Venerdì, 22 Novembre 2024

Approvata in extremis la riforma dello Sport: abolizione del vincolo sportivo e riconoscimento della figura del lavoratore sportivo

Scritto da redazione

Il Consiglio dei ministri ha approvato i cinque decreti legislativi per l'attuazione della riforma dello Sport. Lo apprende l'ANSA da fonti governative. Tra le novità più importanti l'abolizione del vincolo sportivo e il riconoscimento della figura del lavoratore sportivo.


I decreti erano stati presentati nello scorso autunno dal ministro Vincenzo Spadafora, quando era ancora in carica il governo Conte. Il via libera è arrivato in extremis, la delega infatti scadeva domenica 28 febbraio, pena il decadimento e la ripartenza dell'iter dall'inizio.

Per quanto riguarda l'abolizione del vincolo sportivo (ad oggi un atleta può svolgere attività sportiva agonistica solo per conto della società per la quale è tesserato e quindi non può praticare lo stesso sport con altra società) partirà tra 5 anni, mentre il lavoratore sportivo, a partire da luglio 2022, verrà regolarizzato col versamento di contributi previdenziali per chi supererà la no-tax area di 10.000 euro annui.

La riforma dello Sport arriva nonostante l’opposizione di molte Federazioni: ieri Figc, Federbasket e Federvolley avevano scritto una lettera al premier Draghi, pregando di rinviare l’approvazione, viste le difficoltà che ha il mondo dello sport in questo periodo. Il riferimento era soprattutto al lavoro sportivo e all’abolizione del vincolo, osteggiata anche dalla Lega Nazionale Dilettanti.

Cosimo Sibilia aveva definito la riforma come una “grave minaccia per il calcio dilettantistico. Il vincolo di tesseramento, assunto con le tutele già presenti, costituisce un elemento essenziale di sussistenza per ogni singola società dilettantistica, pertanto va mantenuto nella sua attuale regolamentazione. Non esistono, in senso assoluto, forme d’indennizzo che possano surrogarlo. Inoltre il decreto legislativo sul lavoro sportivo assesterà un duro colpo alle ASD e SSD che dovranno considerare i loro atleti dilettanti (in contrasto con le norme della FIGC) come lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS con aggravio di costi e incombenze di versamenti e registrazione”.

Clicca qui per leggere la presa di posizione della LND.

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