INTERVISTA - L’ex portiere, accostato negli ultimi giorni al Carrara, racconta il suo progetto: “Ho parlato con tante persone, qualcosa che bolle in pentola c’è, ma finché non ci sono le firme rimangono solo idee e parole. Vorrei creare un centro polisportivo e innovativo, su più impianti, dove mettere a frutto la mia esperienza”
Stefano Sorrentino, nelle ultime settimane, è come il prezzemolo: avvistato in una società, pronto a rilevarne un’altra, no anzi ha già firmato con la terza. Le ultime “voci” lo danno vicino al Carrara. Ma cosa c’è di vero? Nessuno può rispondere meglio del portiere che ha parato un rigore a Cristiano Ronaldo, in una delle oltre 600 presenze da professionista con le maglie di Torino, Chievo, Palermo, Aek Atene e Recreativo Huelva, prima di una “seconda vita” nel calcio dilettantistico, come attaccante nel Cervo e direttore tecnico nella Torinese, entrambe esperienze durate poche settimane.
Stefano, dicci la verità: stai per rilevare una società dilettantistica torinese?
“Sto vedendo tante situazioni e parlando con tante persone, non nego che mi sto muovendo in questo senso, ma non c’è ancora niente di sicuro e comunque parlerò solo dopo l’eventuale chiusura di un accordo. Le voci le sento anch’io, mi accostano a società che non conosco neanche…”
Con la Cbs hai parlato di sicuro, ci sono anche i comunicati ufficiali.
“Hanno fatto tutto loro, hanno spiegato come sono andate le cose, comunque è un discorso chiuso. Ripeto, io fino alle firme non dirò nulla, è giusto così, poi capisco che ci siano tante voci e che le notizie escano”.
L’ultima voce è che tu sia vicino, anzi vicinissimo al Carrara.
“Ogni settimana ne esce fuori una nuova… Comunque in questo momento no, non sono vicinissimo”.
Allarghiamo il discorso al tuo progetto allora. Cosa cerchi e cosa vorresti fare?
“Vorrei creare un polo innovativo, che mi permetta di mettere a frutto la mia esperienza da professionista nel calcio dilettantistico, un mondo che mi affascina: ci ho giocato e mi sono divertito, il contatto con i giovani è pura emozione. Le idee sono tante, il primo problema è riuscire a trovare un impianto o degli spazi dove costruire una vera cittadella dello sport, per mettere insieme tanti sport intorno al calcio. Certo, il calcio rimane al centro del mio progetto perché è la materia che conosco meglio, ma non vorrei fermarmi lì”.
Quindi ti interessa un impianto sportivo, non solo una società. Nel senso che ci sono anche tanti impianti sfitti, su tutti quello bellissimo che era dell’Ivest. Valuti anche questa possibilità?
“Certo, la valuto, ho anche fatto un sopralluogo nell’impianto sportivo dell’Ivest, ma c’è bisogno di un bando comunale, non è facile né veloce”.
Rilevando una società invece avresti già una struttura operativa, dei tesserati, delle squadre…
“Sono sei mesi che mi guardo intorno, ho parlato con tante persone, con alcune società c’è stata anche una trattativa, ma la cosa importante da dire è che io non faccio lo sponsor di nessuno”.
Detto altrimenti: se entri, comandi?
“Eh beh, ci mancherebbe”.
Nella tua società, punteresti sul Settore giovanile o vorresti una Prima squadra in una categoria importante?
“Il Settore giovanile è la base, non si può farne a meno. La Prima squadra è il fiore all’occhiello: non è importante la categoria di partenza, se hai una programmazione a lungo termine. Il mio obiettivo è arrivare in serie D, mi piacerebbe portare una mentalità da professionista anche nei dilettanti”.
Hai già uno staff operativo?
“Ho già una squadra pronta, con tutti i ruoli definiti, dal magazziniere in su. Ma per ora è tutto ipotetico, senza una società li porto in vacanza al mare…”
Siamo ottimisti: a breve annuncerai novità importanti?
“Una città come Torino ha bisogno di una grande società in ambito dilettantistico. Di facile non c’è nulla, c’è bisogno di tempo, competenza e anche di soldi. Ho tante idee, mi piacerebbe creare qualcosa di unico, con tanti sport e su tanti impianti, ma per ora non ne ho neanche uno… Diciamo che qualcosa che bolle in pentola c’è, ma finché non ci sono le firme rimangono solo idee e parole”.
SOCIETA’ IN PRIMO PIANO - Parla il presidente Marco Scognamiglio: “Società forte e coesa, andiamo avanti secondo il nostro programma, con due squadre inserite nel Settore giovanile e nove bambini in prova nel professionismo”. Ufficiale l’organigramma tecnico, con tante conferme e le novità Simone Landi e Luca Moretti. Sugli spogliatoi bruciati: “Ringrazio per la solidarietà, andiamo avanti più determinati di prima”
L’ingresso nel Settore giovanile, di cui abbiamo parlato la settimana scorsa, è solo una delle novità che riguardano la Virtus Calcio: a un solo anno dalla sua fondazione (un anno maledetto per tutti, in cui è potuto giocare poco e niente), la società del presidente Marco Scognamiglio può tracciare un primo bilancio e soprattutto presentare le nuove tappe del suo percorso di crescita.
Marco, una società è fatta di persone, iniziamo da qui.
“Siamo in tanti, sempre di più, ma fortunatamente chi ha fondato questo progetto insieme a me è ancora al suo posto, convinto come al primo giorno: penso agli altri tre soci fondatori, il presidente onorario Walter Causin, il vicepresidente Simone Mascolo e il direttore generale Francesco Airola. Con loro non posso non citare Fulvio Cocchi, il nostro amministratore delegato. Poi allenatori, istruttori, dirigenti, addetti ai lavori: non li cito tutti per non dimenticare nessuno”.
Anche la filosofia con cui vi siete presentati un anno fa è sempre la stessa.
“Sì, viviamo nel mondo dilettantistico con un approccio simile a una società professionista: ci vantiamo di avere uno staff tecnico di assoluto prestigio, tutti istruttori qualificati con patentino UEFA A e B, molti con un passato da calciatori che conta. Ai nostri ragazzi proponiamo un programma tecnico, specifico per ogni categoria e fascia d'età, cui tutti gli istruttori devono attenersi. Tutte le squadre della Scuola calcio hanno garantiti tre allenamenti settimanali con metà campo a disposizione. In campo va anche il preparatore atletico a partire dagli Esordienti, mentre per Primi calci e Piccoli amici c’è un preparatore laureato Isef, si chiama Federico Messa, che cura l’aspetto coordinativo e posturale. Se un bimbo non impara a correre in modo corretto, difficilmente potrà assorbire i concetti tecnici e tattici…”
Grande attenzione alla salute, quindi.
“Sì, infatti abbiamo un accordo in esclusiva con un poliambulatorio medico dove sono a disposizione dei nostri ragazzi l’ortopedico, il massaggiatore, il fisioterapista, il mental coach, il posturologo e il nutrizionista. A inizio stagione tutti i ragazzi e i bambini fanno una visita completa, come nelle società professionistiche, in modo che gli istruttori - e anche le famiglie - abbiano una scheda personalizzata, per fare un lavoro specifico”.
E poi c’è l’aspetto comportamentale.
“Fondamentale. Abbiamo un codice etico per giocatori, famiglie e allenatori. I ragazzi che sbagliano non vengono convocati, per gli allenatori ci sono multe, i genitori possono anche essere allontanati dalla società, purtroppo è già successo. Per curare al meglio questi aspetti, ogni genitore ha una figura di riferimento, ogni dirigente ha figura di riferimento, esterne al contesto squadra”.
Siete sbarcati nel Settore giovanile, dicevamo, ma la Scuola calcio rimane la base della vostra società.
“L’arrivo delle nostre squadre nel Settore giovanile è un processo naturale, così hanno fatto i 2008 di Giampiero Muroni, così faranno i 2009 l’anno prossimo. In più abbiamo aggiunto la squadra di 2007 perché avevamo tanti ragazzi di qualità nella nostra scuola di perfezionamento calcistico, la Professional Soccer School, e l’abbiamo affidata a un tecnico giovane e preparato come Marco Mezzapesa. Ma, in generale, noi vogliamo strutturare i nostri gruppi in casa, secondo il nostro programma tecnico e codice comportamentale, e con un alto tasso di qualità: per questo facciamo un solo gruppo per annata, selezionando chi ne fa parte”.
Ricordiamo l’organigramma tecnico della Scuola calcio, allora.
“Agli Esordienti 2009 abbiamo confermato Giuseppe D’Alesio, mentre abbiamo affidato gli Esordienti fascia B 2010 a Simone Landi, ex Sisport. Luca Moretti è il nuovo istruttore dei Pulcini 2011, sono confermati Giovanni Abate ai Pulcini 2012 e Marco D’Alesio ai Primi calci 2013. Rimane in società anche Alessandro Capobianco, che scala dai 2008 ai Primi calci 2014. Per i Piccoli Amici 2015-2016, infine, ci sono Gabriele Stizzoli, Marco D’Alesio e Federico Messa”.
Avete anche mandato alcuni ragazzi in prova nelle società professionistiche.
“Nove ragazzi si sono allenati con Torino e Juventus, due stanno continuando il percorso. Siamo contentissimi per loro, ma anche per la società è importante avere dei riscontri sul lavoro svolto, dà fiducia a tutto l’ambiente. Non dimentichiamo che nella prossima stagione inizieremo con il centro provini in Brianza, un progetto rallentato dalla pandemia ma non cancellato, anzi. Porteremo i ragazzi più meritevoli in questo “centro provini” gestito dalla Nuova Usmate calcio, dove saranno osservati e valutati dai responsabili delle società professioniste e dai procuratori con cui collaboriamo, sotto la supervisione di Paolo Monelli, bomber degli anni ’80 di Fiorentina e Lazio”.
Chiudiamo con una domanda di attualità: domenica scorsa avete subito un grave atto di vandalismo, sono stati bruciati gli spogliatoi del vostro centro sportivo, lo Sport Club di Venaria.
“Sì, un gesto che preferisco non commentare. Dico solo che questi criminali hanno danneggiato i nostri ragazzi e i nostri bambini, non la società, che è già ripartita più forte e convinta di prima. Ringrazio chi ci ha dimostrato solidarietà, sono stati tanti, e prendo atto anche dei silenzi, soprattutto da parte di chi dovrebbe tutelare le società”.
SOCIETA’ IN PRIMO PIANO - Parla il presidente Marco Scognamiglio: “Società forte e coesa, andiamo avanti secondo il nostro programma, con due squadre inserite nel Settore giovanile e nove bambini in prova nel professionismo”. Ufficiale l’organigramma tecnico, con tante conferme e le novità Simone Landi e Luca Moretti. Sugli spogliatoi bruciati: “Ringrazio per la solidarietà, andiamo avanti più determinati di prima”
L’ingresso nel Settore giovanile, di cui abbiamo parlato la settimana scorsa, è solo una delle novità che riguardano la Virtus Calcio: a un solo anno dalla sua fondazione (un anno maledetto per tutti, in cui è potuto giocare poco e niente), la società del presidente Marco Scognamiglio può tracciare un primo bilancio e soprattutto presentare le nuove tappe del suo percorso di crescita.
Marco, una società è fatta di persone, iniziamo da qui.
“Siamo in tanti, sempre di più, ma fortunatamente chi ha fondato questo progetto insieme a me è ancora al suo posto, convinto come al primo giorno: penso agli altri tre soci fondatori, il presidente onorario Walter Causin, il vicepresidente Simone Mascolo e il direttore generale Francesco Airola. Con loro non posso non citare Fulvio Cocchi, il nostro amministratore delegato. Poi allenatori, istruttori, dirigenti, addetti ai lavori: non li cito tutti per non dimenticare nessuno”.
Anche la filosofia con cui vi siete presentati un anno fa è sempre la stessa.
“Sì, viviamo nel mondo dilettantistico con un approccio simile a una società professionista: ci vantiamo di avere uno staff tecnico di assoluto prestigio, tutti istruttori qualificati con patentino UEFA A e B, molti con un passato da calciatori che conta. Ai nostri ragazzi proponiamo un programma tecnico, specifico per ogni categoria e fascia d'età, cui tutti gli istruttori devono attenersi. Tutte le squadre della Scuola calcio hanno garantiti tre allenamenti settimanali con metà campo a disposizione. In campo va anche il preparatore atletico a partire dagli Esordienti, mentre per Primi calci e Piccoli amici c’è un preparatore laureato Isef, si chiama Federico Messa, che cura l’aspetto coordinativo e posturale. Se un bimbo non impara a correre in modo corretto, difficilmente potrà assorbire i concetti tecnici e tattici…”
Grande attenzione alla salute, quindi.
“Sì, infatti abbiamo un accordo in esclusiva con un poliambulatorio medico dove sono a disposizione dei nostri ragazzi l’ortopedico, il massaggiatore, il fisioterapista, il mental coach, il posturologo e il nutrizionista. A inizio stagione tutti i ragazzi e i bambini fanno una visita completa, come nelle società professionistiche, in modo che gli istruttori - e anche le famiglie - abbiano una scheda personalizzata, per fare un lavoro specifico”.
E poi c’è l’aspetto comportamentale.
“Fondamentale. Abbiamo un codice etico per giocatori, famiglie e allenatori. I ragazzi che sbagliano non vengono convocati, per gli allenatori ci sono multe, i genitori possono anche essere allontanati dalla società, purtroppo è già successo. Per curare al meglio questi aspetti, ogni genitore ha una figura di riferimento, ogni dirigente ha figura di riferimento, esterne al contesto squadra”.
Siete sbarcati nel Settore giovanile, dicevamo, ma la Scuola calcio rimane la base della vostra società.
“L’arrivo delle nostre squadre nel Settore giovanile è un processo naturale, così hanno fatto i 2008 di Giampiero Muroni, così faranno i 2009 l’anno prossimo. In più abbiamo aggiunto la squadra di 2007 perché avevamo tanti ragazzi di qualità nella nostra scuola di perfezionamento calcistico, la Professional Soccer School, e l’abbiamo affidata a un tecnico giovane e preparato come Marco Mezzapesa. Ma, in generale, noi vogliamo strutturare i nostri gruppi in casa, secondo il nostro programma tecnico e codice comportamentale, e con un alto tasso di qualità: per questo facciamo un solo gruppo per annata, selezionando chi ne fa parte”.
Ricordiamo l’organigramma tecnico della Scuola calcio, allora.
“Agli Esordienti 2009 abbiamo confermato Giuseppe D’Alesio, mentre abbiamo affidato gli Esordienti fascia B 2010 a Simone Landi, ex Sisport. Luca Moretti è il nuovo istruttore dei Pulcini 2011, sono confermati Giovanni Abate ai Pulcini 2012 e Marco D’Alesio ai Primi calci 2013. Rimane in società anche Alessandro Capobianco, che scala dai 2008 ai Primi calci 2014. Per i Piccoli Amici 2015-2016, infine, ci sono Gabriele Stizzoli, Marco D’Alesio e Federico Messa”.
Avete anche mandato alcuni ragazzi in prova nelle società professionistiche.
“Nove ragazzi si sono allenati con Torino e Juventus, due stanno continuando il percorso. Siamo contentissimi per loro, ma anche per la società è importante avere dei riscontri sul lavoro svolto, dà fiducia a tutto l’ambiente. Non dimentichiamo che nella prossima stagione inizieremo con il centro provini in Brianza, un progetto rallentato dalla pandemia ma non cancellato, anzi. Porteremo i ragazzi più meritevoli in questo “centro provini” gestito dalla Nuova Usmate calcio, dove saranno osservati e valutati dai responsabili delle società professioniste e dai procuratori con cui collaboriamo, sotto la supervisione di Paolo Monelli, bomber degli anni ’80 di Fiorentina e Lazio”.
Chiudiamo con una domanda di attualità: domenica scorsa avete subito un grave atto di vandalismo, sono stati bruciati gli spogliatoi del vostro centro sportivo, lo Sport Club di Venaria.
“Sì, un gesto che preferisco non commentare. Dico solo che questi criminali hanno danneggiato i nostri ragazzi e i nostri bambini, non la società, che è già ripartita più forte e convinta di prima. Ringrazio chi ci ha dimostrato solidarietà, sono stati tanti, e prendo atto anche dei silenzi, soprattutto da parte di chi dovrebbe tutelare le società”.
SOCIETA’ - “Tra una decina di giorni presenteremo persone, ruoli e programmi del nuovo corso, ci saranno tante novità. Il presidente Gianni Corrarati è una bandiera, certo che rimane” dichiara Luca Dello Russo
Se il passato e il presente del Pianezza sono indissolubilmente legati alla figura di Gianni Corrarati, presidente da 33 anni, nel futuro della società rossoblù c’è (anche) la famiglia Dello Russo, con i cugini Luca e Daniele, imprenditori di successo, che sono entrati con forza nel mondo del calcio.
Sono loro i nuovi proprietari del Pianezza? È vero che hanno grandi ambizioni e si stanno già muovendo per dare concretezza immediata alle loro intenzioni? “Confermo che la mia famiglia ha deciso di impegnarsi con il Pianezza, ma adesso non c’è molto altro da aggiungere, tra una decina di giorni presenteremo persone, ruoli e programmi del nuovo corso” dichiara Luca Dello Russo.
Un ruolo per Gianni Corrarati, comunque, ci sarà: “Certo che rimane, per forza, le chiavi le ha sempre lui” risponde ancora Luca Dello Russo, che poi ribadisce: “Ci sono tanti passaggi delicati, il presidente è una bandiera del Pianezza, vogliamo fare le cose per bene anche per rispetto nei suoi confronti”.
Infine una chiosa che fa crescere l’attesa: “Novità? Ce ne saranno tante”.
KEEPLAY PROFESSIONAL SOCCER SCHOOL - A Venaria da lunedì 21 a venerdì 25 giugno (poi a Cairo Montenotte, Sedriano e Verres), i camp estivi con il preparatore delle Nazionali italiane Under 18 e Under 16 sono un’occasione da non perdere per i giovani numeri uno. Crescita sportiva e divertimento sono assicurati, in campo tanti allenatori di club professionistici
Quattro settimane di stage estivi dedicati ai numeri uno: sono i “Modern Keeper Camp 2021”, organizzati dalla Keeplay Professional Soccer School di Fabrizio Capodici. Portiere professionista, una carriera da allenatore che è passata per il Settore giovanile della Juventus e la Federazione della Cina, un presente come preparatore dei portieri delle Nazionali italiane Under 18 e Under 16, Capodici sarà ogni giorno in campo con i giovani numeri 1, insieme a tanti altri allenatori di club professionistici.
Per garantire la massima attenzione alle esigenze e alle caratteristiche di ogni singolo atleta, gli stage sono a numero chiuso, con massimo 20 partecipanti a settimana. È una grande occasione per conoscere una metodologia all’avanguardia nell’allenamento dei portieri, farsi notare da preparatori abituati a confrontarsi con il calcio che conta, e anche per divertirsi!
LE DATE
PROGRAMMA DELLA GIORNATA
LA QUOTA COMPRENDE
KEEPLAY PROFESSIONAL SOCCER SCHOOL
Ma come lavora la Keeplay Professional Soccer School? Ce lo spiega direttamente Fabrizio Capodici: “La scuola di perfezionamento tecnico calcistico KPSS ha come mission quella di allenare giovani portieri, preparandoli a livello tecnico, atletico, coordinativo e motorio, nonché a livello mentale, per poter affrontare con competenza, determinazione e sicurezza gli impegni sportivi. Portiamo la nostra esperienza e adattiamo la nostra metodologia alle specifiche esigenze del singolo atleta, alle qualità che deve migliorare. Non proponiamo allenamenti prestabiliti, ma lavori costruiti su misura per ogni ragazzo, per il suo livello di preparazione e per gli obiettivi che intende raggiungere”.
Obiettivo ultimo è la formazione del portiere moderno, figura ricercata dalle società professionistiche. Ancora Fabrizio Capodici: “Il ruolo si sta evolvendo velocemente. Il portiere moderno deve essere in grado di usare in modo naturale i due piedi, su media e lunga distanza, e di rilanciare la palla con entrambi gli arti, nel modo più naturale possibile. Deve saper giocare di reparto, tenere le distanze giuste dalla linea difensiva, deve imparare a leggere le situazioni sia con possesso palla che con palla agli avversari, insomma il portiere moderno è integrato alla squadra, è un ruolo molto più complesso. Servono forte personalità e leadership, bisogna saper comunicare con i toni e i tempi giusti, per esempio non posso dire “uomo” o “solo” con lo stesso tono di voce. Senza dimenticare la base, la tecnica del portiere, bisogna conoscerla e farla diventare automatica. Il calcio moderno è molto più veloce, i palloni sono più leggeri, il portiere deve rispondere agli stimoli in modo immediato, deve essere veloce in tutto quello che fa”.
KEEPLAY PROFESSIONAL SOCCER SCHOOL - A Venaria da lunedì 21 a venerdì 25 giugno (poi a Cairo Montenotte, Sedriano e Verres), i camp estivi con il preparatore delle Nazionali italiane Under 18 e Under 16 sono un’occasione da non perdere per i giovani numeri uno. Crescita sportiva e divertimento sono assicurati, in campo tanti allenatori di club professionistici
Quattro settimane di stage estivi dedicati ai numeri uno: sono i “Modern Keeper Camp 2021”, organizzati dalla Keeplay Professional Soccer School di Fabrizio Capodici. Portiere professionista, una carriera da allenatore che è passata per il Settore giovanile della Juventus e la Federazione della Cina, un presente come preparatore dei portieri delle Nazionali italiane Under 18 e Under 16, Capodici sarà ogni giorno in campo con i giovani numeri 1, insieme a tanti altri allenatori di club professionistici.
Per garantire la massima attenzione alle esigenze e alle caratteristiche di ogni singolo atleta, gli stage sono a numero chiuso, con massimo 20 partecipanti a settimana. È una grande occasione per conoscere una metodologia all’avanguardia nell’allenamento dei portieri, farsi notare da preparatori abituati a confrontarsi con il calcio che conta, e anche per divertirsi!
LE DATE
PROGRAMMA DELLA GIORNATA
LA QUOTA COMPRENDE
KEEPLAY PROFESSIONAL SOCCER SCHOOL
Ma come lavora la Keeplay Professional Soccer School? Ce lo spiega direttamente Fabrizio Capodici: “La scuola di perfezionamento tecnico calcistico KPSS ha come mission quella di allenare giovani portieri, preparandoli a livello tecnico, atletico, coordinativo e motorio, nonché a livello mentale, per poter affrontare con competenza, determinazione e sicurezza gli impegni sportivi. Portiamo la nostra esperienza e adattiamo la nostra metodologia alle specifiche esigenze del singolo atleta, alle qualità che deve migliorare. Non proponiamo allenamenti prestabiliti, ma lavori costruiti su misura per ogni ragazzo, per il suo livello di preparazione e per gli obiettivi che intende raggiungere”.
Obiettivo ultimo è la formazione del portiere moderno, figura ricercata dalle società professionistiche. Ancora Fabrizio Capodici: “Il ruolo si sta evolvendo velocemente. Il portiere moderno deve essere in grado di usare in modo naturale i due piedi, su media e lunga distanza, e di rilanciare la palla con entrambi gli arti, nel modo più naturale possibile. Deve saper giocare di reparto, tenere le distanze giuste dalla linea difensiva, deve imparare a leggere le situazioni sia con possesso palla che con palla agli avversari, insomma il portiere moderno è integrato alla squadra, è un ruolo molto più complesso. Servono forte personalità e leadership, bisogna saper comunicare con i toni e i tempi giusti, per esempio non posso dire “uomo” o “solo” con lo stesso tono di voce. Senza dimenticare la base, la tecnica del portiere, bisogna conoscerla e farla diventare automatica. Il calcio moderno è molto più veloce, i palloni sono più leggeri, il portiere deve rispondere agli stimoli in modo immediato, deve essere veloce in tutto quello che fa”.
INTERVISTA - Il giovane allenatore: “Dove sono sto bene, in ambito dilettantistico è difficile che cambi”. Ma se arrivasse una chiamata dal professionismo “la valuterei con assoluta attenzione”
Andrea Mirasola sfoglia la margherita: rimanere al Pozzomaina, accettare la corte del Chisola o della Sisport, fare il grande salto verso il professionismo, con l’Alessandria in pressing già dall’anno scorso. Il giovane allenatore del Pozzomaina 2006 è il più conteso in questa fase del mercato delle panchine.
Nessuno meglio del diretto interessato può svelare quale sarà il suo futuro: “Difficile dirlo, non so ancora dove allenerò l’anno prossimo” spiega con franchezza il giovane allenatore. “Vivo alla giornata - continua - e mi godo la mia squadra, un gruppo fantastico con cui non abbiamo mai mollato. Adesso che possiamo tornare in campo, ci stiamo togliendo delle belle soddisfazioni”. Certezze sul presente, un po’ meno sul futuro: “Spero di avere le idee più chiare nel giro di un paio di settimane, non posso negare che tanta attenzione nei miei confronti mi faccia piacere”.
Il Pozzomaina rimane in pole position, almeno tra le dilettanti: “Dove sono sto bene, benissimo, il Pozzo è casa mia. Non potrei chiedere di meglio, una grande società e una grande squadra, so che Franco Porta sta facendo il massimo per trattenermi e di questo lo ringrazio. Sono sincero, in ambito dilettantistico è difficile che cambi, anche se mi sono arrivate offerte importanti da persone che stimo”.
Il riferimento è al Chisola e alla Sisport, ma a mettere in seria discussione la permanenza di Mirasola in via Monte Ortigara sarebbe piuttosto una chiamata dal professionismo: in particolare è forte il pressing dell’Alessandria. “Avevamo parlato l’anno scorso, è vero, ma non se n’era fatto niente e, per come è andata la stagione, forse è meglio così. Per quest’anno non ho ricevuto nessuna proposta concreta, ma se arrivasse ovviamente la valuterei con assoluta attenzione”.
Il punto della situazione sul Chisola: clicca qui
Il punto della situazione sul Pozzomaina: clicca qui
PANCHINE - Il presidente Franco Porta: “Ad Andrea Mirasola abbiamo offerto le due categorie di Allievi più il ruolo di direttore tecnico. Non ci lascerà per un’altra dilettante”. Alessandro Nisticò nominato responsabile di Settore giovanile e Scuola calcio
“Andrea Mirasola è cresciuto qui con noi, gli abbiamo fatto un’offerta importante, per valorizzarlo al massimo: le due categorie di Allievi con il suo fantastico gruppo di 2006 più il ruolo di direttore tecnico. Sono convinto che non cambierà per andare in un’altra dilettante. Se invece arriverà una chiamata dal professionismo, capirò”.
Parole di Franco Porta, presidente del Pozzomaina, ruolo ereditato dal compianto padre Ottavio, da cui ha anche acquisito la gestione della società insieme professionale e familiare: “Abbiamo ridisegnato la società dopo la scomparsa di papà - spiega - con me presidente, mia sorella Amalia e Gianni Talladira vicepresidenti, Alessandro Nisticò responsabile di Settore giovanile e Scuola calcio. Come direttore generale potrebbe tornare Luca Fiore”.
Anche per quanto riguarda gli allenatori la linea è quella della continuità: Alfredo Cantone alla Juniores, Floriano Palmacci all’Under 15, Gino Rea all’Under 14, tutti con i gruppi già allenati quest’anno, con un organigramma tecnico che si completerebbe - il condizionale è ancora d’obbligo - con le due panchine di Andrea Mirasola, Under 17 e Under 16. Nel caso in cui venisse fatta anche la categoria Under 18, il candidato principe è Luca Bottallo.
PANCHINE - L’ex vice di Antonio Asta è il nuovo allenatore della Juniores, ora manca solo il tecnico dell’Under 15. Entro nello staff tecnico anche Claudio Grancitelli, insegnerà la fase difensiva
Il rinnovamento della società del presidente Luca Atzori, iniziato con la nomina di Giorgio Cornelj come responsabile delle giovanili, sta passando per tecnici emergenti, con idee nuove e voglia di imporsi. Il profilo di Andrea Mirasola sarebbe perfetto, è lui l’obiettivo principale per completare l’organigramma tecnico, ma il suo arrivo a Vinovo è molto complicato: oltre alla possibile permanenza al Pozzomaina, c’è anche la forte concorrenza dell’Alessandria.
In attesa che si sciolga questa matassa, la panchina dell’Under 15 rimane l’unica ancora da assegnare in quel di Vinovo. Dopo la conferma di Giuseppe Alessi all’Under 17 e l’arrivo di Andrea Gnan per l’Under l’Under 16, è arrivata la “promozione” in Under 14 di Renato Garrone, che di fatto continua con i 2008 già allenati quest’anno nella categoria Esordienti.
L’altra importante novità riguarda la panchina della Juniores, che è stata assegnata ad Antonio Ferraro, patentato Uefa A, per tante stagioni secondo di Antonino Asta (anche alla Berretti del Torino), con un’esperienza alla guida della Prima squadra del Trofarello. Nello staff tecnico entra anche Claudio Grancitelli, esperto giocatore della Prima squadra, che darà supporto agli allenatori per la fase difensiva.
INTERVISTA - L’ormai ex allenatore del Borgaro: “Certe emozioni mi mancheranno, ma se penso alle mie domeniche mi vedo in bicicletta, non più al campo”. I ricordi di una carriera spettacolare, con la ciliegina sulla torta del titolo regionale Allievi con il Chisola, e il podio dei migliori: “Tra i giocatori Vailatti, Castiglia, Sene, Germinario e Dagasso. Poi Mercuri come allenatore, Pontremoli direttore sportivo e Ottavio Porta presidente”
“Ho 55 anni, ho iniziato ad allenare a 20, in 35 stagioni non mi sono mai fermato da settembre a giugno, visto che non sono mai stato esonerato. Mai fermo a parte queste ultime due stagioni, ovviamente, in cui il calcio mi è mancato meno di quanto pensassi. Stavo maturando l’idea di smettere già da qualche anno, adesso ho deciso: mi fermo, la mia carriera di allenatore finisce qui”.
Idee chiare, come quelle che trasmette ai suoi giocatori. Veloce, spettacolare, dritto all’obiettivo, come sono state spesso le sue squadre. Giorgio Brighenti, uno degli allenatori più stimati e vincenti del panorama calcistico piemontese, ha deciso dire basta: “In quest’ultimo anno ho scoperto la bici da strada e sono impazzito: se penso alle mie domeniche non mi vedo su un campo di calcio, ma in bici a pedalare”.
Giorgio, eppure il calcio e la panchina sono stati la tua vita per 35 anni. Sicuro?
“È vero, questa è sempre stata la mia vita. Io faccio l’assicuratore, ma nella mia testa c’era sempre il prossimo allenamento, la prossima partita: se fai l’allenatore con la passione che ci mettevo io, finisci per vivere per il calcio, anche a livelli dilettantistici. Certe emozioni mi mancheranno, ne sono sicuro: l’adrenalina della partita, il rapporto con i ragazzi, vedere in campo le situazioni preparate in allenamento… però in questo momento andare al campo mi pesa, preferisco fare altro. Se devo bilanciare i vari aspetti, e ci ho pensato molto a lungo, è il momento giusto per dire basta. L’ho già comunicato al Borgaro, ho ringraziato Tiziano Gobbato ma gli ho detto di cercare altre soluzioni”.
Domanda alla Jerry Scotti: è la tua decisione definitiva?
“In questo momento sì, è la mia decisione definitiva. Poi magari tra un anno mi verrà una crisi di astinenza, ma so che se esci dal giro non è facile rientrare”.
A un altro ruolo non hai pensato? Dopo tanti anni di esperienza, forse è il momento di provare come direttore sportivo…
“È un ruolo fondamentale ma non mi attrae, non so se ne sarei capace. Piuttosto mi sarebbe piaciuto provare una Prima squadra, ma oramai ho deciso di dire basta”.
Ripercorriamo la tua carriera, allora.
“Ho iniziato nella scuola calcio della Rivoli Rivolese dando una mano a Sandro Salvadore, ex giocatore della Juve, mentre ancora giocavo. Il Pianezza è stata la mia prima società, mentre studiavo all’ISEF. Poi Giuseppe Trucchi e Sergio Vatta hanno iniziato progetto dei Primi calci al Torino e mi hanno coinvolto, c’erano Corgiat, Cucco, Curletti, gente di alto livello. Nel Settore giovanile del Torino sono rimasto 15 anni, dal 1990 al 2005, sono partito con Borsano presidente e sono andato avanti fino a fallimento di Cimminelli. Da lì ho iniziato il percorso nel calcio dilettantistico, e devo dire che sono state tutte esperienze bellissime: due anni Borgaro, uno a Chieri, tre al Pozzomaina, ancora quattro anni a Chieri, uno al Lucento, due al Vanchiglia, due Chisola e ancora Borgaro. Così il cerchio si chiude”.
Hai anche vinto qualcosa di importante, in questi anni.
“Titolo regionale alla fine ne ho vinto solo uno con il Chisola, anzi fino a prova contraria sono per il terzo anno di fila campione in carica degli Allievi, visto che non si gioca più (risata, ndr). Una finale l’ho persa con il Chieri, ai rigori ad oltranza contro la J Stars, quella era stata una vera delusione. Poi ho vinto quattro SuperOscar e tanti campionati, non mi posso lamentare”
Ma non si dice che l’obiettivo principale è la crescita dei ragazzi?
“Se alleni nelle giovanili lo fai per il bene dei ragazzi, ma non bisogna essere ipocriti, lo fai anche per te stesso e vincere dà un gusto pazzesco. Sono vere entrambe le cose. Ancora oggi ci sentiamo con i ragazzi che avevo al Toro, ormai uomini fatti, queste sono le soddisfazioni più belle”.
Se parli di giocatori, ti chiedo i più forti che hai allenato.
“Il primo che mi viene in mente è Ricky Vailatti, aveva 8 anni ed era un fenomeno: nei derby dall’altra parte c’era Marchisio, decidevano loro chi avrebbe vinto. Poi Matteo Perelli, sempre al Toro, un ‘89 arrivava da Genova, è arrivato ad essere convocato in serie A ma poi si è perso, meritava di più. Sempre al Toro Luca Castiglia, che poi è andato alla Juve e ha fatto tanta serie B, ora è a Modena”.
E nei dilettanti?
“Kaly Sene al Vanchiglia, faceva la differenza. Al Chisola Germinario e Dagasso, due che meritano il professionismo. E poi tanti, davvero tanti bravi ragazzi. Alcuni si sono persi, la testa è fondamentale quando hai 16 anni”.
Tra i colleghi?
“Pochi amici, è un mondo che ho vissuto a fondo ma non sempre amato. Faccio un nome, non per amicizia ma perché è il migliore nel dilettantismo: Andrea Mercuri, è di un’altra categoria rispetto a tutti, lui sì che avrebbe meritato altre piazze”.
Direttore sportivo, chi mi dici?
“Fabrizio Pontremoli, l’ho avuto a Chieri nell’anno della Juniores nazionale, anche lui di un’altra categoria”.
Se dovessi dire un presidente?
“Sono stato bene con tutti e soprattutto non ho avuto da ridire con nessuno, già questo è importante. Ma dico senza dubbio Ottavio Porta”.
Giorgio, ci rivedremo presto sui campi?
“Vedremo, intanto penso al mio prossimo giro in bicicletta…”