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Venerdì, 29 Ottobre 2021 15:19

Under 17 Regionali / Girone B - Tommaso Borin si racconta, dal centrocampo del Volpiano sulle orme del Maestro

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INTERVISTA - La mente in mezzo al campo che guida le geometrie del Volpiano ci racconta esperienze, speranze e obbiettivi personali e di squadra, dopo un eccellente inizio di stagione che lo sta vedendo assoluto protagonista.
 


Destro naturale con buona propensione ad usare il sinistro, ottima tecnica e visione di gioco, capace di dipingere calcio lì nel suo regno, davanti alla difesa, con la maglia 10 sulle spalle: Tommaso Borin è il centro nevralgico da cui si sviluppa il gioco del Volpiano del tecnico Enrico Scanavino. La sua carriera parte dal basso, con un anno al piccolo Valle Sacra, ma è alla Rivarolese che la sua formazione calcistica prende davvero forma, come ci racconta lui stesso.

"Sono stato a Rivarolo 3-4 anni e lì ho trovato una società ben organizzata e soprattutto Roberto Uranio, che tra i tecnici che mi hanno seguito è sicuramente quello che ha lasciato in me l'impronta più importante. Passare al Volpiano, nonostante la pandemia che ha frenato un po' tutto, è stato un ulteriore step nella mia crescita. Enrico Scanavino già lo scorso anno nel poco tempo che abbiamo avuto mi coinvolgeva con l'annata dei 2004 e avere la possibilità di confrontarsi con i più grandi è stato molto utile. Infine c'è stata la mia esperienza al Torino di 6 mesi".

Una bella opportunità in un momento così difficile.
"Sono stato fortunato a poter vivere questa esperienza. E' stato difficile per tutti restare fermi così a lungo, rischiare di perdere l'entusiasmo. Io ho avuto la possibilità di allenarmi lo stesso e per di più nel contesto professionistico e questo mi ha fatto crescere tantissimo. L'intensità che c'è in queste realtà è tutt'altra cosa, ho assaporato cos'è il vero calcio. Tante società dilettantistiche hanno ormai strutture e modalità di lavoro che non hanno nulla da invidiare alle professioniste, anzi, qui al Volpiano spesso ho trovato un'organizzazione superiore anche a quella del Toro, ma quando sei lì ti accorgi come cambino i ritmi, come si lavori molto di più con la testa. Code detto, sono convinto di essere migliorato tanto dopo questa esperienza, anche grazie ai consigli del tecnico Fogli".

Un peccato però non aver potuto proseguire la stagione.
"Credo le decisioni prese siano state al meglio per il nostro bene, anche se chissà, magari provare a proseguire con i tamponi...ma ormai speriamo di poter andare avanti e finire questa stagione senza intoppi".

Una stagione che promette grandi cose per voi.
"Siamo partiti bene e il nostro obbiettivo sono le fasi finali. Sappiamo che anche solo vincere il girone sarebbe un grandissimo risultato, visto che il Lascaris è un avversario difficilissimo che non ne sbaglia una e dietro abbiamo squadre come il Gassino o il Charvensod (con cui avremo questo weekend lo scontro diretto)".

I vostri punti di forza?
"Cerchiamo di giocare sempre al meglio, offrendo un buon calcio. Siamo un gruppo molto tecnico, con degli attaccanti molto veloci e che predilige partire dal basso fraseggiando. Difficilmente ci affidiamo ad un sistema di gioco fatto di lanci lunghi. L'intesa con i miei compagni poi è ottima. Penso a Lauriola, la nostra punta, con il quale ci conosciamo da tempo. Oppure Rognetta e Piscitelli, affinità che si è sviluppata partendo dalle rappresentative. Tra i nuovi sicuramente ho gran feeling con Fouah. Insomma siamo un gran bel gruppo".

Obbiettivi personali?
"Entrare in pianta stabile nella Rappresentativa Nazionale e per la prossima stagione essere aggregato alla prima squadra. Farmi trovare pronto senza sbagliare. Naturalmente il sogno è il professionismo e da tifoso non potrei che sperare nella Juventus. Tra l'altro Pirlo è il giocatore ideale al quale mi ispiro. Se dovessi dire un'esperienza all'estero invece, il massimo sarebbe il Liverpool, per storia, importanza del club, calore. In ogni caso cercherò sempre di dare il massimo e spero anche nel breve periodo di poter ricevere altre chiamate come quella dello scorso anno".

Per voi in provincia non è più difficile farvi notare dalla grandi?
"In una realtà come la nostra si. Sai forse in Lombardia sarebbe più facile visto l'alto numero di squadre professioniste, ma qui da noi sono decisamente di meno e sicuramente dobbiamo impegnarci il doppio per emergere".

Cambieresti qualcosa nel mondo del calcio giovanile?
"Mi auguro che possano migliorare gli arbitri. Ce ne sono tanti davvero bravi, ma spesso soprattutto i più giovani ti accorgi che o non sono preparati, oppure mancano completamente di personalità, faticano a tenere l'incontro, delle volte non li senti neanche fischiare. Non deve essere facile, ma forse a livello di preparazione si dovrebbe lavorare meglio". 

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