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Venerdì, 15 Gennaio 2016 00:00

Pulcini: nei tornei non conta la Coppa ma il divertimento... O forse no?

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Tempo di tornei. Vuoi le feste, vuoi la pausa tra un campionato e l'altro, i protagonisti della Scuola calcio sono, in questi mesi più che in altri momenti dell'anno, impegnati in manifestazioni di vario tipo.

Negli ultimi anni la Federazione ha lavorato molto per permettere ai bambini, almeno sulla carta, di potersi godere la partita senza lo stress e le pressioni degli adulti: quindi, in campionato, niente classifiche, autoarbitraggio nei pulcini e tante altre iniziative. Il problema maggiore, nel corso del tempo, è stato convincere le società, attraverso controlli, ad applicare queste regole anche per quanto riguarda i tornei. E piano piano questa nuova normativa sta diventando sempre di più una prassi, per cui niente finale secca per i più piccoli ma un girone in cui vince chi fa più punti in classifica, niente direttore di gara ma l'applicazione dell'autoarbitraggio. Certo, questo sistema ha i suoi promotori e i suoi detrattori.

Chi è a favore, in campionato come nelle kermesse societarie, sostiene che così si spingano i bambini a divertirsi prima di tutto, a riconosce da soli i propri errori, a godere più del piacere di un pomeriggio in allegria che del trofeo nella premiazione finale.

Da un altro punto di vista, invece, utilizzare delle regole differenti nei tornei per i Pulcini, rispetto anche solo agli Esordienti (arbitro di società e possibilità di fare quarti, semifinali e finali), non potrebbe togliere ai bambini il gusto di una, sana, competizione? In fondo, in campionato, la vittoria del girone è solo fittizia.

Per scoprire chi è arrivato primo bisogna affidarsi a siti e giornali, che si basano su calcoli arbitrari scelti secondo coscienza da ogni linea editoriale; un trofeo invece è qualcosa di tangibile: c'è chi arriva primo, chi secondo e chi terzo; ci sono delle coppe, delle medaglie. Il ragazzino, per quanto giovane, ha la possibilità materiale di quantificare le capacità proprie e della propria squadra. Non sarebbe più giusto che cominciasse a fare i conti con un direttore di gara (per, forse, una maggiore correttezza dello svolgimento dell'incontro) e con una finale secca in cui giocarsi il tutto e per tutto?

 

Maria Rosa Cagnasco 

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