Venerdì, 22 Novembre 2024

Chieri, parola a Piero Ciletta: “Prima di tutto la tecnica, qui a Chieri coltiviamo talenti”

Scritto da
Piero Ciletta tra Stefano Sorrentino e Antonio Montanaro Piero Ciletta tra Stefano Sorrentino e Antonio Montanaro

INTERVISTA - Il responsabile della Scuola calcio: “Società all’avanguardia, presidente sempre presente, struttura sportiva e istruttori di primo livello: qui ci sono tutte le condizioni per lavorare bene. Il portiere del 2015 Luca Bernascone è stato tesserato dalla Juventus, una grande soddisfazione per tutti”


“Vivo a Chieri, sono in questa società da 13 anni, questa è casa mia”. Cambiano le gestioni, ma tra i pochi punti fermi del Chieri c’è sempre lui, Piero Ciletta. Da giocatore ha “girato” tra canavese e collina, da allenatore ha iniziato per dare una mano ai “cugini” del San Giacomo Chieri, quando suo figlio Alessio (classe ’98) aveva 5 anni e lui non aveva ancora appeso gli scarpini al chiodo. Adesso Alessio, che ha fatto le giovanili al Torino, gioca in serie D a Pinerolo, mentre Piero ha appena iniziato una nuova esperienza, come responsabile della Scuola calcio: “Qui a Chieri - racconta - ho iniziato con i ’97 nella categoria Esordienti, c’era Maria Grazia (oggi segretaria, ndr) come dirigente, allenavo il suo figlio più piccolo, Enzo. E ho sempre fatto quel biennio, il primo anno a 9 e il secondo a 11, allora era così: un passaggio fondamentale, mi sono sempre divertito a insegnare calcio ai ragazzi. Dopo 13 stagioni mi sono preso una pausa e sono andato al Chisola per tre anni, prima con gli Esordienti 2007 e poi con i 2006 nel Settore giovanile. Due stagioni fa sono tornato a Chieri, ancora con i 2006, e da quest’anno sono tornato nella Scuola calcio: alleno i 2010 e ho iniziato questa nuova avventura come responsabile del settore”.

Partiamo dai 2010, con una valutazione di questa prima parte di stagione.

“I ragazzi mi stanno dando grandi soddisfazioni. È un gruppo di amici, che lavora bene, ha voglia di imparare. Devo dire che ho dei dirigenti speciali, lo staff è fondamentale, con il loro aiuto diventa tutto più semplice. Domenica scorsa abbiamo vinto il torneo Corbo, al Mirafiori, in finale contro la Sisport, che è una squadra molto forte. Il presidente mi prendeva in giro perché arrivavamo sempre secondi, e invece stavolta ce l’abbiamo fatta. La coppa è importante per i ragazzi, per me è una conferma della loro crescita: il lavoro paga”.

E la gestione della Scuola calcio, come sta andando?

“Molto bene, seguo sia la parte organizzativa che quella tecnica, lavoro in sinergia con Omar Cerutti e Antonio Montanaro, e con la costante supervisione del presidente Stefano Sorrentino, che è sempre presente, sul pezzo, ci lascia lavorare in autonomia ma partecipa con la sua esperienza. Essendo il mio primo anno, mi aiutano a fare meno errori. Ogni giorno sto sul campo 4/5 ore, dalle 16 alle 21, più tutto il week end: mi occupa tanto tempo ma lo faccio con entusiasmo, sono felice che la mia passione sia diventata anche il mio lavoro. D’altro canto è così, se gestisci la Scuola calcio in una società importante come il Chieri, non c’è mai pausa”.

Prima di tutto, immagino, si cura la tecnica.

“Sicuro. La tecnica e la pratica sono fondamentali: stop e trasmissione di palla, il dribbling, come si calcia e come si colpisce di testa, come si fa una rimessa laterale, come si fa un contrasto. Se non insegni questo nella Scuola calcio, è difficile che i giocatori lo imparino nel Settore giovanile”.

Conta di più il talento o il lavoro?

“La qualità del gesto tecnico è innata, ma noi la curiamo tantissimo: il talento senza lavoro non basta. Noi partiamo dalla formazione, in aula ma soprattutto sul campo, degli istruttori. Poi loro lavorano con i ragazzi, cerchiamo di essere attenti a tutto, fino ai dettagli. Parliamo di attività di base e dalla base bisogna partire: correre, saltare, gestire il pallone. L’obiettivo primario è la tecnica, l’aspetto collettivo viene dopo: se non fai stop e passaggio, diventa difficile mettere in campo una squadra. Poi, il segreto è farli giocare tanto: nelle partite i bambini giocano, si divertono e si esprimono. E crescono, migliorano”.

Di che numeri parliamo?

“Abbiamo 100 iscritti in più rispetto alla stagione precedente, in tutto abbiamo 220 ragazzi, abbiamo quasi raddoppiato. Per esempio di 2010 ne abbiamo 56, quattro gruppi che lavorano in sinergia. Siamo all’anno zero come dice il presidente, ma se guardiamo i primi 5 mesi di operatività, siamo molto soddisfatti. Anche perché abbiamo la fortuna di lavorare in un ambiente sereno e in una struttura fantastica, su campi sintetici di ultima generazione che non tutti hanno”.

Le professioniste seguono qualche vostro talento?

“Abbiamo ottimi profili in tutte le annate, in particolare 6 ragazzi tra 2014 e 2015 sono andati in prova alla Juventus e al Torino. E uno lo hanno già preso”.

Raccontaci.

“Luca Bernascone, portiere del 2015, è stato tesserato dalla Juventus, merito del nostro staff dei preparatori dei portieri, sono eccezionali. Ne siamo tutti orgogliosi, l’obiettivo principale di una Scuola calcio è sempre quello di mandare dei ragazzi nel professionismo”.

Chiudiamo con le tue prospettive, per questa stagione e per il futuro.

“Speriamo di chiudere la stagione alla grande, dalla Prima squadra al Settore giovanile, dagli Esordienti ai più piccoli. Non sono importanti le mie prospettive, ma quelle della società, stiamo lavorando bene e spero che il campo lo confermi. Quanto a me, da chierese sono orgoglioso di stare qui, Chieri è la mia famiglia e spero che lo rimanga ancora a lungo”.

Registrati o fai l'accesso e commenta