere allenate per adattarsi a un calcio sempre più dinamico e veloce, con sempre meno tempo per pensare. Tutta la nostra programmazione è finalizzata a preparare i ragazzi in questo senso”.

Come lo vedi, da fuori, il calcio professionistico piemontese?
“Seguendo l’attività di base, posso esprimermi solo su queste categorie, sulle squadre che incontriamo costantemente. Abbiamo fatto tanti confronti con la Juventus, devo dire che l’attività di base seguita da Gigi Milani rimane un’eccellenza a livello nazionale, abbiamo sempre incontrato squadre con tanti talenti che possono diventare giocatori veri. Ultimamente hanno esordito in serie A tanti ragazzi cresciuti nella Juve fin da piccoli, di questo va dato merito a Gigi e al suo staff. Il Torino lo conosco poco, anche con l’Alessandria non ci sono stati tanti confronti. Ma, se posso spendere una parola per Corrado Buonagrazia, lui è sinonimo di professionalità e capacità, una grande persona e un grande professionista”. 

Allargo la mia domanda. Quante società professionistiche ci sono in Emilia-Romagna? In Piemonte c’è il deserto dei Tartari…
“Qui ce ne sono più di 10, la Fiorentina e l’Empoli sono a un’ora di distanza ed anche le venete. Ci confrontiamo costantemente in modo formativo, anche nei campionati dell’attività di base ci sono tante partite di alto livello che fanno crescere i ragazzi. In effetti in Piemonte non è così, serve un ulteriore sforzo organizzativo per proporre test match e tornei formativi”.

Il Bologna partecipa spesso ai tornei in Piemonte.
“Quando i vecchi amici ci invitano, accetto sempre volentieri, è l’occasione per incontrare persone che non vedo da tempo. Gli anni passano, le amicizie restano, quelle vere”.

Insomma, per concludere: 4 anni fa hai fatto la scelta giusta.
“Sì, sono molto contento. Mi trovavo benissimo anche alla Juve, sia chiaro, ma qui ho la possibilità di lavorare in un bell’ambiente, mi trovo bene”.

Anche a livello personale?
“A Bologna si vive molto bene”.

Non hai un po’ di nostalgia? Non tornerai dalle nostre parti, prima o poi?
“Qui mi trovo bene, ripeto, e spero di proseguire il percorso intrapreso. Ma mai dire mai”.

INTERVISTA - Una vita in bianconero, da quattro anni responsabile dell’attività di base del Bologna, Ramello si racconta all’indomani dello Scudetto Under 17 vinto dai rossoblù: “Molti dei ragazzi e anche l’allenatore sono partiti dai Pulcini. Cerchiamo di costruire giocatori pensanti, adatti alla velocità e all’intensità del calcio moderno. Il Piemonte? La Juve di Gigi Milani rimane un’eccellenza, Buonagrazia grande professionista”


C’è un po’ di Piemonte nello Scudetto Under 17 vinto ieri dal Bologna, con una rimonta pazzesca ai danni dell’Inter. Il responsabile tecnico dell’attività di base rossoblù è, ormai da quattro stagioni, Alessandro Ramello, che ha vestito il bianconero per più di vent’anni come allenatore e dirigente: responsabile delle Juventus Academy dal 1998 al 2004, per tre stagioni responsabile tecnico del progetto Juventus Soccer School, poi ancora responsabile organizzativo di J Stas e Sisport e, nel contempo, istruttore della Juventus per più di 10 anni, dai Primi Calci fino all’Under 13.

Alessandro, ti sei ripreso dai festeggiamenti?
“Beh, sono tornato a casa alle 4 e mezza… Ma ero lì come tifoso, il responsabile del Settore giovanile è Daniele Corazza, io mi occupo delle categorie fino all’Under 14”. 

I ragazzi del 2005 sono passati anche dalle tue mani, no?
“Sì, molti dei ragazzi campioni d’Italia sono partiti dall’attività di base, questo è motivo di grande soddisfazione per la società".

Non sarà un caso, immagino, ma il frutto di un lavoro di lungo periodo.
“Sì, sono precise scelte societarie. Il Bologna crede molto nella crescita dei ragazzi del territorio e nel valore del gruppo, basti pensare che otto titolari della finale Scudetto sono emiliani e romagnoli. Il lavoro di scouting regionale gestito da Antonio Piazza sta dando ottimi risultati, puntiamo molto sulla ricerca del talento locale ed Antonio Piazza è il numero 1 in Italia per me”.

Da quanto mancava lo Scudetto a Bologna?
“Non vincevamo da 21 anni, pensa che l’ultimo scudetto Under 17 l’aveva vinto un certo Stefano Pioli. E l’ultimo Under 15, saranno trent’anni fa, in panchina c’era Ballardini. Però 4 anni fa abbiamo vinto uno Scudetto di calcio a 5 under 15. 

Puntate molto sul futsal?
"Siamo stati i primi in Italia a sviluppare il futsal come attività parallela e formativa per il calcio a 11, un progetto nato prima del mio arrivo, a cui credo molto anche io e che stiamo portando avanti con determinazione. Anche quest’anno, oltre a far migliorare tutti i nostri giocatori dell’attività di base, abbiamo raggiunto buoni risultati agonistici siamo in semifinale nazionale sempre con l’Under 15 ed abbiamo vinto il Torneo nazionale Under 13 Futsal Pro”. 

Funziona? Nel senso, c’è poi un passaggio dal futsal al calcio a 11?
“Ci sono ragazzi che ieri hanno vinto lo Scudetto che proprio tre anni fa erano presenti nella finale nazionale Under 15 di calcio a 5. Questo può essere un caso, ma noi crediamo che ci siano aspetti del futsal propedeutici e formativi per calcio a 11. In molte altre Nazioni è una cosa normale praticare entrambe le attività, e anche qui in Italia alcune società hanno iniziato a seguirci, anche la Juventus”.

Da quanto racconti, lo Scudetto è frutto di una programmazione precisa e lungimirante.
“Negli ultimi 5/6 anni il Bologna ha iniziato a investire tanto nel Settore giovanile, non solo a livello economico ma anche nella capacità di gestione. Qui crescono tanti giocatori interessanti, ma crescono anche gli allenatori, molti sono passati dall’attività di base alle squadre giovanili. Anche Denis Biavati, che ieri ha vinto lo Scudetto Under 17, ha allenato Pulcini ed Esordienti. È una dinamica difficilissima da trovare in altre società professionistiche, eppure per tutti noi è molto bello e stimolante. Il merito è senza ombra di dubbio del direttore Daniele Corazza”.

Le altre squadre sono altrettanto competitive?
“L’Under 18 ha perso finale Scudetto con la Spal, l’Under 15 è uscita in semifinale con la Fiorentina. Anche sotto, nell’attività di base, abbiamo squadre composte da giocatori di grande prospettiva. Sì, ormai a Bologna il livello è davvero molto alto”.

Qualche nome di futuro campione?
“No, farei torto a qualcuno, perché sono davvero tanti i profili che lasciano intravedere un grande futuro. Basta guardare il numero dei nostri giocatori convocati in Nazionali in tutte le categorie”.

Passiamo al personale, Alessandro. Come ti trovi a Bologna?
“Benissimo, è un ambiente dove si lavora in serenità, c’è grande sinergia con i colleghi dell’attività di base. Si lavora duro, si cerca di dare sempre il massimo, siamo sempre sul campo per far crescere i ragazzi, ma si lavora bene e si raccolgono i frutti, questo è l’importante”.

Quale l’impostazione, quale la filosofia di fondo del tuo lavoro di responsabile dell’attività di base, se di può riassumere in poche parole?
“Una filosofia cognitiva. Vogliamo costruire giocatori pensanti, che sappiano risolvere le situazioni, che facciano scelte di gioco attive, globali. I nostri ragazzi hanno doti tecniche e mentali che devono essere sviluppate costantemente, devono essere allenate per adattarsi a un calcio sempre più dinamico e veloce, con sempre meno tempo per pensare. Tutta la nostra programmazione è finalizzata a preparare i ragazzi in questo senso”.

Come lo vedi, da fuori, il calcio professionistico piemontese?
“Seguendo l’attività di base, posso esprimermi solo su queste categorie, sulle squadre che incontriamo costantemente. Abbiamo fatto tanti confronti con la Juventus, devo dire che l’attività di base seguita da Gigi Milani rimane un’eccellenza a livello nazionale, abbiamo sempre incontrato squadre con tanti talenti che possono diventare giocatori veri. Ultimamente hanno esordito in serie A tanti ragazzi cresciuti nella Juve fin da piccoli, di questo va dato merito a Gigi e al suo staff. Il Torino lo conosco poco, anche con l’Alessandria non ci sono stati tanti confronti. Ma, se posso spendere una parola per Corrado Buonagrazia, lui è sinonimo di professionalità e capacità, una grande persona e un grande professionista”. 

Allargo la mia domanda. Quante società professionistiche ci sono in Emilia-Romagna? In Piemonte c’è il deserto dei Tartari…
“Qui ce ne sono più di 10, la Fiorentina e l’Empoli sono a un’ora di distanza ed anche le venete. Ci confrontiamo costantemente in modo formativo, anche nei campionati dell’attività di base ci sono tante partite di alto livello che fanno crescere i ragazzi. In effetti in Piemonte non è così, serve un ulteriore sforzo organizzativo per proporre test match e tornei formativi”.

Il Bologna partecipa spesso ai tornei in Piemonte.
“Quando i vecchi amici ci invitano, accetto sempre volentieri, è l’occasione per incontrare persone che non vedo da tempo. Gli anni passano, le amicizie restano, quelle vere”.

Insomma, per concludere: 4 anni fa hai fatto la scelta giusta.
“Sì, sono molto contento. Mi trovavo benissimo anche alla Juve, sia chiaro, ma qui ho la possibilità di lavorare in un bell’ambiente, mi trovo bene”.

Anche a livello personale?
“A Bologna si vive molto bene”.

Non hai un po’ di nostalgia? Non tornerai dalle nostre parti, prima o poi?
“Qui mi trovo bene, ripeto, e spero di proseguire il percorso intrapreso. Ma mai dire mai”.

PANCHINE - Vincenzo Minniti ricomincia dall’Under 16 con i 2007, ancora da definire la futura guida tecnica dei 2009, Paolo Rossi rimane in Under 19


Manca solo un tassello - ovvero l’allenatore dell’Under 14 - per completare il quadro tecnico della Scuola Calcio Astigiana, abbreviata in SCA Asti. Il presidente Gianluca Castrignanò e il responsabile dell’attività agonistica Corrado Buscemi hanno confermato in blocco lo staff, a partire da Paolo Rossi alla guida della Juniores. Gianluca Assandri completa il biennio Allievi con i 2006, salendo in Under 17 con il suo vice Gianluca Libbia, mentre Vincenzo Minniti (con il braccio destro Alberto Linsalata) ricomincia dall’Under 16, con i 2007.

Anche Daniele Daniele Barbera e il suo vice Daniele Baracco rimangono per il secondo anno con i 2008, portandoli in Under 16, mentre come detto è ancora da definire la futura guida tecnica dei 2009.

PANCHINE - Confermati con il gruppo già allenato quest’anno Luca Contiero in Under 17 con i 2006, Roberto Natale in Under 15 con i 2008 e Stefano Cosentino in Under 14 con i 2009


Vince la linea della continuità al Quincitava, dove lo staff tecnico del Settore giovanile è stato confermato in blocco, solo con qualche cambiamento nelle squadre seguite. È questo il caso di Roberto Mordenti, che lascia i 2007 per prendere l’Under 19 e lavorare in sinergia con la Prima squadra, dove è vice di Marco Vernetti, che oltre ad essere l’allenatore è anche responsabile del Settore giovanile.

Il gruppo 2007, nella categoria Under 16, sarà affidato a Sergio Yon, che aveva proprio la Juniores: di fatto c’è stato uno “scambio” di panchine. Gli altri allenatori salgono di una categoria insieme ai ragazzi già seguiti in questa stagione: Luca Contiero in Under 17 con i 2006, Roberto Natale in Under 15 con i 2008 e Stefano Cosentino in Under 14 con i 2009, che salutano gli Esordienti ed entrano nell’attività agonistica.

CRITERI DI AMMISSIONE - Il Comunicato ufficiale numero 6 della FIGC/SGS detta le regole. L’esclusione è dettata dalla mancanza “più di una categoria giovanile compresa tra Allievi, Giovanissimi, Esordienti, Pulcini” (quindi non ne basta più solo una) e da squalifiche ai dirigenti “di durata complessivamente pari o superiore a 12 mesi”, come nel caso del Borgaro


Regionali sì, regionali no, esclusioni e ripescaggi: in questi giorni in cui impazza il calciomercato, l’argomento “regionali” - giusto o sbagliato che sia - è centrale nelle scelte dei giocatori e delle loro famiglie. È quindi importante conoscere le regole, che sono quelle dettate dai Comunicati ufficiali. In particolare, il CU numero 6 della FIGC/SGS definisce i “criteri di ammissione ai campionati regionali 2022/2023”, sulla cui base i Comitati regionali hanno definito le loro regole di permanenza o promozione nei regionali, ovvero di retrocessione nei provinciali.

Comunicato ufficiale n. 6 FIGC/SGS - Criteri di ammissione ai campionati regionali 2022-2023.pdf

Una premessa importante è che le categorie sono due, Under 17 e Under 15, che comprendono i bienni, infatti quelli Under 16 e Under 14 sono definiti tornei. La preclusione alla partecipazione ai campionati regionali in entrambe le categorie (che, di fatto, ha finora comportato l’esclusione da campionati e tornei) è dovuta a due motivi. 

Primo, la “mancata partecipazione, nella precedente stagione sportiva (2021/2022) a campionati o tornei organizzati dalla FIGC in più di una categoria giovanile compresa tra Allievi, Giovanissimi, Esordienti, Pulcini”. È il discorso della cosiddetta filiera: non è considerata completa, con la conseguente esclusione dai regionali, se manca più di una delle quattro categorie sopra citate. Attenzione, fino alla stagione precedente ne bastava una, ma le regole sono cambiate. Un esempio tra i tanti possibili: il Cumiana Real, che non ha squadre nel biennio Allievi, può giocare nell’Under 14 regionale (conquistata tramite i playoff provinciali) perché ha squadre anche negli Esordienti e nei Pulcini.

Secondo, “provvedimenti di cui all’art. 9 del Codice di Giustizia Sportiva che determinano, per il singolo soggetto, una sanzione tra squalifica ed inibizione di durata complessivamente pari o superiore a 12 mesi, inflitti al presidente o a qualsiasi altri dirigente e collaboratore tesserato per la società”. Questo è, per esempio, il caso del Borgaro (che, sia detto per inciso, non ha fatto ricorso contro i tre anni di squalifica subiti da un suo dirigente). La lettura di questa normativa fin qui applicata ha comportato l’esclusione da tutte e quattro le categorie regionali, vedi la Rivarolese nel 2019. La speranza del Borgaro è che una lettura più “letterale” comporti l’esclusione solo dalle categorie Under 17 e Under 15, e salvi i regionali nei “tornei” Under 16 e Under 14. Si saprà a inizio luglio, con la comunicazione delle squadre ammesse ai regionali.
 

ATTUALITA’ - Andrea Loddo: “Ci vogliono togliere il campo dove siamo da 7 anni per una differenza di 1.500 euro di affitto annuo: non ci stiamo e faremo ricorso al TAR. Il Candiolo è una società sana, vogliamo rimanere a casa nostra”. Gianni Matacchione: “La Polisportiva Garino rimarrà a Garino. A Candiolo abbiamo un progetto serio, aperto a tutte i ragazzi del territorio, che presenteremo dopo l’assegnazione definitiva. Comunque ci sarà una società tutta nuova”. L’amministrazione comunale ha fissato un incontro pubblico per il 30 giugno


CANDIOLO

“A settembre 2022, se non ci saranno novità, dovremo lasciare l’impianto sportivo dove siamo da 7 anni, io e i nostri 300 tesserati. Ma daremo battaglia: venerdì è prevista un’altra manifestazione sotto il Comune, intanto i miei avvocati stanno preparando il ricorso al TAR, per ottenere l’annullamento del bando o almeno una sospensiva”. È una furia Andrea Loddo, presidente del Candiolo, al centro della cronaca di questi giorni dopo il bando comunale che ha assegnato il Candiolo Village (da una parte l’impianto sportivo, dall’altra la struttura commerciale che comprende il bar) alla Polisportiva Garino.

“Il bando - continua - formalmente è corretto, niente da dire. Nei criteri sociali e sportivi, noi e il Garino eravamo alla pari. Il primo problema è che la territorialità, che di solito ha un peso importante, ci ha portato solo 7 punti su 100. Il secondo è il canone di affitto: noi abbiamo proposto 10.500 euro all’anno, quasi il doppio di quanto paghiamo adesso, ovvero 6.000 euro; il Garino ha proposto 12.000. Questi 1.500 euro annui hanno comportato ben 15 punti su 100 di differenza, 5 a noi e 20 a loro: ma che senso ha? Considerando che siamo una società sana e in crescita, non abbiamo debiti e abbiamo sempre pagato tutto, anche in tempo di Covid”. E adesso? “Adesso aspettiamo il ricorso - conclude Loddo - e intanto ci stiamo organizzando. Abbiamo un accordo per iscrivere la Prima squadra e il Settore giovanile a None, alcune squadre della Scuola calcio già si allenavano lì, altre possiamo portarle a Piobesi. Ma faremo di tutto per rimanere a casa nostra”.

GARINO

“Finora non ho espresso la nostra posizione e lo farò ufficialmente solo dopo l’assegnazione definitiva della gestione del Candiolo Village, siamo ancora in una fase preliminare”. Inizia così Gianni Matacchione, presidente della Polisportiva Garino, che però ci tiene a specificare alcuni punti fermi: “In questi giorni sto sentendo tante falsità, per cui voglio chiarire alcuni aspetti. Primo, la società del Garino, tutte le nostre squadre attuali e tutti i nostri 250 tesserati, continueranno a giocare a Garino anche nella prossima stagione, nell’impianto sportivo dove siamo da 7 anni e che abbiamo reso un gioiello con investimenti davvero importanti. Se poi aumenteremo le squadre iscritte nella Scuola calcio, non escludo che qualcuno, a turno, possa anche allenarsi altrove, ma la mia società rimane dov’è. Secondo, non è vero che l’impianto sportivo di Garino sarà gestito dalla Juventus Femminile, anche perché così fosse me ne toglierebbero subito la gestione. Le squadre della Juventus Femminile che già si allenano da noi, continueranno a farlo. Terzo, i ragazzi e le famiglie di Candiolo che vorranno continuare a giocare a Candiolo, potranno farlo, anzi speriamo di poter raccontare quanto prima i nostri progetti e di poterli accogliere in una società nuova, che non sarà né il Garino, né l’attuale Candiolo. L’idea è di costruire una realtà sportiva più ampia dei confini di un singolo comune, ne avevamo anche parlato con la società del Candiolo ma purtroppo non è stato possibile trovare un accordo e dubito che ormai ci siano le condizioni per farlo. A riprova della nostra serietà, oltre quanto fatto in questi anni, c’è un progetto di investimenti nel Candiolo Village che arriva a un milione di euro”.

COMUNE DI CANDIOLO

L’amministrazione comunale di Candiolo si è espressa con una nota ufficiale pubblicata sulla pagina Facebook: “Nella giornata di giovedì 16 giugno si è conclusa la fase di acquisizione ed esame/valutazione dei progetti contenuti nelle domande di partecipazione al bando di gara per l’assegnazione della gestione del Candiolo Village. L’ufficialità vera e propria dell’assegnazione avverrà solamente nei prossimi giorni alla conclusione di tutti i passaggi di verifica previsti per legge.

Nel frattempo in queste ore sui social si sta scatenando una vera e propria campagna denigratoria, offensiva e assolutamente disinformativa circa i criteri utilizzati per l’assegnazione e l’assegnazione stessa. Criteri secondo alcuni basati su truffe, manipolazioni e irregolarità. Per questa ragione oltre ad invitare ad abbassare i toni spesso offensivi e maleducati, abbiamo ritenuto opportuno convocare per il giorno 30 giugno un incontro pubblico alle ore 19 (al termine del Consiglio Comunale che sarà convocato per le 18) in cui verrà approfondito il percorso di preparazione gara, dell’assegnazione della struttura sportiva ricreativa, e il futuro utilizzo che non prevede assolutamente l'esclusione delle realtà candiolesi e locali”.

SOCIETA' - Lavorerà al fianco del responsabile della Scuola calcio Marco Spadafora e del direttore tecnico Vincenzo Manzo, sarà anche vice di Alessandro Bettega in Under 16. Ecco il comunicato stampa di presentazione pubblicato dalla società granata


Giovane, ambizioso, metodico. Ancora un volto nuovo aldilà della Dora. Ancora un profilo competente (Diploma di Allenatore Uefa C), pronto a mettere le proprie capacità e conoscenze al servizio dell’attività di base del Vanchiglia: Alberto Giovanni Novellino. Nato il 30/06/1996, origini lucane e fede calcistica napoletana, tanto da seguire il ritiro della squadra partenopea a Dimaro per ben 6 anni. Si avvicina al calcio per passione e per studi (laureando in Scienze Motorie, indirizzo “Calcio”): oggi è pronto a fare della sua passione un lavoro.

Lavorerà al fianco di Marco Spadafora (punto di riferimento ormai da anni per la nostra società) e sarà l’autentico “braccio pensante” del nuovo direttore tecnico Vincenzo Manzo (con il quale “condivide” anche lo stesso condominio abitativo), il quale è riuscito a plasmarlo a sua immagine e somiglianza nell’ultima stagione in collina al Chieri, dove Novellino seguiva – insieme ad Alessandro Bettega e Stefano Cherubin – gli Esordienti 2° anno Under 13: “Avendo maturato poca esperienza sul campo, nell’ultima stagione ho imparato davvero tanto, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche sotto l’aspetto umano. Un’esperienza formativa che porterò sempre con me“.

Al Vanchiglia, Alberto sarà Responsabile Tecnico della Scuola Calcio, svolgendo il proprio compito fianco a fianco agli istruttori, cercando di sviluppare un progetto che vuole fare della metodologia condivisa e degli obiettivi comuni i propri cavalli di battaglia: “Al Vanchiglia avrò la responsabilità tecnica dell’attività di base, insieme a Marco Spadafora che ho già conosciuto e potuto apprezzare. Un ruolo a supporto degli istruttori e dei ragazzi. Ci tengo a sottolineare che non sarà un ruolo di super visione, preferisco parlare di collaborazione e condivisione di metodo ed obiettivi“.

Per non farsi mancare nulla, farà anche da secondo all’amico e collega Alessandro Bettega nella futura Under 16 granata. Alberto sente già forte la responsabilità di approdare al Vanchiglia: “Sono molto entusiasta e carico, percepisco già l’onore e l’onere di stare al Vanchiglia, società storica e blasonata, ma proiettata nel futuro. Qui ci sono garanzie importanti e la prima fra tutte è Vincenzo Manzo, un perfezionista. Con lui possiamo portare avanti un progetto che possa far crescere il settore Scuola Calcio, ma nel complesso tutto il Vanchiglia dal punto di vista qualitativo e della programmazione“.

PANCHINE - Il responsabile del Settore giovanile Claudio Fallai ha confermato Alessandro Moro in Under 17, Luca Vivacqua in Under 15 e Davide Stangalino in Under 14


C’è un solo volto nuovo nello staff tecnico dello Sparta Novara, Giuseppe Faragò: l’ex allenatore in seconda della Prima squadra del Bulé Bellinzago è stato scelto dal responsabile del Settore giovanile Claudio Fallai per allenare la futura Under 16, ovvero il gruppo del 2007.

Gli altri allenatori sono stati confermati, a partire da Alessandro Moro, che rimane fisso sulla panchina dell’Under 17, prendendo la squadra del 2006. Cambia quindi gruppo Davide Stangalino, che riparte dall’Under 14, accompagnando i ragazzi del 2009 nel difficile passaggio dagli Esordienti all’attività agonistica. Rimane con i 2008 Luca Vivacqua, che completa il biennio in Under 15.

SOCIETA’ - Arriva da Garino il nuovo responsabile organizzativo, mentre il direttore tecnico (che seguiva solo l’attività di base) allargherà la sua sfera di influenza a tutte le annate della Scuola calcio


Novità importante nella Scuola calcio del Nichelino Hesperia, che arriva da una stagione ricca di soddisfazioni (la conferma tra le magnifiche 16 del SuperOscar ne è la conferma), ma non si ferma e rilancia. Il volto nuovo che entra nello staff dirigenziale, orchestrato dal direttore generale Damiano Zurlo, è quello di Carlo Valeriano: l’ex Garino (che a Nichelino era già stato come giocatore) sarà il responsabile organizzativo della Scuola calcio.

Al suo fianco il confermatissimo Fulvio Casella, a Nichelino già dal 2021 come responsabile tecnico dell’attività di base, che nella prossima stagione si occuperà della crescita di tutte le annate della Scuola calcio. Per Casella, al di là di ogni parola, parla il curriculum: 9 anni nel settore giovanile della Juventus e altri due alla Pro Vercelli, ha collaborato anche con il Lugano e con Academy negli USA e a Cipro; osservatore Club Italia per le nazionali giovanili; collaboratore tecnico AIC in occasione dei ritiri per professionisti senza contratto; autore di libri e articoli sulla rivista “Il nuovo calcio”.