2 - Dopo l’approfondimento sulla comunicazione (clicca qui), il secondo editoriale firmato da Fabrizio Capodici riguarda un altro aspetto fondamentale per il “portiere moderno”, ovvero la capacità di giocare con i piedi e di essere pienamente integrato nel contesto della squadra, anche in fase di costruzione di gioco
«Gli allenatori affidano e richiedono al portiere, in misura sempre più decisiva, il compito di far partire con la massima qualità l’azione. Il portiere è diventato il primo giocatore offensivo della squadra».
Il portiere moderno deve essere un portiere pensante e propositivo, deve convincersi che più andiamo avanti e più deve essere il primo costruttore della manovra, come già avviene nei top club Europei. In fase di possesso palla deve avere la capacità di pensare come se fosse un «play», deve usare entrambi i piedi in modo naturale e posizionarsi, nel ricevere la palla, in modo da avere la completa visione di tutto il campo e di conseguenza prevenire l’eventuale pressione degli avversari e vedere lo smarcamento di un compagno di squadra. Deve abbinare, alle qualità “classiche” del portiere, una tecnica di calcio che gli permetta di trasmettere il pallone con un livello di qualità elevato, nelle distanze corte, medie e lunghe, con pochi tocchi dalla palla, non permettendo a gli avversari di organizzarsi in maniera preventiva.
Anche il rilancio dell’azione di attacco, oggi chiamata partenza dal basso o costruzione, come dicevamo prima ha assunto un nuovo, rilevantissimo significato. Per essere al passo con l’evoluzione del calcio, il portiere deve essere «iperattivo», con abilità podaliche importanti, capace di lavorare e muoversi non solo con il reparto difensivo, ma con l’intera squadra. Dev’essere anche dotato di una completa gestualità delle mani, in modo da fare ripartire la squadra in qualsiasi posizione dell’area di rigore si venga a trovare.
Penso che più andremo avanti, più evolverà e aumenterà la molteplicità di richiesta per il ruolo del portiere. Noi allenatori dei portieri dobbiamo essere in grado di allenare i portieri a sviluppare le molteplici competenze che verranno pretese dall’allenatore. Il portiere moderno, oltre ad avere una percezione completa della sua fisicità e potenzialità, dev’essere mentalmente «iperattivo» e deve possedere naturalità podaliche come quelle di un giocatore di movimento. Deve avere la concezione ben chiara che da lui parte l’inizio dell’azione offensiva e, nel bene e nel male, dalla sua prestazione dipenderà il risultato della partita. Deve essere in grado di svolgere il suo ruolo nel contesto di squadra, e non pensare al portiere come ruolo individuale a supporto della squadra. Anche negli allenamenti, il portiere deve essere coinvolto molto spesso nei lavori con la squadra così da sviluppare una conoscenza elevata e reciproca con i compagni, in modo da poterla ritrovare durante la gara.