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Mercoledì, 11 Gennaio 2017 00:51

Tre domande al mister - capitolo uno

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Torino, 11 gennaio 2017

 

I protagonisti del mondo della Scuola calcio sono i ragazzi, ma chi si occupa della regia e del fatto che tutto funzioni nel migliore dei modi è senza dubbio l'allenatore. Proprio per questo abbiamo pensato di porre le stesse domande, in una rubrica loro dedicata, a tecnici diversi. Per vedere come i 'maestri' di calcio vivono le pressioni, i cambiamenti, i regolamenti e le gioie del mondo dei piccoli calciatori. Ad aprire le danze è mister Pisano, che segue gli Esordienti Fascia B dell'Auxilium Valdocco.
 
Perchè la Scuola calcio è importante nella formazione di un giocatore?
Personalmente ritengo che lo sport sia il mezzo migliore per educare i ragazzi. Qualsiasi attività fisica, dal basket al calcio, a qualunque altro sport è fondamentale per la crescita personale del bambino. In collaborazione ovviamente con la famiglia e la scuola. Le attività di squadra però permettono al ragazzo di confrontarsi con i suoi coetanei e quindi di crescere anche nel rapporto con gli altri.
 

 
Quanto pesa l'ingerenza o l'assenza dei genitori nel percorso sportivo del ragazzo?
Ci sono tante categorie di genitore. Se collabora e si mette a disposizione del figlio la crescita dell'atleta avviene nel migliore dei modi, diversamente può essere un ostacolo. 
Sta alla società, al mister e al bimbo mettersi nella migliore posizione, si spera sempre ci sia collaborazione e fiducia da parte del genitore.
 
Cosa pensa dei cambiamenti nel regolamento degli ultimi anni (come l'autoarbitraggio nei Pulcini, i 2008 che diventano i Primi calci e gli esordienti fair play a nove)?
Per quanto riguarda la categoria da me allenata abbiamo l'arbitro societario in modo tale da avvicinare i bimbi al calcio giovanile. Sono d'accordo con l'auto arbitraggio, non avere una figura in mezzo al campo aiuta i bambini a divertirsi. 
 
Redazione                    
 

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