7 - In questo articolo di Edoardo Ciofi scopriremo qual è l'identikit ideale di un bravo allenatore.
Una delle figure più importanti nel mondo dello sport è, sicuramente, quella dell’allenatore. L’allenatore infatti è la figura che è presente dal primo calcio dato ad un pallone, fino al saluto finale di una carriera. Ogni squadra sportiva ha un allenatore che la prende e le segue (salvo decisioni diverse) dall’inizio alla fine di una stagione. Cerchiamo insieme di capire quale sia il ruolo ma, soprattutto, le caratteristiche “ideali” che un allenatore deve possedere.
Da tuttofare a specialista
Nel tempo la figura dell’allenatore è variata tantissimo. Se pensiamo a figure del passato (non prendiamo per forza allenatori di Serie A, ma allenatori comuni…) il prototipo dell’allenatore rispondeva ad una figura “tuttofare”. Con il fischietto in bocca e dei metodi da generale, l’allenatore del passato si occupava di fare un po’ di tutto, dal preparatore atletico, al nutrizionista, allo psicologo… Grazie ad una maggiore formazione, l’allenatore moderno, invece, ha la possibilità di distaccarsi da questa figura e avere la possibilità di concentrarsi e specializzarsi al meglio sull’ambito che è direttamente sotto il suo controllo.
Di cosa stiamo parlando? Su cosa dovrebbe specializzarsi un allenatore? Proviamo a scoprirlo insieme…
Conoscenza tecnica e tattica
Questo è sicuramente l’ambito principale (di certo non l’unico) nel quale l’allenatore dovrebbe specializzarsi e formarsi continuamente. Lo studio continuo, il formarsi tramite corsi, letture, webinar, colleghi è una delle caratteristiche principali del tecnico che vuole essere efficace. Le modalità di allenamento, infatti, sono in continua evoluzione; rimanere ancorato ad un modello, anche se funzionante, senza mettere in gioco nuove possibilità, può essere un limite anche per l’allenatore più bravo.
Passione e motivazione
L’allenatore è come un direttore d’orchestra. La gestione del gruppo, la motivazione degli atleti durante l’allenamento e la partita sono gestiti dalla “bacchetta” dell’allenatore. Molto spesso ci sono allenatori che richiedono passioni e grinta ai calciatori ma che non sono in grado di trasmetterla. Stanchezza dopo una giornata lavorativa, problemi esterni dal calcio, preoccupazioni... Sono tutte scusanti che fanno si che l’allenatore sia un po’ scarico durante l’allenamento. Ma come può poi chiedere ai giocatori o alle giocatrici di essere carichi/e
Coerenza con il progetto
Ogni allenatore porta con sé una storia differente e un progetto differente. Ogni allenatore ha un sogno, un obiettivo. C’è chi vuole dedicarsi ai più piccoli, c’è chi ha il sogno della Serie A e chi delle squadre di adolescenti di categorie provinciali. Ci sono anche differenti idee di calcio. Differenti filosofie di crescita dei ragazzi o delle ragazze. Quello che conta è la capacità di rimanere coerenti con le proprie scelte e le proprie ambizioni. La capacità quindi di fare delle scelte che vadano nella stessa strada delle idee del mister è una capacità fondamentale, non sempre facile, ma che può portare a soddisfazione e motivazione.
Gestione relazionale e comunicativa
L’allenatore può essere un grandissimo conoscitore di calcio, di tecnica e tattica, ma se non è in grado di passare le informazioni a livello corretto, non potrà mai essere un allenatore efficace. Saper gestire la relazione e la comunicazione significa stare attento a tutti quei segnali verbali e non verbali che esso porta verso il gruppo. Comunicazione efficace, leadership, capacità di gestire le emozioni proprie e altrui sono skill fondamentali per un allenatore che vuole raggiungere i suoi obiettivi.