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Sabato, 15 Gennaio 2022 10:30

È stata la mano di Dio: calcio, poesia e pensiero magico, una bellissima pietra d’inciampo

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12ª PUNTATA / LA POESIA DEL 10 - Seconda puntata della rubrica firmata dal giornalista Eugenio Giannetta, che ci guida per mano nel dedalo degli incroci tra calcio e arte, in tutte le sue forme: letteratura, poesia, cinema, disegno, fotografia... “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino parte dal celebre gol di Maradona all''Inghilterra nei Mondiali del 1986: "L’imprevisto, il genio, l’inaspettato che stupisce, tutto questo è poesia"


Se la scorsa puntata abbiamo parlato di poesia attraverso i libri, questa volta lo faremo attraverso un’altra arte, che si interseca anch’essa con la poesia, ma quasi al confine con la magia: si tratta del cinema.

Cosa ha a che fare con il calcio, chiederete? Innanzitutto è vero che i film che hanno a che fare con il calcio non sono molti. Il punto è che non rendono sullo schermo. Come si può riassumere una partita? È già quella di per sé una sceneggiatura cinematografica con interpreti sempre diversi. Funzionano invece i documentari, le storie di personaggi, le grandi biografie, oppure i film in cui il calcio è solo sullo sfondo, a corollario di qualcosa di più grande: la vita.

Tutto ciò, perché il pensiero magico è un altro elemento chiave del gioco, si mischia al rituale e alla fede, al mantra e alla preghiera in senso lato, come una pillola di speranza condensata in mani giunte e ripetitivi: “ti prego fai gol”, “ti prego para quel rigore”.

Il film di cui vorrei parlare è l’ultimo del regista Paolo Sorrentino: “È stata la mano di Dio”. Il titolo fa riferimento al celebre gesto di Maradona in una Argentina-Inghilterra rimasta nella leggenda dei Campionati Mondiali; era il 1986, quarti di finale, Città del Messico: Pibe de Oro raccolse un pallone spiovente dall’alto, anticipando il portiere in uscita con un beffardo pallonetto di mano, nascosta in un apparente colpo di testa.

Magia. Suggestione. Oggi sarebbe fermato al Var. Forse sarà la vecchiaia che incombe, ma sì, forse oggi si è persa un po’ di magia. Una magia come quella del cinema, dove il protagonista dice di voler fare appunto sua quell’arte, perché “la realtà è scadente”.

Lo stesso protagonista (spoiler) evita una tragedia personale per andare a vedere Maradona allo stadio: “È stata la mano di Dio”, gli dice alla fine lo zio. Maradona a Napoli fu una vera e propria apparizione. E ora, gli amanti delle regole diranno: quel gol non era valido, è stata solo una furbizia. Il mondo è così, diceva un amico, si divide in due: chi ha letto Don Chisciotte e chi no, chi crede nei sogni e negli ideali e chi invece ha uno sguardo più crudo e realista sulla realtà.

Lo stesso vale qui, su questo episodio che rappresenta molto di più della mera cronaca dei fatti, proprio come una poesia, che con una sola parola può illuminare e aprire mondi: contravvenire alla norma, accettare l’irrompere dell’irregolarità come contrappeso alle nostre vite, permettere al fulgore di un gesto di entrare nelle nostre esistenze, significa prendere la realtà e lasciare che la poesia se ne prenda una manciata, per darle colore e nuova luce.

L’imprevisto, il genio, l’inaspettato che stupisce, tutto questo è poesia. Un celebre poeta, critico e pensatore francese parlò di pietra d’inciampo. Ovvero quel luogo immaginario in cui la nostra anima si imbatte in una realtà diversa, e accettandola scende a patti con la possibilità che, qualche volta, dai piccoli gesti rivoluzionari, possano nascere storie che valgono più di un risultato, o di una partita, o della regolarità di un evento, perché sfociano nell’esistenza, senza se e senza ma. Ovverosia, pienamente.

Ultima modifica il Sabato, 15 Gennaio 2022 10:49

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