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Lunedì, 24 Settembre 2018 19:12

Vanchiglia - Il grande ritorno di Andrea Gasbarroni

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La squadra del Vanchiglia composta da nati nel 1980-81, in cui è presente anche Andrea Gasbarroni (il primo degli accosciati da sinistra) La squadra del Vanchiglia composta da nati nel 1980-81, in cui è presente anche Andrea Gasbarroni (il primo degli accosciati da sinistra)

Andrea Gasbarroni racconta il suo ritorno al Vanchiglia. Scuola Calcio di tecnica individuale è il nome che si vuole dare al nuovo progetto, ma in realtà la figura di Andrea Gasbarroni sarà a completa disposizione del sodalizio granata, sposandone idee, progetti ed ambizioni.


Quali sono le motivazioni, gli obiettivi e le emozioni alla base del tuo ritorno al Vanchiglia?

Partirei dalle emozioni. Sono nato qui, in questo borgo, a pochi passi da questo campo. Qui ho iniziato e da qui voglio ripartire. Ogni volta che vengo in questo posto mi tornano in mente i ricordi più belli, che poi sono i ricordi di un bambino. Ho iniziato qui a giocare, è nato tutto per gioco, come è giusto che sia. Poi ho avuto la fortuna di fare della mia passione una professione. Oggi mi piacerebbe portare la mia esperienza ed il mio entusiasmo, dedicandomi ai ragazzi di qualsiasi età, con l’obiettivo di trasmettere quello che ho maturato in tutti questi anniAll’atto pratico vorrei insegnare ai giovani, giocare con loro, farli migliorare e crescere. Farlo qui al Vanchiglia è uno stimolo ancora più forte, perché io qui ci sono nato

 

Attraverso il tuo modo di intendere e praticare il calcio, hai sempre rappresentato uno dei simboli dell’antitesi tra l’esaltazione della fantasia e del talento con il concetto di calciatore come talento inquadrato in uno schema

Chi ha talento deve essere lasciato libero di esprimerlo. La gente va allo stadio per vedere la giocata, per vedere il dribbling, per vedere il gesto istintivo. Sono certe giocate che strappano applausi, ti fanno venire i brividi e ti fanno amare questo sport. Poi non puoi pensare di avere 11 giocatori di talento e gli allenatori ci sono anche per quello, per valorizzare al meglio le caratteristiche di ognuno, per unire fantasia e concretezza. Ma se uno vuole dribblare bisogna lasciarglielo fare.

 

I valori del Vanchiglia sono sempre stati l’autenticità, la genuinità e l’identità. Il senso di appartenenza da queste parti si respira nell’aria. Valori che anche Andrea Gasbarroni ha sempre palesato sia come uomo che come calciatore. Personaggio privo di filtri, vero, autentico, con i suoi pregi ed i suoi difetti. Un binomio Gasbarroni-Vanchiglia che promette bene dunque?

Il campo del Vanchiglia è inserito nel cuore del borgo, è qui le persone sono genuine ed autentiche. Io ho avuto la fortuna di far diventare un gioco il mio lavoro e questo mi ha aiutato davvero tanto ad essere sempre me stesso, senza filtri. Poi per me il piacere di giocare al calcio è sempre stato uguale a 5 anni così come a 30 anni. Perché se a guidarti è la passione, allora anche se giochi a San Siro lo fai con la spensieratezza di un bambino. Quando entri in campo, per una partitella tra amici o per una partita di Serie A, il gioco del calcio è sempre quello.

 

La tua idea di Scuola Calcio. Crescere attraverso l’apprendimento, attraverso il divertimento, senza esasperazioni. Al Vanchiglia si dice sempre “crescere nello sport per crescere nella vita”. 

Ogni bambino che inizia a giocare ha il sogno di diventare un calciatore. La cosa più bella che ti può capitare nella vita è svegliarti la domenica mattina e pensare di dover andare a giocare al pallone. Aldilà di tutto il calcio è un gioco questo non bisognerebbe dimenticarselo mai. Questo è il succo, il senso più bello di questo sport. Al Vanchiglia spero che arrivino ancora tanti ragazzi con voglia di divertirsi e migliorare. Questo è l’obiettivo mio e del presidente. Ringrazio lui e tutta la società per l’opportunità che mi ha dato e per avermi permesso di tornare a casa. Qui si vive di passione e c’è una voglia smisurata di fare bene.

 

Marco Giampaolo in un intervista ha dichiarato: “il talento lo trovi in mezzo alla strada, sono quei ragazzini senza maglietta”. Andrea Gasbarroni è stato uno di questi talenti. Ma lui la sua maglietta del Vanchiglia ce l'ha sempre avuta cucita addosso e adesso potrà tornare ad indossarla. 

                                    Paolo Montone

Ultima modifica il Lunedì, 24 Settembre 2018 19:25

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