ATTO FINALE - E’ iniziato il conto alla rovescia: domani alle 15.00 a Novarello si gioca la finale per il titolo regionale categoria Giovanissimi ed io, personalmente, non vedo l’ora che inizi. Come ormai saprete tutti, le formazioni protagoniste saranno Chieri ed Atletico Torino. Andiamo ad analizzare il loro stato di forma - fisico e mentale - e quelle che potrebbero essere le scelte dei due tecnici, anche grazie al loro aiuto.
LA CONDIZIONE - I collinari arrivano a questa partita in una condizione atletica invidiabile che - contro il Chisola in semifinale - ha fatto la differenza: la squadra di Bert ai supplementari era sulle gambe, con le idee confuse e infatti non è riuscita ad essere concreta come altre volte ci aveva dimostrato di saper fare; il Chieri, invece, ha vinto perché correva di più e perché ha avuto la forza di avere pazienza. Dal pareggio in poi i ragazzi di Locandro erano sempre i primi ad arrivare su tutti i palloni e anche a livello psicologico sembrava avessero maggior tranquillità e sicurezza per poter affrontare un momento estremamente delicato. L’Atletico Torino - allo stesso modo - di testa sta benissimo. Se Ligato ha un’arma in più rispetto ai suoi colleghi possiamo dire che questa è la mentalità vincente, non si molla mai e si gioca sempre per vincere. Mentalità che ha tramandato in toto ai ragazzi che allena. La sua squadra ha preso appena 6 gol nel girone - 8 se contiamo quelli assegnati a tavolino - mentre zero in tutta la fase finale, vincendo due volte 1-0 e poi superando la ProSettimo ai rigori dopo lo 0 a 0 sul campo. Il Chieri, invece, di gol ne ha subito soltanto uno dal girone ad oggi, ed è quello segnato da Trisolino nell’ultima gara.
GLI SCHIERAMENTI TATTICI - Proviamo a pronosticare i moduli con i quali Locandro e Ligato cercheranno di avere la meglio l’uno sull’altro. Il Chieri solitamente si dispone col 4-3-3 oppure col 4-4-2 e - contro l’Atletico - è più plausibile la scelta del centrocampo a quattro con due punte di ruolo, o magari Artuso e Fioriello a girargli attorno. Locandro potrebbe iniziare con un centrocampo più robusto per poi valutare a gara in corso. Dall’altra parte l’allenatore dell’Atletico Torino ha insegnato alla sua squadra ad adattarsi ad ogni tipo di modulo e ruolo, permettendo così ai suoi ragazzi di imparare a giocare con svariati sistemi di gioco. In finale, per me, schiererà un 3-5-2 con i due laterali che si adatteranno al tipo di partita: se si può spingere vanno a dar manforte alle punte sfornando cross, se occorre difendere nessun problema, la difesa si sistema a cinque.
LE SENSAZIONI - “Siamo pronti per affrontare una partita importante. Abbiamo grande rispetto per loro perché siamo consapevoli che siano una grande squadra. Ma siamo a Roma, cerchiamo di vedere il papa” commenta Locandro, che poi continua analizzando gli avversari: “Penso che contino poco gli aspetti tattici, è una partita da interpretare: chi la interpreta meglio, vince. Loro sono più esperti di noi perché hanno già fatto una finale, tra l’altro l’anno scorso, e sanno cosa si possa provare; il fatto di averla persa può essere una motivazione importante. Sono una squadra fisica, ben rodata che lavora bene da qualche anno. Non è un caso che siano arrivati di nuovo fino in fondo. E’ una squadra con la giusta mentalità, sarà una partita tosta com’è giusto che sia una finale. Detto questo, a me non piace preoccuparmi degli altri, rispetto tutti però mi occupo dei miei”. Anche Ligato ha condiviso le sue emozioni della vigilia con noi: “L’obiettivo era arrivare fino in fondo, ovviamente giocheremo per vincere come tutte le altre gare, ma non abbiamo l’ossessione di doverlo fare per forza. Ci vuole un pizzico di fortuna e penso che gli episodi faranno la differenza. Rispetto all’anno scorso abbiamo imparato a gestire le partite, anche soffrendo; la squadra è più matura, ha saputo affrontare avversari forti e giocare con più moduli. Siamo cresciuti sull’aspetto mentale”. Poi quando gli abbiamo chiesto se ci fosse la paura di perdere un’altra finale, lui risponde: “Non dobbiamo essere ossessionati dal risultato domani, la finale è una festa che premia le due squadre arrivate fino a qui. Poi certo - come ho già detto - giocheremo per vincere, ma per noi il massimo era raggiungere questa partita. Per vincerla non bisogna avere l’ossessione, ho detto ai miei ragazzi che domani dobbiamo divertirci”.
Infine, ad entrambi, abbiamo chiesto cosa più temono dell’avversario e, partendo da Locandro, queste sono le risposte: “Come ho detto - racconta l’allenatore collinare - ho molta fiducia dei miei ragazzi, preferisco guardare a casa mia. Posso rispondere il collettivo, penso che la loro forza sia l’esperienza e poi sicuramente il loro allenatore che possiede un mix di tecnica, motivazione e fisicità”. E poi aggiunge: “Se avessi potuto scegliere non avrei preso loro per l’affetto che mi lega alla società Atletico Torino e per il loro valore di squadra”. Per quanto riguarda Ligato, invece: “Del Chieri temo il blasone e la squadra perché è forte. Temo la loro voglia di arrivare al titolo regionale. Sono una grande squadra con un grande allenatore in una grande società. Loro sono favoriti per questo titolo regionale, a livello tecnico hanno giocatori importanti come il portiere, la difesa è tosta, Fioriello il giocatore più decisivo e Artuso una punta di spessore”.