La rappresentativa Giovanissimi ha un nuovo selezionatore, Gianni Iacobellis. Conosciamolo meglio. “Sono venticinque anni che alleno” – racconta il diretto interessato – senza mai saltare un anno. Son passato da Airasca a Cambiano, da Rivalta a Grugliasco dove mi son fermato per un paio da anni, e ancora a Venaria e in tanti altri posti. Non posso elencarli tutti e mi spiacerebbe dimenticare qualcuno”.
UN MONDO NUOVO - Tantissime esperienze hanno fatto del nuovo selezionatore regionale un allenatore con un bagaglio professionale impressionante, bensì quasi tutte le sue esperienza siano maturate tra Prima categoria e Promozione, in ogni caso con le prime squadre. Ma poi qualcosa in Iacobellis è cambiato, questione di motivazione? “Il mondo del Settore giovanile per me è una novità – spiega – ho affrontato in passato una stagione con la Juniores del Don Bosco Nichelino e poi l’anno scorso ho svolto il ruolo di direttore sportivo al Villastellone Carignano. Quest’ultima esperienza mi ha fatto capire che era ora di cambiare per cominciare a dedicarmi ai giovani”.
I MOTIVI – “Sono partito con il mio ragionamento dai campionati di Promozione e Eccellenza, nei quali ormai il calcio è diventato un optional. Mi sono divertito di più a vedere i ragazzi del Settore giovanile giocare e loro sì che possono ancora imparare tanto, quindi per noi che siamo tenuti ad insegnare c’è molto più lavoro da fare e appunto cose da insegnare. Ad un ventiquattrenne è diventato più complicato insegnare… L’altro giorno ho visto Volpiano-Lucento di Giovanissmi, che spettacolo! Mi sono divertito un sacco”.
L’OFFERTA - Nonostante si sia occupato per una vita (o quasi) dei grandi, Iacobellis non si è fatto trovare impreparato nel momento in cui gli è stato offerto di lavorare con i giovani: “Ho seguito il SuperOscar per mio piacere, sono ancora in contatto con molti miei ex giocatori che adesso allenano nel Settore giovanile e sono entusiasti, per questo voglio buttarmi in questo bellissimo mondo. Mi sono appassionato, quando infatti mi è stata proposta la Rapp ho accettato al volo, mi piace l’idea di andare in giro a scoprire giovani giocatori. Prima non potevo farlo, mi dedicavo ai grandi”.
I RADUNI – “Mercoledì 8 febbraio dovrebbe essere la data certa del primo raduno, ma il campo ancora è da stabilire”. Il selezionatore continua parlando della provenienza dei ragazzi per questo primo incontro: “Penso che il 70% dei ragazzi si trovino a Torino e cintura come livello di squadre, quindi partiremo da Torino. Più avanti poi andrò sicuramente anche fuori, a Baveno, Suno, Novara e altri posti. Per il prossimo raduno in linea di massima si farà il 24, ma non so ancora se a Torino o fuori. Lo stabilisco una decina di giorni prima, anche rispetto ai ragazzi. Come primo raduno vedrò chi conosco già, dal secondo cercheremo di scovare talenti nascosti e magari più lontani”.
IL MODULO – Infine il selezionatore della rappresentativa regionale Giovanissimi ci svela il suo credo tattico, senza privarsi della possibilità di adattare il modulo ai suoi giocatori: “Io penso che il modulo di gioco sia dettato dalla disponibilità che si ha. Trattandosi di ragazzi penso comincerò con il 4-3-3, anche il 4-4-2 potrebbe essere interessante però. Per quello che ho visto fino ad ora, le squadre giocano pressoché con questi due moduli. Dobbiamo cercare di non stravolgere quello che fanno con le loro società, a 14 anni presumo che non abbiano ancora l’elasticità per cambiare continuamente. Faccio un esempio, se abituati a 4 dietro, difficilmente li farò giocare a 3, poi tutto quello che sto dicendo lo dovrò verificare sul campo e con i miei giocatori”.
TdR – Per concludere non poteva mancare una domanda sul Torneo delle Regioni. “Si cerca sempre di fare il meglio, penso che ogni anno in queste categorie si abbia una storia a sé quindi il buon percorso della scorsa stagione poco conta. Detto questo, bisognerebbe conoscere le realtà delle altre regioni, ma posso dire sui nostri 2001 che mi sembrano ottimi giocatori. Abbiamo buon materiale con il quale lavorare. I 2002? Li vedo ancora troppo piccoli, c’è troppa differenza con i 2001. Poi se qualcuno meriterà, lo chiamerò, perché no”.