5 - La rubrica curata da Gianluigi de Martino in questo numero spiega quanto sia importante oggi più che mai vestire la stessa divisa speciale senza numero dietro, ma il nostro nome. Il nome di ognuno di noi, per giocare e vincere insieme questa partita e segnare la rete più importante: quella della vita.
Sono ormai diverse settimane che dobbiamo osservare restrizioni per poter arginare l’epidemia e superare questo difficile momento e sicuramente abbiamo attraversato momenti di preoccupazione, magari di tristezza, angoscia. Ma mai come ora dobbiamo continuare a osservare le regole e con grande senso di responsabilità pensare alla nostra salute e a quella delle persone intorno a noi.
Naturalmente il pensiero va a tutti coloro che non hanno potuto fermarsi e rifugiarsi in casa per salvaguardarsi, ma continuano a far funzionare il nostro Paese, ci accolgono negli ospedali e ci curano, ci accolgono nei negozi e ci permettono di approvvigionarci, proteggono la nostra incolumità, si occupano delle manutenzioni o chi svolge volontariato al servizio degli anziani e delle fasce deboli della popolazione.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di sentirci parte di una squadra. Sì, proprio come quando vestiamo pantaloncini, calzettoni, scarpette e poi quella maglietta con sopra il numero e lo stemma della nostra società. Oggi la maglietta che vestiamo è uguale per tutti noi. È una divisa speciale e non ha un numero dietro, ma il nostro nome. Il nome di ognuno di noi.
Questa partita va giocata insieme. Abbiamo allenatori fortissimi che ci spiegano le regole e ci danno tutte le tattiche e le strategie migliori per dribblare questo subdolo avversario. Ne stiamo lentamente conoscendo il modulo e dopo aver giocato in difesa, e noi italiani siamo i più esperti sotto questo aspetto per storia e tradizione, dovremo reagire con il talento e i nostri colpi migliori: corsa, dribbling, creazione della superiorità numerica, guizzi tecnici di alta scuola e segnare la rete più importante: quella della vita.
Oggi ci dobbiamo allenare in quell’ambiente dove sappiamo di trovare conforto, ricovero, certezze: la nostra casa. Esattamente come quando ci troviamo al campo, dobbiamo imparare a rispettare gli orari mantenendo l’abitudine a cambiarci, prenderci cura di noi. Dobbiamo rispettare i compagni che giocano e si allenano con noi e che questa volta sono mamma, papà, moglie, marito, figli, fratello o sorella. Dobbiamo rispettare le regole della squadra, gli spazi di ognuno, le necessità e i bisogni. Il rigore del calcio deve tornarci utile come faro guida su un campo di calcio che non ha l’erba, ma solide mura di mattoni, non ha spogliatoi, ma un bagno, non ha spalti, ma camere da letto.
Possiamo impegnare il nostro tempo leggendo, studiando, dedicandoci a cose per cui nella frenesia della vita quotidiana, riponiamo poca attenzione. I bambini e i ragazzi continuano a studiare grazie alla tecnologia, la Federazione sta continuando a studiare per poter dare ai nostri giovani calciatori le migliori competenze quando sarà il momento. Riscopriamo il piacere di dedicarci a noi. Ridiamo valore alle piccole e semplici cose. Ristrutturiamo l’ordine delle priorità della nostra vita.
Insomma non spegniamo i motori. Giochiamo questa partita con rigore ed energia perché nelle crisi bisogna saper scorgere le grandi opportunità e solo chi avrà saputo fare gioco di squadra potrà davvero uscirne vincente.
#noigiochiamoincasa
rispetta #leregoledelgioco e #tuttoandrabene