Lunedì, 25 Novembre 2024

IL MISTER DEI PULCINI

IL MISTER DEI PULCINI.

 

Luca io lo conosco. E’ il Mister di una squadra dei Pulcini 2007, di una società in provincia di Torino.  E’ un bravo tecnico, preparato, serio e affabile, sorriso sempre stampato in viso, dolce con i suoi bambini ma fermo nel guidarli. Laureto all’ISEF, si vede dai suoi gesti e comportamenti sempre attenti e precisi, a costruire un bel rapporto con i suoi “Dieci Figli”, che da due anni allena, guida e li porta di vittoria in vittoria.

 

No, non è una storia strappa lacrime o da libro cuore, anche perché, ho letto che alla fine di Luglio di quest’anno, un suo “collega”, Mister di una squadra di Pulcini primo anno, come lui, di una società altosonante di Parma, ha inviato ad alcuni  bambini stessi (una mancanza di tatto indescrivibile), una lettera con cui gli comunicava che loro non rientravano più nelle logiche della squadra e quindi non erano più confermati. Apriti cielo: genitori in rivolta e la faccenda valica la città del “prosciutto di Parma”, e va nei titoli dei giornali nazionali gridando allo scandalo, per il comportamento, il gesto e la decisione, poco consona per una società che, dovrebbe educare bambini di 8 o 9 anni, si al calcio, ma soprattutto alla vita.

 

Ma questo è un altro problema che abbiamo già affrontato. Ritornando al nostro Mister Luca, lui non manda lettere o richiami, anzi, la stima degli altri “Papà”, lo aiuta nell’allenare e preparare con cura e attenzione la crescita e il divertimento dei bambini e la partita domenicale o i tornei da fare. Per gli allenamenti arriva prima, lo vedo preparare meticolosamente il “campo” con i suoi cinesini, i birilli le aste a delimitare gli esercizi. Poi aspetta il loro arrivo al campo davanti all’ingresso. E’ uno spettacolo vedere il rapporto che questi bambini di 8 o 9 anni che hanno nei suoi confronti: li saluta uno ad uno, attento a non fare particolarità per lui tutti sono uguali e bravi, il sorriso e la tranquillità sempre in volto, diffonde ai suoi bambini sicurezza e guida sicura.

 

Una volta gli ho chiesto: << Ma secondo te chi è il migliore che hai>>? Lui mi guardò con quel sorriso sempre pronto a sdrammatizzare e mi rispose: << Guarda farei un torto a qualcuno. Per me tutti e dieci sono bravissimi e non esiste un “migliore”>>.  I Bambini lo seguono, lo ascoltano e non guardano le gradinate per sentire i suggerimenti dei loro genitori, che in questo caso hanno ben poco da suggerire e sono contentissimi; sentono solo e solamente la sua voce che gli dice come fare gli esercizi, come trattare la palla, come muoversi, come fare la partitella di allenamento. Avete presente dieci bambini di 8 anni agli ordini di un Mister? Si isolano nel loro allenamento e con il loro Mister, non sentono nessun altro, le loro scarpette più piccole a volte del pallone, si muovono all’unisono con gli ordini del loro “capo”. E non manca mai l’abbraccio finale dopo ogni allenamento da parte loro al Mister Luca. Il “cinque” stampato su quelle piccole ma forti manine, o la carezza sulla testa per l’ottimo lavoro svolto. Il bello è che la sua squadra, in campionato o nei tornei, continua a vincere partita dopo partita, e questo aiuta sicuramente a diffondere quel clima di serenità che avvolge non solo i bambini ma i genitori e la stessa società di cui ne va orgogliosa.

 

Insomma se non lo raccontassi così, sarebbe una bellissima favola. Più di una volta, Luca, mi ha invitato a vedere una partita dei suoi bambini.  E’ così, Domenica scorsa, mi sono deciso di andare a vedere la loro partita di campionato. Giocavano in casa contro una squadra forte di Torino. Arrivano i bambini che trascinano i borsoni, per qualcuno più grande di loro, ultime raccomandazioni dei genitori, ma loro subito scappano verso il loro Mister che è li che li aspetta per entrare negli spogliatoi. Mi siedo sulle gradinate insieme ai loro genitori, la squadra entra in campo per il riscaldamento insieme agli avversari. Dieci bambini, dieci futuri ragazzi che da due anni ascoltano e giocano attenti a mettere in pratica quanto in allenamento Mister Luca gli ha detto. Li vedo attenti e concentrati, palloni che rimbalzano e volti sorridenti e forse, consapevoli che loro sono una squadra forte, forse, ma sicuramente un bel gruppo di bambini che giocano e si divertono.

 

Arbitro che dopo “l’appello” fischia e indica l’inizio della partita. Non c’è che dire, la squadra avversaria è proprio forte, ma i bambini di Luca, ci sanno fare, contrasto e ripartenza, gioco aperto sulle fasce per dare respiro alla manovra, concentrazione e lucidità. Luca è li a bordo campo che inizia a dare le prime indicazioni, i suggerimenti, le incitazioni non li lascia mai soli, e loro, sentono solo la sua voce e rispondono come dei robot ai suoi ordini. Così arriva il vantaggio per loro, da una bella azione sulla fascia arriva un traversone che la scarpetta dell’attaccante, insacca rasoterra e fa esultare quel metro e qualcosa vestito con pantaloncini un po grandi e una maglietta che gli arriva quasi al ginocchio. Correndo va subito ad abbracciare il suo Mister insieme ai suoi compagni e quelli seduti in panchina. Da questo noto l’unione che Luca e loro hanno saputo costruire e i genitori che esultano li sento: <<Sono proprio bravi>>, <<che gol!>>. Poi arriva il pareggio della squadra ospite, ma loro, non si scoraggiano e azione su azione, riescono a passare in vantaggio e a ripetere quella scena già qualche minuto prima provata, di felicità e abbracci di gioia. Ma ancora ci sono due tempi da giocare su quel campo delimitato per i Pulcini 2007 1° Anno, ancora tempo, non è finita gli avversari non mollano, li stringono, Luca li aiuta come può da bordo campo e durante le pause dei tempi. Lo vedo con tutti attorno a semicerchio che lo ascoltano, fanno cenno con la testa, sono sicuri che la loro guida è li, con loro e non saranno mai soli, come se dieci bambini di 8 anni, si possano sentire soli in mezzo a un campo di calcio dove si stanno divertendo. Poi arriva il terzo gol dell’attaccante e bomber della squadra, che corre ad abbracciare tutta la panchina e i suoi compagni. Qualcuno dagli spalti li incita e i genitori esultano con loro: <<Forza ragazzi>>. <<Siamo forti>>.

 

Quando si vince si una il plurale, quando si perde il singolare. E’ sempre stato così e fortunatamente per la squadra di Luca, da molto tempo si usa il plurale, anche quando hanno battuto i loro pari annata del Torino a suon di gol in un torneo. Siamo quasi alla fine della partita, nel frattempo gli ospiti hanno accorciato le distanze, siamo sul 3 a 2 per i nostri bambini, quando a pochi minuti dal termine, l’arbitro assegna un rigore per fallo di mano alla squadra di Luca. Allora a battere il rigore che segnerebbe la vittoria certa, arriva Edo, l’ultimo bambino arrivato e già inserito bene nella squadra. I piedini si avvicinano al dischetto, lui guarda la palla, guarda il suo Mister Luca che da bordo campo lo rassicura con il suo solito sorriso, e parte il tiro: la palla per uno strano giro di fisica prende un effetto che invece di rientrare, va verso l’esterno della porta. Palla fuori e rigore sbagliato. Ma ciò che accade in campo mi lascia sorpreso: i compagni corrono ad abbracciarlo e rincuorarlo invece che inveire o arrabbiarsi e Mister Luca da bordo campo gli grida: <<Forza Edo non mollare. Non è successo nulla>>. Non è successo nulla, si è solo sbagliato un rigore, anche se stanno vincendo, un attimo di poca attenzione e la palla è andata fuori.

 

Mi viene in mente allora in quel preciso momento, guardando quei volti sorridenti e felici dei bambini e di Edo un po’ sconsolato, le parole di una famosa canzone di Francesco De Gregori:<<…….Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia…..>>.  Ed è proprio l’altruismo, il coraggio che quei bambini hanno messo in campo. E quando arriva il fischio finale che decreta la loro vittoria, li vedo correre verso il loro Mister Luca ad abbracciarlo, a sommergerlo con la loro gioia e felicità, si per la vittoria, ma per aver passato una bella domenica di divertimento giocando al pallone. E lui, Mister Luca, si fa sommergere da questa travolgente gioia e felicità, non oppone resistenza all’entusiasmo dei suoi bambini, ha dalla sua la loro forza, la loro voglia di giocare e la certezza della sua guida. Dagli spalti i genitori applaudono ai loro figli, e i loro sguardi sono di soddisfazione. Li vedo che rientrano verso gli spogliatoi, felici e mano nella mano, hanno vinto ancora e il loro Mister è felice con loro, la loro immagine impressa non è stato il rigore sbagliato dal compagno, ma la vittoria della squadra.

 

Ah come è bello e genuino il gioco del calcio a quell’età, non ci sono inquinamenti o sostanze nocive che li possano inquinare. Mentre vado via, felice di aver visto finalmente la partita della squadra di Mister Luca, sento da lontano l’inizio della partita successiva. Una partita dei grandi, e già sento le prime urla che mi arrivano da lontano: << Arbitro cornuto!>>. Mentre mi avvio alla macchina borbotto tra me e me: << Non fa per me.>>.

 

 

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