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Sabato, 27 Dicembre 2014 11:54

William Romagnoli: "Vinco al Lucento e torno al Torino"

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INTERVISTA - Il terzino sinistro dei Giovanissimi di Alessandro Pierro, già 10 gol quest'anno: "Voglio fare il calciatore per me stesso, la mia famiglia e per far tacere gli invidiosi. Mi ispiro a Marcelo del Real Madrid, le mie caratteristiche sono l'aggressività, la cattiveria e la concretezza".

 Presentati: nome e cognome, data di nascita, squadra in cui giochi.
“William Romagnoli, sono nato il 29 maggio 2000. Gioco nei Giovanissimi regionali del Lucento, in prestito dal Toro”. 

Com'è andata?
“Ha fatto tutto il Toro, mi hanno detto che mi mandavano in prestito e mi tenevano d'occhio, per vedere la mia crescita. Mi hanno proposto Pro Vercelli e Novara, ma non avevo voglia. Studio marketing finanziario, sarebbe stato troppo scomodo. Per questo ho scelto il Lucento”.

In che ruolo giochi?
“Terzino sinistro”.

Con licenza di offendere... Quanti gol hai già fatto in questa stagione?
“Una decina, quattro gol nelle ultime quattro partite”.

La tua squadra del cuore?
“Torino, non è una risposta diplomatica”.

Il giocatore a cui ti ispiri.
“Nella Berretti e Primavera del Toro, Federico Caronte. Tra i professionisti, Marcelo del Real Madrid”.

Qual è il tuo punto di forza sul campo da calcio?
“L'aggressività, la cattiveria e la concretezza, non solo sotto porta ma in ogni giocata. E corro troppo”.

Datti un voto da 1 a 10 per ognuna delle seguenti caratteristiche, e non fare il modesto...
TIRO: 8
PASSAGGIO: 7
COLPO DI TESTA: 7 (6 sotto porta)
CONTRASTO: 10
TACKLE: 10
SENSO DEL GOL: 8
VELOCITA': 9
FORZA: 9
ACROBAZIA: 7

Qual è stata la miglior partita della tua carriera? Perché?
“Da piccolo ricordo una partita contro il Torino, giocavo ancora nei Pulcini dell'Olympic Collegno, la mia prima società. Avevamo vinto 6-1, con 5 gol miei”. 

È lì che ti ha preso il Toro?
“No, magari ha iniziato a seguirmi, ma c'era il problema della statura, non tanto per l'altezza ma perché ero un po' sovrappeso. Da due anni a posto, mi sono dato da fare con addominali ed esercizi. Il Toro mi ha preso l'anno scorso, ho firmato il cartellino quadriennale, fino a 18 anni. Se tutto va bene il prossimo anno torno lì”.

La miglior partita negli ultimi tempi?
“L'ultima, contro il Lascaris, ho fatto una gran bella partita e un gol al volo”.

Qual è stata invece la peggior partita della tua carriera? Perché?
“Giocavo al Canavese, partita contro il Volpiano, ho fatto zero. Avevo sbagliato approccio e giocato con sufficienza. Il mio allenatore, Gazzineo, più che arrabbiato era deluso, non avevo fatto quello che si aspettava da me”.

A proposito di allenatori, quello a cui sei più legato.
“Massimo Garella del Torino”.

Perché? Cosa ti ha insegnato?
“Mi ha dato lo sprint e la voglia in più per diventare qualcuno. E mi piace come persona, oltre che come allenatore”.

Il compagno di squadra con cui ti trovi o ti sei trovato meglio.
“L'anno scorso Patrick Gatti. Quest'anno Daniele Taurisano. Con molti ragazzi siamo solo compagni di calcio, con Daniele ci sentiamo e parliamo di tutto, siamo sempre insieme, è un vero amico”.

Quali obiettivi hai nel mondo del calcio?
“Diventare qualcuno. Prima di tutto per me, per dare un senso alla mia vita e realizzare un sogno. Poi per la mia famiglia, soprattutto per i miei genitori, che stanno facendo mille sacrifici. Terzo, per far tacere le bocche che hanno sparlato, c'è tanta invidia nel mondo del calcio”.

Se segnassi nella finale regionale, a chi dedicheresti il gol?
“A mia sorella Irene”.

Usciamo dal campo: che passioni hai oltre il calcio?
“La musica, mi piacciono il rap italiano e americano e l'hip hop. I miei preferiti sono Emis Killa e Fred De Palma. Poi mi piace la boxe, la praticavo fino a qualche anno fa, adesso ho smesso perché gli allenamenti sono troppo pesanti, più pesanti di quelli del calcio, sostenerli tutti e due è impossibile”.

Se non sfondi nel mondo del calcio, cosa vorresti fare da grande?
“L'avvocato o l'assicuratore”.

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