2 - In questo secondo editoriale della stagione, lo psicologo Edoardo Ciofi ci parla della gestione emotiva della partita e dei diversi fattori che possono influire sul livello di attivazione dell’atleta.
Ogni atleta sa che, all’interno di una partita, ci possono essere differenti momenti che hanno un differente impatto dal punto di vista emotivo. Quando in passato abbiamo parlato dell’ansia da prestazione e dell’attivazione psicofisica, abbiamo visto che il livello di attivazione influisce in maniera positiva o negativa sulla prestazione dell’atleta o della squadra. Ci sono, ovviamente, diversi fattori che possono influire sul livello di attivazione dell’atleta. Oltre ai fattori interni (autostima, auto-efficacia, pensieri, gestione emotiva, ecc.) ed esterni (pressione da parte di genitori, allenatore, società) ci sono momenti oggettivi della partita che possono influenzare in maniera negativa la performance del giocatore, se non vengono gestiti nella maniera corretta. Vediamo insieme quali sono questi momenti e quali sono le strategie o i pensieri efficace all’interno dei singoli momenti:
Inizio della gara
Il momento iniziale della gara è un momento molto importante e delicato. Quello che comunemente accade in questa fase è che l’atleta o la squadra compie una valutazione rispetto alla sua aspettativa sulla partita e sull’avversario. In questi momenti può succedere che un’errata valutazione (sopravvalutare l’avversario o sottovalutare le proprie capacità) possa portare l’atleta o la squadra a trovarsi in condizione di ansia eccessiva che, ovviamente, pregiudicherà la prestazione sin dall’inizio. È quindi fondamentale accorgersi di quello che succede, di cosa si pensa di sé, della propria squadra e degli avversari, e cercare di rendere questi pensieri oggettivi (es: "La squadra avversaria è forte ma qualcuno è riuscito a batterla e non è impossibile") dando una valutazione positiva o comunque non catastrofica alla situazione. In questi momenti possono essere utili alcuni piccoli rituali di squadra (urlo, battersi il cinque, ecc.) per darsi una carica positiva e rimanere concentrati sull’obiettivo.
Momenti delicati
Ci sono momenti in cui la squadra si trova in una situazione emotiva più complessa. Situazioni di svantaggio (o anche di vantaggio), minuti di recupero, ripresa del gioco e così via sono momenti che hanno un peso differente all’interno della partita. Anche in questo caso può capitare che una valutazione negativa di questi momenti possa condizionare la prestazione.
L’ansia nel dover recuperare uno svantaggio può portare, ad esempio, a scoprirsi troppo rischiando di prendere un altro gol, così come il dover gestire un vantaggio negli ultimi minuti prima della fine del primo tempo. In queste situazioni la squadra e l’allenatore devono riuscire a non dare una valutazione eccessiva a questi momenti per non dare un carico emotivo eccessivo.
Sarà quindi importante attivare strategie di problem solving sulla situazione (“come possiamo uscirne?” “come possiamo recuperare?”).
Pause
La gestione delle pause (fine primo tempo o altri momenti di pausa) è cruciale. L’allenatore, in queste situazioni, avrà il compito di leggere al meglio la situazione adattando il suo stile di comunicazione rispetto alla propria squadra e all’avversario. Se la squadra è in affanno o in ansia, è inutile caricare, con una comunicazione eccessivamente emotiva, la tensione. Viceversa se la squadra è un po’ scarica emotivamente, servirà una comunicazione positiva ed efficace in grado di riequilibrare l’auto-efficacia. Dare feedback individuali, suggerimenti oggettivi e non emotivi sono strategie molto utili per non rischiare di influire negativamente sulla prestazione del gruppo.
Errore
La gestione dell’errore da parte dell’atleta o di qualche componente della squadra è importante per cercare di rimediare. L’errore, soprattutto se porta ad un gol subito o, ad esempio, a un rigore sbagliato, è un momento emotivo molto forte per il calciatore o per la squadra. Sarà quindi fondamentale che i compagni o l’allenatore non assumano un atteggiamento troppo critico o troppo carico di emozioni negative (come la rabbia) per non causare, nella mente dell’atleta, una difficoltà eccessiva nel porre rimedio. Per il calciatore sarà quindi importante non dare una valutazione eccessiva al peso dell’errore e cercare una strategia per porvi rimedio.
Fine della partita
I momenti finali della partita, soprattutto se il punteggio è ancora “in bilico”, sono un altro momento molto carico emotivamente. Più la partita è importante e più la tensione nel fine gara cresce. Una strategia importante per l’allenatore e per la squadra sarà quindi quella di rimanere nel “qui ed ora”, ovvero nel non pensare troppo al “dopo”. In questi momenti, infatti, è possibile avere un calo di concentrazione dovuta al vivere già la vittoria, o viceversa, darsi già per sconfitti. Rimanere ancorati alla gara, non guardando il cronometro e focalizzandosi sul mantenere alta la propria prestazione, risulta quindi una strategia vincente per riuscire a concludere la partita nel modo più efficace possibile.