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Martedì, 11 Aprile 2017 18:00

Venaria - Davide Lamesta, il suo mancino fatato è decisivo anche in Promozione

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TALENTO - Il fantasista del 2000 (già promesso al Piacenza per la prossima stagione) entra nella ripresa e segna il gol dell’1-2 sul Vanchiglia, che potrebbe significare la salvezza per gli arancioverdi

Non ha ancora 17 anni, li compirà tra una settimana. Negli Allievi segna gol a decine, in una stagione di alti e bassi: il suo Venaria non si è qualificato per i regionali, ma nel girone provinciale le ha vinte tutte. Va in Juniores e anche lì timbra il cartellino con regolarità. Da un mese e mezzo si allena con la Prima squadra, che sta lottando per rimanere in Promozione: domenica entra nella ripresa e segna il gol decisivo, per la vittoria della partita e forse anche per l’obiettivo stagionale, la salvezza.
Stiamo parlando di Davide Lamesta, talento classe 2000 con il numero 10 tatuato sulle spalle, fantasista moderno che ama partire dalla fascia destra per rientrare e “far male” con il suo educatissimo mancino.
Non era l’esordio nel calcio dei “grandi”, quello c’era già stato l’anno scorso, in Venaria-Rivarolese. Ma era una passerella, un piccolo tributo al talento più interessante della “cantera” arancioverde. Stavolta no, è stata una scelta tecnica, perché la partita giocata sul campo del Vanchiglia era decisiva per la salvezza del Venaria.
Sotto di un gol alla fine del primo tempo, il tecnico Davide Gousse ha deciso di buttare dentro il suo 2000, una scelta coraggiosa quanto vincente. Un paio di gol sbagliati, è vero, ma al 40’ ci ha pensato lui a firmare il gol dell’1-2: assist di Hamza Abdoune, uno che ha giocato anche in serie D, il talentino sposta la palla sul sinistro e trova l’angolino in diagonale, il suo marchio di fabbrica. Un gol da urlo e tre punti d’oro, perché ad oggi il Venaria sarebbe salvo, un mezzo miracolo visto com’era messo un paio di mesi fa.
Davide Lamesta ha classe e personalità - basta vedere come ha risposto ai “senatori” che esageravano con le indicazioni - ma è solo all’inizio del suo percorso. Da anni fa la differenza, ma da queste parti in pochi sembrano accorgersi di lui: non le prof torinesi, per esempio, ma neanche le rappresentative regionali, che lo hanno ignorato. Per provarci nel calcio che conta, l’anno prossimo si trasferirà a Piacenza, insieme al suo amico e compagno di squadra Alessio Eboli. Un anno in Berretti, e poi chissà…

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