Domenica, 10 Novembre 2024

Nel giorno della memoria, il Cit Turin intitola la Scuola calcio femminile alla partigiana Liberina Lucca

Scritto da redazione

PER NON DIMENTICARE - La situazione pandemica obbliga la società a rinviare la manifestazione di inaugurazione, ma rimane il gesto simbolico voluto dal presidente Angelo Frau. Riportiamo il ricordo pubblicato sul sito www.citturinlde.it


Dal 27 gennaio 2022 la Scuola calcio femminile del Cit Turin LDE è intitolata a Liberina Lucca, giovane donna caduta partigiana il 27 aprile 1945 dopo aver partecipato ad una riunione antifascista. Non poteva esserci altro momento se non quello della Giornata della Memoria per sugellare ancora una volta la vicinanza che la società Cit Turin ha nei confronti di un periodo storico che ha segnato il nostro paese. La Scuola calcio Elite maschile è già intitolata alla memoria di Luciano Domenico, bambino partigiano.

Libera Laura Lucca, della Liberina, nacque a Torino nel 1910, modista di professione risiedeva in via Tiziano 25, ma durante la guerra fu sfollata a Castelnuovo Nigra. Da lì cominciò il suo importante ruolo di staffetta partigiana per mettere in comunicazione le bande canavesane alla città. Di particolare importanza il collegamento che permise tra il punto nevralgico della lotta al fascismo, nonché sede clandestina dei socialisti, l’albergo Canelli di via San Dalmazzo a Torino e i distaccamenti della 3ᵃ Brigata Matteotti operante in Valle Sacra e in Val Soana.

Liberina, nell’albergo Canelli, era direttamente in contatto con il comandante della Brigata Matteotti e futuro Presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Da quel punto prendeva materiale di propaganda, il giornale Avanti e informazioni politico-militari da riferire ai distaccamenti nelle valli. Prendeva la Canavesana fino a Cuorgnè, Castellamonte o Pont e da lì a piedi fino ai distaccamenti.

Dopo una riunione tenutasi nell’albergo Canelli il 27 aprile 1945, nonostante in strada si udissero continui spari da arma da fuoco, Liberina volle lo stesso uscire ed affrontare il solito tragitto per portare alcune informazioni importanti. Non appena si affacciò fuori dal portone di via San Dalmazzo però, fu colpita da un cecchino fascista.

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