INTERVISTA - Due chiacchiere con Marco Barile, giovane allenatore alla guida del Borgaro Nobis classe 2010. Mister che può ritenersi soddisfatto di questo inizio di stagione ai regionali, condotto al meglio dai suoi ragazzi che vantano nel girone B l’imbattibilità.
8 partite giocate e 8 vinte. Procedete da imbattuti nel vostro girone, è soddisfatto?
‘’Si, abbastanza, stiamo crescendo tecnicamente quindi i risultati sono dalla nostra. Adesso abbiamo le partite un po' più complicate, però sotto l’aspetto tecnico sono molto contento perché, aldilà dei risultati, i ragazzi giocano bene e hanno fatto dei gol di ottima fattura’’.
Qual è stata la squadra più ostica da battere per il momento?
‘Tutte, sono tutte partite difficili, non ce n’è di facili specialmente nei regionali, bisogna affrontarle tutte con la giusta attenzione e giocando sempre bene’’.
Quali sono gli obbiettivi della stagione che vi siete posti con la società?
‘’Abbiamo dieci giocatori nuovi che hanno scelto il Borgaro Nobis perché è una società in salute, a proposito colgo l’occasione per ringraziare il club che ha avuto fiducia in me nell’affidarmi questo incarico. Tra gli obbiettivi che ci siamo posti c’è la crescita dei ragazzi, se attraverso la crescita tecnica si riescono ad ottenere risultati è il top. Soprattutto dal punto di vista comportamentale, per noi è la prima cosa, avere pochi ammoniti e nessuna espulsione penso sia una cosa ottima’’.
Ci sono giocatori in campo che fanno la differenza?
‘’Non mi piace fare nomi perché penso che la forza del nostro gruppo sia l’unità che c’è nello spogliatoio e l’unione che i ragazzi hanno in campo. Si divertono a giocare, si emozionano ed emozionano soprattutto chi li guarda. Questo è il bello del calcio, alleno un gruppo fantastico e sono orgoglioso di entrare in campo ad ogni allenamento con loro’’.
C’è un squadra o più di una del girone da temere nella corsa al primo posto?
‘’Penso che cinque o sei squadre siano tutte alla pari, aldilà di chi ha più punti chi meno, il campionato lo può vincere il Lascaris, il Volpiano Pianese, l’Alpignano, la Pro Settimo, sono tutte alla pari. Queste squadre possono vincere con tutti’’.
La classifica del momento dice che ora siete voi la squadra da battere. Avete un punto debole?
‘’Dobbiamo ancora confrontarci con le squadre più forti quindi direi che per adesso i ragazzi hanno fatto il massimo, appena ci confronteremo con le squadre più forti arriveranno i verdetti. Vediamo di partita in partita dove possiamo arrivare e sicuramente non ci poniamo limiti. Siamo partiti senza grandi aspettative, rimaniamo umili e continuiamo a lavorare’’.
Mister cosa si augura per il prossimo futuro?
‘’Daremo il massimo. Sono contento di allenare ogni giorno questi ragazzi perché li ritengo fantastici e penso che i miei giocatori siano i migliori di tutti indipendentemente dai risultati. Ovviamente non mi dispiacerebbe se riuscissimo a vincere sempre, comunque vada sono contentissimo del gruppo che ho’’.
L’umore del gruppo Borgaro è alto?
‘’Si c’è tanta fiducia, l’umore è sempre stato ottimo nonostante uno scivolone abbastanza grave nei provinciali, la fiducia in questi ragazzi c’è, la società ne dà altrettanta a me e di conseguenza l’umore dei ragazzi è alto. Quello che mi rassicura è che hanno un grande spirito si squadra, li vedo uniti e compatti e questa è una cosa che mi soddisfa molto da allenatore’’.
Ringraziamenti?
‘’Ci tengo a ringraziare chi mi ha insegnato a fare l’allenatore in questi anni, oltre al Borgaro Nobis che è la società che ha avuto fiducia in me in questi sette anni che sono qui. Ringrazio particolarmente Claudio Tridello e Filippo Politi, mi hanno dato le basi del mestiere, con loro ho fatto quattro anni all’Alpignano, poi Tridello è venuto a Borgaro e l’ho seguito, ho fatto tutta la scuola calcio, sette anni con lui, quest’anno è il primo anno nel settore giovanile e se le cose vanno bene e la squadra gioca bene è merito soprattutto suo’’.
C’è qualcosa da mister che la sorprende di questi giovanissimi?
‘’Mi piace allenarli perché mi riporta a quell’età lì, sembra passato un niente da quando anche io ero uno di loro, ora la sto vivendo da allenatore, ed è come un rimettersi la maglietta e i pantaloncini e tornare a giocare in campo, emozionarsi una seconda volta’’.