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Giovedì, 09 Aprile 2020 13:32

Simone Loria: “Ero ad Atalanta-Valencia, da una festa si è scatenato l’inferno. Ora tutti a casa per ripartire il prima possibile”

Scritto da Daniele Pallante

INTERVISTA - Parola al fondatore del Mercadante: “Rispettiamo le regole e fidiamoci delle autorità, è l’unico modo per riprendere il prima possibile la vita che avevamo fino a un mese fa. Le società vanno aiutate, se c’è modo è giusto chiudere la stagione, ma la priorità è la sicurezza e penso si ripartirà a settembre”


Il campo del Mercadante si affaccia sul San Giovanni Bosco, il primo ospedale di Torino ad aver affrontato l’emergenza Covid-19. Ospedale pieno di persone che lottano per la vita, campo desolatamente vuoto. “Come sto vivendo questo periodo? Come tutti, a casa, senza uscire mai. È normale che arrivi un po’ di noia, ma è giusto fare così, attenersi alle regole, è l’unico modo per riprendere il prima possibile la vita che avevamo fino a un mese fa”.

Parole di Simone Loria, 423 partite da professionista (con ben 43 gol, niente male per un difensore) con le maglie di Cagliari, Atalanta, Roma, Torino e Bologna, oggi anima e cuore del Mercadante, società di Barriera di Milano, dove è nato. “Bergamo è la mia seconda casa - racconta -, pensa che ero con alcuni amici a vedere Atalanta-Valencia, potrebbe essere proprio quella partita ad aver scatenato l’epidemia in maniera così violenta. Era un giorno di festa, da lì è nato l’infermo…”

Dalle finestre del San Giovanni Bosco si vede il campo del Mercadante.

“Stanno facendo un grandissimo lavoro, in quell’ospedale come in tutta Italia, noi dobbiamo solo ringraziare dottori, infermieri e tutta questa gente che lavora e aiuta gli altri rischiando del proprio, perché loro rischiano davvero. Se ci chiedono di fare uno sforzo e di stare a casa per limitare i contagi, lo dobbiamo fare e basta. La mia vita si è svolta tutta all’aperto, sui campi di calcio e in mezzo alla gente, ma adesso è così, ognuno deve fare la sua parte”.

La chiusura è un bel problema anche per la tua società.

“Il momento è difficile per tutti e per tutte le attività. Una società sportiva ha bisogno di andare avanti, di essere vissuta dai ragazzi che ne fanno parte, di organizzare partite e tornei. Adesso siamo fermi ma è giusto che sia così, in modo che questa emergenza passi e si possa ricominciare come e meglio di prima”.

Hai fatto un calcolo dei danni?

“Il Mercadante è una società giovane, e quando sei giovane investi di più: ho fatto qualche conto, certo, non faccio cifre ma… sono cifre”.

Come si riparte?

“C’è bisogno di aiuto, se no sarà impossibile ripartire, questo vale per tutti. Noi siamo chiusi da fine febbraio, a settembre saranno sei mesi. Per un’attività, dopo sei mesi di chiusura è come ripartire da zero, non è fattibile per nessuno”.

Dai per scontato che, prima di settembre, il calcio dilettantistico non ripartirà.

“Mi baso su quello che viene detto. Non si sa quando ma si riaprirà gradualmente, di certo non riparti dallo sport che, per quanto si svolga all’aria aperta, provoca aggregazione tra le persone. Bisogna essere prudenti, c’è il rischio di ritrovarsi al punto di partenza. Quando vedo gente che esce con i bambini, anche se ci sono dei miglioramenti e delle belle giornate… non ha senso. Ci sono centinaia di morti di mezzo, non si sa contro chi si combatte, quanto dura e quanto sia pericoloso questo virus, prendere decisioni adesso è delicatissimo. Dobbiamo fidarci delle autorità, di chi è chiamato a prendere queste decisioni”.

Limitiamoci a parlare di calcio. Qual è la tua idea per chiudere questa stagione?

“Dipende dal momento in cui ripartire. Se c’è spazio per chiudere la stagione in campo, è giusto farlo, non mancavano tante partite nei dilettanti e piuttosto si possono studiare formule veloci, come playoff e playout tra le squadre che si giocavano qualcosa. Altrimenti sarà un bel problema, ma deve essere chiaro che il calcio non è una priorità, per ripartire bisogna essere sicuri di farlo in piena sicurezza”.

Facciamo un passo indietro allora. L’annata del Mercadante, fino allo stop, era positiva, no?

“Stavamo facendo bene, magari con più fatica in qualche categoria, ma stavamo ottenendo risultati dove ce lo eravamo prefissato e migliorando dove volevamo. Una stagione da cui ripartire, quando si ripartirà”.

Ultima modifica il Giovedì, 09 Aprile 2020 14:47

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