Sabato, 23 Novembre 2024
Venerdì, 12 Giugno 2020 15:59

Capitan Dario Laneve al timone del Chieri, puntando Nazionali e Prima Squadra

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INTERVISTA - Quattro chiacchiere con una delle colonne del Chieri, vice campione in Under 16 nella stagione 2018/2019 e prossimo all'avventura nei Nazionali.
 


Piede destro educato, ottima visione di gioco, giostra in mezzo al campo ricoprendo un po' tutti i ruoli ed è una vera e propria bandiera della forte annata 2003. Parliamo di Dario Laneve, capitano del Chieri e colonna portante del sodalizio azzurro da ormai sette anni. Stabilità è la parola d'ordine nel suo curriculum, visto che prima della lunga permanenza teatina, la sua ancor giovane carriera lo ha visto mettersi in mostra in un'altra importante realtà del torinese, ovvero il Chisola. Esperienze solide e di qualità in due società di livello, che hanno formato calcisticamente e umanamente il ragazzo.

"Crescere in due società così prestigiose è stato senza dubbio formativo. Ho avuto la fortuna di essere seguito da tanta gente preparata e più di tutte sono state due le persone che hanno lasciato un forte segno sulla mia crescita. Al Chisola Marco Negro mi ha segnato profondamente, aiutandomi a migliorare tecnicamente con il duro lavoro e concentrandosi molto anche sulla componente tattica. E' lui che mi ha portato al Chieri per altro ed ha svolto un ruolo primario anche dal punto di vista umano, guidandomi alla comprensione di quali siano le modalità giuste di comportamento dentro e fuori dal campo. Concetti che poi ho ripreso i primi due anni al Chieri nei Giovanissimi FB e nei Giovanissimi sotto la guida di Marco Pecorari. Calcisticamente mi ha aiutato a giocare più semplice, bacchettandomi quando finivo per intestardirmi su un calcio più complicato. A livello umano il modo in cui gestiva lo spogliatoio, il gruppo, mi ha trasmesso i principi giusti per essere un buon capitano, un modello per i miei compagni. Ho ancora da imparare sicuramente, ma credo di aver recepito l'importanza di essere un punto di riferimento per quanti sono in campo, a mettere il senso di squadra davanti a se stessi ed essere sempre pronto ad appoggiare chi si trova in difficoltà durante i 90'."

Questa stagione interrotta è stata un brutta botta da assorbire.
"E' un peccato avere interrotto un'annata tanto divertente. Il campionato era davvero combattuto, stavamo dando vita ad un girone molto bello ed interessante e dopo un inizio più stentato, soprattutto negli scontri diretti, ci stavamo riprendendo alla grande, proprio mentre eravamo ad una spanna dalla vetta. Però ritengo sia stato giusto preservare la nostra salute fermando tutto. Alla fine tra di noi non abbiamo mai perso contatto e abbiamo svolto un programma di forza datoci dalla società da fare a casa. E' stata dura restare chiusi così tanto tempo, ma alla fine giusto così."

Pensi la serie A stia facendo bene a ripartire?
"Loro ritengo di si. Per tutto quello che ci gira attorno e perché possono essere un segnale importante per le persone. Un modo per farci sentire che piano piano può tornare tutto alla normalità."

Con il Chieri una finale ai Regionali e ora ti aspettano i Nazionali, sempre con Christian Viola alla guida.
"La stagione passata è stata la mia prima finale regionale, un peccato averla persa, ma è arrivata dopo un percorso estremamente soddisfacente. Durante l'anno abbiamo avuto anche qualche piccolo problema, ma da vera squadra lo abbiamo superato, combattendo e dando vita a grandi sfide con gli avversari, prima fra tutte l'emozionante semifinale con il Pozzomaina. Ora ci saranno i Nazionali e sarà interessante scontrarsi con tante realtà di grande livello. Essere guidati ancora dal tecnico Viola è significativo, perché ci conosce e ci garantisce continuità. Spero che questa esperienza possa aiutarmi a mettermi in mostra e farmi guadagnare delle apparizioni in prima squadra, con la quale già questo anno appena finito ho potuto fare degli allenamenti. Più avanti ovviamente il sogno è raggiungere il professionismo."

Hai dei punti di riferimento a cui ti ispiri?
"Calcisticamente Zidane. So giocare da mediano, trequartista, mezzala, ma preferisco di gran lunga la fase offensiva. A livello umano Del Piero, per ciò che mostrava dentro e fuori dal campo."

E a livello societario chi ti piace?
"Sebbene tifi la Juventus, apprezzo molto il modello Atalanta, per il lavoro che fa con i giovani, il gran numero che porta ad alti livelli. Spero che in Italia si punti sempre di più alla nostra valorizzazione."

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