INTERVISTA - Il responsabile tecnico del Centro Federale Territoriale di Carmagnola: "Il mio compito è quello di mettere in condizione il mio staff di dare il 100% nel lavoro con i ragazzi, di cui apprezzo molto la disponibilità e l'impegno durante gli allenamenti”
Continua il viaggio alla scoperta delle persone che lavorano all'interno dei Centri Federali Territoriali del Piemonte. A raccontarsi è Diego Salvamano, responsabile tecnico del Cft di Carmagnola.
Qual è il suo ruolo?
"Il mio compito è quello di mettere in condizione il mio staff di dare il 100% nel lavoro con i ragazzi. L'organizzazione a livello nazionale del progetto dei Cft semplifica tutto. Il resto è un lavoro di sinergia con un ottimo gruppo in cui ognuno è consapevole del proprio ruolo e delle proprie responsabilità. La conduzione degli allenamenti dipende, però, dai tecnici".
Quali sono i suoi obiettivi personali e professionali?
"Da quando ho iniziato a fare l'istruttore e poi l'allenatore, 20 anni fa, l'obiettivo è lo stesso: migliorarmi. All'interno di questo progetto è possibile farlo. Si cresce ogni giorno, ci si confronta, si matura. Nel breve periodo voglio valorizzare il talento dei calciatori; a volte i ragazzi non riescono a tirare fuori la loro parte migliore, ed è mio compito aiutarli in questa sfida. A livello personale mi piace molto formare i tecnici, quindi mi trovo a mio agio a fare il relatore nei workshop o negli approfondimenti. Vorrei continuare a farlo anche in futuro, magari a livelli più alti e con tematiche più complesse".
Cosa le piace di più di questa esperienza?
"Mi piace molto l'impronta e l'organizzazione del progetto pensate a livello nazionale. C'è possibilità di crescere e di condividere, traguardi che non sono sempre raggiungibili, nemmeno a livello professionistico dove ho lavorato per anni. Il Cft rappresenta una svolta per il territorio, suscita interesse, dibattito e dà la possibilità di essere formati a più livelli. Apprezzo molto anche la disponibilità e l'impegno dei ragazzi durante gli allenamenti. Sicuramente poi vestire la maglia azzurra per meriti è una cosa che non ha prezzo".
Fonte: www.figc.it