Martedì, 26 Novembre 2024

ORGANICO REGIONALE - Per i ragazzi di Stefano Giachino pronta l'avventura ai Regionali, appuntamento a sabato 17 settembre per l'esordio sul campo dell'Oleggio. Di seguito il comunicato ufficiale della federazione.
 


Il Consiglio Direttivo di questo Comitato Regionale, nella riunione del 3/9/2022

- preso atto che la Società ARONA, con propria comunicazione in data 12/8/2022 ha inteso rinunciare a partecipare al Torneo Regionale Under 16 2022/23 dopo essersi regolarmente iscritta nelle modalità e nei termini previsti; - ravvisato che conseguentemente occorre procedere all’integrazione dell’organico del Torneo Regionale Under 16;
- rilevato che trattandosi di attività regionale e che per una corretta gestione delle fasi di playoff e play-out occorre comunque garantire una medesima composizione dei gironi in termini di numero di squadre inserite negli stessi,

ha deliberato di

ammettere al Torneo Regionale Under 16 la Società SALICE, la quale va a sostituire nel girone A la Società ARONA CALCIO, rinunciataria, attingendo dalla specifica graduatoria di merito pubblicata sul comunicato ufficiale n. 7 del 23/7/2022.

Nello specifico calendario gare del girone A del Torneo Regionale Under 16 che si allega al presente comunicato ufficiale di cui fa parte integrante e sostanziale, per effetto di tale deliberazione, deve leggersi SALICE in luogo di ARONA CALCIO.

INTERVISTA - Il neo tecnico dell'Under 15 del Leinì si presenta. Porta la sua grande esperienza al servizio della nuova società, con cui si è creata subito un'ottima intesa. 
 


Un nome importante quello di Fabio Francisca. L'allenatore 63enne vanta un curriculum da calciatore di tutto rispetto: partito dalle giovanili della Juventus, dove esordì niente meno che a Milano contro l'Inter in Coppa Italia, in una stagione che lo vide mettere a segno anche una rete contro il Vicenza, respirò anche l'aria della Coppa Campioni. In quell'annata 77'/78' il sodalizio bianconero si fermò in semifinale dopo aver eliminato l'Ajax, e in panchina sedeva anche Fabio Francisca, che dopo il battesimo con l'Omonia Nicosia vide i suoi da vicino affrontare i Lancieri all'andata e al ritorno e la futura finalista Bruges. Lunga fu poi la militanza tra C1 e C2, con le maglie di Modena, Casale, Mestre e Teramo, prima di approdare alla Biellese. La sua avventura nei dilettanti si concluse nella Sangiustese, in Eccellenza, dove a causa di un infortunio dovette lasciare, passando però a dirigere la squadra dalla panchina. Seguirono poi le vittorie in 1^ categoria con Strambino e Rondissone, quest'ultima storica per il club. La prima esperienza nelle giovanili fu a Volpiano, per poi passare ad Orizzonti United, Rivarolo, Banchette ed infine Torinese, sfortunato epilogo concluso anzitempo a causa della pandemia. Ora il ritorno a casa, per lui che è di Leinì, dove inizia la sua nuova avventura nel campionato Provinciale.

"E' un piacere lavorare a casa, per me che ho girovagato tanto è la prima esperienza nel mio paese. Sono molto contento perché ho trovato un bell'ambiente, una società che sta rinascendo affidandosi a persone di grande esperienza come Roberto Virardi. Hanno costruito una rosa di ottimi allenatori qualificati, sono sicuro che daremo tutto il massimo e spero che nel corso dei mesi si possano ottenere i giusti riconoscimenti per il lavoro svolto. Sono convinto sia il posto ideale per costruire qualcosa di buono, da parte mia cercherò di trasmettere ai ragazzi tutto ciò che ho imparato. Per ora però non facciamo proclami, la squadra ha iniziato la preparazione e stiamo valutando le qualità dei ragazzi".

Quali sono i punti fermi su cui lavorerai?
"Essendo cresciuto nella Juventus, la ricerca della vittoria è una prerogativa. Ottenuta attraverso un calcio propositivo se possibile, ma adeguandosi ai giocatori che hai e aiutandoli a migliorarsi. Quello che più mi preme però è che i ragazzi si divertano. Questo deve essere alla base del calcio, a qualsiasi livello, senza non ha senso proseguire e credo sia uno dei motivi principali per cui tanti lasciano presto".

Quali fattori portano un ragazzo a perdere interesse secondo te?
"Oggi rispetto ad un tempo un giovane ha molte più alternative per divertirsi, può capitare quindi che alla prima difficoltà molli tutto per cercare altro. Questo perché c'è meno spirito di sacrifico, causato anche da aspettative esagerate, create magari da modelli sbagliati, società che non lavorano bene o da genitori troppo esigenti. Persone presuntuose ed incompetenti causano questo allontanamento, spesso mal consigliando. Ciò che deve contare per loro è avere l'opportunità di giocare, crescendo e continuando a studiare, non devono avere fretta di arrivare subito. Non buttarsi giù alla prima difficoltà, se magari il loro impegno o le loro qualità non vengono riconosciute immediatamente. E' vero che alle volte non dipende solo da loro, ci sono aspetti che spesso non sono chiari, ma non devono buttare via tutto perché magari non giocano nei Regionali o perché una grande squadra li ha scartati. A questi livelli non deve essere una questione di prestigio, io ritengo sia molto meglio giocare nei Provinciali, piuttosto che finire in un club di livello che fa i Regionali o Nazionali e magari non vedere mai il campo. Per non parlare del professionismo, dove una dignitosa carriera non vuol dire necessariamente arrivare in Serie A. Purtroppo i modelli odierni non aiutano, si guadagna troppo e a certi livelli tratti il giocatore come fosse una divinità, così si perde il senso, venendo rimarcato solo l'aspetto del profitto e spesso a questi elementi manca umiltà".

Le società cosa possono fare per arginare il problema?
"Io credo che nel calcio con la buona volontà può essere più semplice risolvere i problemi, che sono poi specchio della nostra società. Una società di calcio dovrebbe agevolare il più possibile i suoi ragazzi ed investire il più possibile sui maestri. La dirigenza è importante, ma alla base di tutto c'è l'istruttore che lavora con il gruppo, è su di lui che bisogna puntare in primis. Vedo tante squadre che si concentrano principalmente sulla prima squadra, che è la parte più in vista, oppure quelle che considerano i giovani calciatori solo come quote da riscuotere. Questo è triste, perché contribuisci solo a perdere i ragazzi. Investire su bravi allenatori nelle giovanili vuol dire oltretutto preparare calciatori che possano far parte poi della prima squadra, che ci tengano. E un bravo allenatore deve metterci del suo, cercando di far giocare tutti. E' inutile avere una rosa di 20 giocatori se poi fai entrare sempre gli stessi, è normale che poi gli altri perdano interesse".

Seguire la crescita di questi ragazzi sembra qualcosa che ti entusiasma.
"Un tempo non pensavo che sarei passato al settore giovanile. Allenare mi è sempre interessato, anche se dovetti iniziare anzitempo e quasi costretto, visto che l'infortunio che mi fermò mi faceva stare troppo male. Provai a proseguire, ma quando vidi che era impossibile andare avanti passai alla panchina. Come detto, non pensavo di allenare i ragazzi, anche se spesso mi veniva riconosciuto che avevo ottime qualità comunicative mentre interagivo con loro. Quando c'è stata la possibilità, andando al Volpiano, ho scoperto il piacere di lavorare in queste categorie. La loro freschezza, l'entusiasmo, la possibilità di applicarsi e trasmettere concetti che un calciatore formato difficilmente recepirà. Per non parlare della riconoscenza, che altresì nel calcio adulto non hai allo stesso modo. Non dico di non esser più interessato ad allenare gli adulti, ma ho imparato che entrambe le esperienze sono piacevoli, a patto che ti sia data la possibilità di lavorare".

Cosa intendi?
"Come dicevo prima, certe volte ci sono intoppi o problemi di vario genere che non dipendono da te, e alle volte non sai neanche il perché di certe cose. Mi capitò alla Juventus, quando un anno finii in Seconda Categoria, mentre l'anno dopo giocai a San Siro, non sapendo il perché di questo sali scendi. Episodi spiacevoli che accadono a tutti i livelli, mi capitò anche da allenatore qualcosa di poco simpatico senza capirne il motivo, ma son cose che non devono frenarti. Io tenni duro e stringendo i denti non mi lasciai abbattere e volli restare in bianconero, togliendomi poi le mie soddisfazioni".

Passare dalla Juventus alle serie inferiori però non deve essere stato facile.
"Un aspetto che manca spesso ai modelli calcistici moderni è l'umiltà. Sia chiaro, passare dal professionismo al dilettantismo non è facile, anzi, il calcio nelle categorie inferiori è più complicato. Bisogna avere pazienza e accettare di calarsi appieno nella nuova realtà. Da parte mia cercai di mettere l'esperienza al servizio della squadra, non fu semplice, ma credo cose simili possano aiutare i giovani che crescono in quei contesti".

Un ringraziamento speciale?
"Nella mia carriera di allenatore tutti coloro che mi hanno seguito mi hanno lasciato qualcosa. E guardando ai personaggi famosi è semplice indicare Trapattoni come simbolo e modello. Chi mi sento di celebrare in particolar modo è Mario Pedrale. Persona straordinaria, a cui tra l'altro è intitolato il campo sportivo del Junior Torrazza, è sicuramente colui che posso indicare come mio mentore, avendomi influenzato enormemente con il suo grande spessore umano e sportivo".

PROFESSIONISMO - Dopo una stagione esaltante per entrambi è arrivata la meritatissima chiamata da una formazione che in questa stagione ha mancato di un soffio il ritorno in serie B.
 


Il campionato di Samuel Deljallisi è stato di primissimo piano. Con ben 43 reti nella stagione regolare ha trascinato i suoi alle fasi finali, dove solo un super Asti ha negato la finalissima alla compagine 2006 dei nero-bianco oro. Occhi del professionismo puntati addosso e ad accaparrarsi il bomber è stata la Virtus Entella, sempre molto attenta a monitorare i giovani oltre il confine regionale.

Un mese dopo è stato quindi il turno del campione regionale Antonio Mallamace, che con il Chisola degli invincibili ha messo in riga tutte le squadre dell'annata 2008. L'instancabile centrocampista vinovese metterà ora i suoi polmoni e la sua grinta al servizio del sodalizio Ligure, puntando a nuove vittorie.

PROFESSIONISMO - Dopo essersi messi in bella mostra nel corso del campionato ed essersi affrontati nelle fasi finali, i tre ragazzi del 2006 andranno a giocarsi le loro carte per diventare protagonisti nella nuova realtà.
 


L'ottima stagione del trio Burruano-Guzman-West non poteva lasciare indifferenti e le attenzioni hanno portato infine all'approdo nel professionismo.

Il centrocampista e capitano del Volpiano Angelo Burruano, anima della sua squadra, ha convinto la società a puntare su di lui a suon di ottime prestazioni e dopo i quarti di finale raggiunti la scorsa stagione potrà proseguire il percorso di crescita nei Nazionali. Per lui un ritorno al professionismo, dopo aver vestito la maglia del Torino nella Scuola Calcio e quella della Pro Vercelli nel Settore Giovanile.

Discorso simile per il tuttocampista e capitano Francesco Guzman, che con la sua verve è stato uno dei trascinatori dell'ottimo Alpignano di Alessandro Campasso. La sua stagione, impreziosita da 11 reti, si è conclusa solo in semifinale al cospetto dei futuri campioni del Lascaris. Le sue qualità in proiezione offensiva aspettano solo di essere ulteriormente affinate.

E non potavano mancare le attenzioni per uno dei trascinatori dell'Asti finalista, quel Roberto Omon West che ha blindato con classe e fisicità la porta dell'undici guidato da Alessandro Redento. Il suo poderoso fisico e la capacità di saper giocare il pallone senza paura in difesa, potrà aiutarlo molto nel passaggio ad un campionato ancora più competitivo, in un calcio dove oltre al fisico è richiesto sempre di più un piede educato in tutti i ruoli.

PROFESSIONISMO - Per la bandiera e capitano del Mirafiori il giusto riconoscimento dopo anni di crescita continua, per il portierone classe 2006 un gradito ritorno.
 


Saluta il Mirafiori dopo 7, intensi anni, Leonardo Pregnolato, che va meritatamente a calcare i campi del professionismo, vestendo la gloriosa maglia della Pro Vercelli. Per il fantasista classe 2007 il giusto premio dopo anni che le sue qualità sono state esaltate sul campo di via Geymonat. Neanche la pandemia ha arrestato questo percorso, con riconoscimenti dati da provini, come quello sostenuto con il Cittadella nel novembre dello scorso anno, e le numerose chiamate nella rappresentativa nazionale LND Under 15. Per l'ormai ex capitano azzurro giallo la possibilità di mostrare le sue qualità al servizio di un club storico, che tanto bene sta lavorando nel settore giovanile.

E' un ritorno invece quello dell'estremo difensore Alessandro Mattrel. Arrivato dalla Juventus nell'estate del 2020, si è distinto con i suoi colori nella fantastica scorsa stagione, dove ha conquistato assieme ai compagni del 2007 le fasi finali. Ora per lui l'avventura sull'altra sponda del Pò, con la firma ad inizio mese per il Torino, che ha deciso di credere in lui e riportarlo in alto.

PROFESSIONISMO - Estate intensa per la squadra del presidente Silvano Zoppo. Elia Bionaz già a luglio era approdato al Genoa, ad agosto altre due conferme dell'ottimo lavoro svolto in società.
 


Nonostante una stagione complicata, le diverse annate dell'Aygreville sono state in grado di lavorare proficuamente sui propri ragazzi e prima della nuova stagione arrivano altre due chiamate dal professionismo per le Aquile.

Ai primi di agosto è Leonardo Money a fare il grande salto. Come il collega Bionaz, il ragazzo del 2008 viene notato a stagione in corso, in quello che è il suo primo anno completo giocato con l'Aygreville, essendo arrivato nel 2020 dopo otto anni al Quart. La Pro Vercelli viene colpita dopo un'amichevole delle Aquile contro la Juventus, disputata a marzo, e dopo due provini il talentuoso giocatore convince la società. In bocca al lupo per la nuova avventura, che lo porterà a cambiamenti importanti.

Il classe 2005 Davide Pozzan passa all'Alessandria, nel campionato Primavera 2. Cresciuto nel Fenusma come centrocampista, milita nel sodalizio rosso nero dalla stagione 2016/2017 dove vede esaltate fin da subito le sue doti di finalizzatore. Vince la classifica marcatori nella stagione 2018/2019 facendosi notare proprio dagli osservatori alessandrini, che cominciano a seguirlo. La scorsa, sfortunata stagione, non fa comunque mancare il suo supporto, centrando la rete 20 volte. Ora per lui una nuova avventura in un contesto di spessore.

PANCHINE - Dopo il colpo ad effetto dell'arrivo di Tommaso Schiavo come Direttore Tecnico del Settore giovanile, mancavano solo gli ultimi tasselli per completare il parco allenatori.
 


Tutto pronto al Carmagnola per l'inizio della nuova stagione. Erano già arrivate conferme per Under 17, Under 15 e Under 14, dove i nomi corrispondono rispettivamente a quelli di Mattia Abate Daga, che concluderà il biennio Allievi con i 2006; Ciro Lotti, che terrà la categoria; ed infine Dario Bono, anche lui confermatissimo con i ragazzi del 2009.

In Under 19, che disputerà i Regionali, a tenere le redini sarà il Ds Paolo Biolatto, mentre per l'Under 16 il grande colpo risponde al nome di Giancarlo Schierano. Il neo tecnico proverà a ripetere la splendida annata disputata con i ragazzi del 2007 della Santostefanese, figlia di un immacolato percorso in campionato, condito da 16 vittorie e due pareggi, e chiuso con il meritatissimo riconoscimento di campioni provinciali di Cuneo per la categoria Under 15. Un nome di sicuro affidamento per poter riconquistare i Regionali.

INTERVISTA - Dopo la stagione con il Città di Baveno Under 17, altra esperienza sopra categoria per il poderoso estremo difensore classe 2007 Ryan Gnonto. Il suo ex tecnico Ivan Sottini certifica le sue grandi qualità e le aspettative di crescita: "E' un ragazzo che migliorerà ancora tanto. Fisicamente è impressionante, ha gran carattere, che usa bene in area guidando la difesa, abile nelle uscite. Su alcuni aspetti tecnici deve migliorare, ma sono sicuro al Gozzano avrà un ulteriore step, in una società con tanti ottimi allenatori che lo aiuteranno. Oltretutto è un bravissimo ragazzo, gli auguriamo il meglio".
 


Il cognome Gnonto si sta facendo largo nel calcio. Dopo il più noto Wilfried, ora è il turno del cugino Ryan mettersi in mostra, dopo anni decisamente complicati causa Covid e in quello che forse è il ruolo più difficile e dove la crescita è più graduale. 
Dal Novara al Città di Baveno, dopo le parole del suo ultimo allenatore Ivan Sottini sentiamo quelle del classe 2007, che ha disputato un'importante stagione con gli Allievi giocando per altro tutto il girone di andata da titolare.

"E' stata una stagione molto importante per maturare esperienza. Come per tanti ragazzi il Covid è stata una brutta botta, proprio nel momento in cui passavamo al settore giovanile. Il Novara non ci ha mai lasciato soli, cercando di farci sempre lavorare, seguendoci in tutti i modi possibili. C'è stato scoramento, ma mai il pensiero di mollare, il calcio mi è mancato tanto e non vedevo l'ora di tornare. Arrivare al Baveno avendo giocato poco a 11 per andare a disputare gli Allievi è stato un importante riconoscimento. Ho trovato un bel gruppo, unito e devo ringraziare tantissimo allenatore e compagni con cui ho costruito un bellissimo rapporto, mi sono stati vicini, insegnandomi tanto, dandomi consigli. In campionato abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, il livello era alto e spero di poter mettere ancor più in pratica tutto quello che ho imparato qui".

Su quali aspetti hai lavorato maggiormente?
"Ho una grande fisicità, sono molto reattivo e le parate plastiche sono il mio forte. Ci siamo concentrati su quegli aspetti su cui fatico di più, le prese, la chiusura, tanti piccoli dettagli. Inoltre ora che il ruolo del portiere si è evoluto, ho cercato di migliorare il controllo e il giro palla. Ci viene chiesto molto di più di lavorare con i piedi e questo già da piccoli. All'inizio è stato complicato, ma mi sono abituato e mi piace sviluppare questo aspetto, non avere paura di giocare con i piedi, di rischiare, limitando i lanci lunghi e migliorando la precisione. Sono contento poi di aver avuto la possibilità di giocare una buona parte di stagione da titolare, penso che per un portiere la continuità sia importante".

Hai un portiere di riferimento?
"Da juventino ovviamente chi mi ha fatto avvicinare al ruolo è stato Buffon. Ma tra quelli più moderni il riferimento è Mike Maignan. Mi piace tantissimo, lo seguo, cerco di prendere spunti dal suo gioco".

Invece tra i tecnici che ti hanno seguito, c'è qualcuno che consideri il tuo mentore?
"Antonino Mafrè sicuramente. Era allenatore dei portieri al Novara e con lui ho stretto un legame fortissimo. Oltre che sugli aspetti tecnici, è stato lui a rendermi pienamente cosciente delle mie qualità, ha avuto un'impronta importante sulla consapevolezza, sull'aspetto mentale. Ora è passato al RG Ticino e ha anche provato a portarmi in squadra, anche se come destinazione era difficoltosa, troppo lontana da casa. Ma è stato bello ritrovarlo in campionato, parlarci sul campo. E' la persona che mi ha segnato maggiormente".

Ora ti aspetta questa nuova avventura al Gozzano.
"Sono molto contento di avere questa opportunità. La società mi ha voluto fortemente e dopo aver concluso il provino con loro, sono subito stato avvicinato dalla Juniores. Sono felice di averli colpiti e loro hanno colpito me, ho visto un bel gruppo unito, dove tutti si danno una mano, una squadra forte con tanti ottimi elementi, che sanno giocare e hanno voglia. Spero proprio potremo fare una bella stagione. Inoltre è una società importante che punta davvero sui giovani, basti vedere i diversi ragazzi approdati in squadre di A negli ultimi anni. Lo scorso anno Michael Kayode, ora Manè Italiano, entrambi alla Fiorentina, per dire solo gli ultimi".

In Italia nel complesso pensi ci sia un problema con i giovani a livello sportivo?
"Penso siamo un po' indietro rispetto ad altre nazioni e mi auguro ci sia presto una presa di coscienza, che si lavori per aiutare più giovani possibili ad emergere. Spesso può essere un bene andare all'estero, anche se dipende da diversi fattori".

Non posso che chiederti di tuo cugino Wilfried a questo punto. Ha fatto la scelta giusta?
"Visto dove sta arrivando, penso di si, è stato bravo e fortunato nel suo percorso, ma è difficile fare paragoni. Per me può essere uno stimolo e chissà che tra qualche anno non ci troviamo a doverci confrontare. Però per noi portieri è più complicato emergere, è un ruolo delicato e non è così semplice fare la scelta giusta".

Per il resto, cambieresti qualcosa a questo calcio?
"Il giro di soldi impressionante che c'è sta facendo perdere un po' l'essenza vera del calcio, il divertimento, per se stessi e per chi guarda. Si punta troppo spesso solo ad ingaggi stellari, condizionati troppe volte da elementi che ti seguono solo per tornaconto. Credo che un giovane come me e tanti altri debba mantenere certi legami con la famiglia ed essere seguito da chi ti ha a cuore, qualcuno che ti conosca da quando sei piccolo e inizi con te, diciamo. Da questo punto di vista io sono fortunato".

Sogno nel cassetto?
"Il professionismo naturalmente. Per tanti motivi restare in Italia sarebbe importante e da tifoso ovviamente la speranza è poter giocare nella Juventus. Io mi impegno al massimo per farmi trovare sempre pronto, come quando ho svolto l'ultimo provino con loro poco tempo fa. E' un'emozione unica sentirti parte di quel gruppo, anche se per poco tempo, e quando li affrontai nelle scorse stagioni al Novara furono momenti da pelle d'oca. Se dovessi scegliere un altro campionato direi la Francia, visto anche che mia madre è francese. Naturalmente lì il top è il PSG, anche se è un'ambiente con tante stelle e davvero complicato".

PANCHINE - Come la scorsa stagione si percorre la strada della continuità, il direttore tecnico Mirco Rondinelli conferma tutti gli allenatori già presenti.


Dopo una stagione decisamente positiva, con tanto di Under 18 ad un passo dal titolo nazionale, l'Acqui conferma di credere nei suoi uomini e come l'anno scorso opta per la riconferma totale del suo parco allenatori.

La Juniores verrà affidata ad Alessandro Malvicino, mente Gianluca Oliva e Federico Rovera completeranno il biennio rispettivamente con i ragazzi del 2006 e del 2008. A Rovera e i suoi il compito di recuperare la categoria Under 15, unica del sodalizio alessandrino a non disputare i regionali.

Roberto Bobbio proverà a rivitalizzare il gruppo Under 16 dopo una stagione molto complicata, mentre Roberto Aresca scende in Under 14 e guiderà i 2009 nella transizione da Scuola Calcio a settore giovanile.

MERCATO - Si punta a migliorare ancora al Nichelino Hesperia. L'Under 17 è il fiore all'occhiello della società e sotto la guida di Elio Bert si rinforza con innesti di assoluto livello, per migliorare ulteriormente dopo lo scorso ottimo campionato. In Under 16 spazio a chi sa cosa vuol dire lottare per la salvezza, mentre l'Under 14 saluta l'importante permanenza del proprio capitano. In Under 15 ancora tutto fermo, ma i tanti rinnovi fanno ben sperare per un'annata più fortunata, con l'obbiettivo di riconquistare i Regionali.
 


UNDER 17 - ESPERIENZA E QUALITA' CON LA MONICA E CURCI 

Dopo l'ottima annata appena conclusa il gruppo 2006 puntella ogni reparto. I nomi di spicco sono quelli di Stanislas La Monica e Simone Curci, in arrivo da Chisola e Chieri. L'ex vinovese va a rafforzare con fisico e velocità l'attacco della squadra di Elio Bert, mentre Curci blinderà la fascia difensiva. Stesso discorso da fare per Matteo Pagliuca, preso dal Pozzomaina dopo una convincente stagione. Non è stata un'annata facile invece per i ragazzi del Garino, retrocessi ai Provinciali, ma le prestazioni dell'estremo difensore Christian Vigliarolo e del capitano Thomas Dell'Aquila a centrocampo hanno convinto il sodalizio nichelinese a puntare su di loro.

UNDER 16 - GUARDALBEN BLINDA LA PORTA

Decisamente più complicata la stagione dei classe 2007, che dopo la retrocessione passano agli ordini di Loris Fasiello e provano a rinforzarsi per disputare un campionato più sereno. E si riparte da chi ha lottato con le unghie per garantire alla ormai ex squadra la salvezza, ovvero Daniele Portelli e Niccolò Iemma. Centrocampista e terzino hanno festeggiato con Bacigalupo e Orbassano e ora daranno il loro pieno contributo alla causa nichelinese. Difesa che si irrobustisce con l'innesto del centrale Denis Mitrofan, preso dai vice campioni regionali della Cbs, mentre tra i pali e in avanti saranno gli ex Garino Mattia Guardalben e Giulio Perrone a destreggiarsi con i nuovi colori. Importante l'arrivo di Guardalben, che lo scorso campionato ha maturato notevole esperienza disimpegnandosi con i 2005.

UNDER 15 - PIOGGIA DI CONFERME, SI ATTENDONO MOVIMENTI DALL'ESTERNO

Situazione ancora in divenire per l'unico gruppo che disputerà i campionati provinciali. Il nuovo tecnico Antonello Somma per ora non ha nuove frecce al suo arco, ma con la retrocessione e l'addio di mister Fratello si temeva la squadra potesse perdere molti elementi. Così non è stato e ad oggi sono ben 15 le conferme nella vecchia rosa, a cui si aggiungeranno nel più breve tempo possibile nuovi innesti a cui la società sta lavorando.

UNDER 14 - IL CAPITANO NON SI MUOVE. TRIO DAL CHISOLA

Sarà ancora Francesco Starace la guida che condurrà i ragazzi del Nichelino al passaggio dalla Scuola Calcio all'agonistica e per disputare un'altra annata serena la società si è già mossa con diversi buoni colpi. Francesco Bono andrà a rinforzare la mediana, ma è in difesa che sono arrivate tutte le più grandi novità. Enea Ottaviani dal Cit Turin alzerà le barricate al centro della difesa e con lui Alessandro Rania del Chisola. Sempre dal sodalizio vinovese pronti ad arare le fasce Simone Vetri ed il mancino Tommaso Sferlazza. Al momento però l'acquisto più importante è quello di capitan Diego Lopez. In prova fino a giugno alla Juventus, era corteggiato da diverse squadre di rilievo, come Chisola, Chieri e Pinerolo, ma continuerà a dirigere dal campo il suo Nichelino anche nel prossimo campionato.