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Mercoledì, 06 Luglio 2016 13:03

San Mauro - Michele Gentile, alla fonte della formazione del calciatore

Scritto da Manuel Bosco

INTERVISTA - Dopo quasi sei anni nelle file del Venaria, il tecnico avrà doppio impegno con i 2003 ed i 2005

Sta per iniziare una nuova avventura per Michele Gentile, allenatore cresciuto calcisticamente nelle file del Settore giovanile del Torino. Troppo stimolante, a sua stessa ammissione, poter lavorare con questo ambizioso San Mauro per poter lasciar scappare questa occasione. Ecco le sue parole.

Mister, ci parli della sua carriera da calciatore e allenatore.
“Da calciatore ho fatto tutte le giovanili del Torino, poi sono andato a San Mauro dove sono arrivato a giocare l’Eccellenza partendo dagli Allievi, è stata la mia esperienza più lunga in quanto ho vestito questa maglia per oltre dieci anni. Dopo sono andato a fare un biennio a Ciriè prima di chiudere con le ultime due stagioni a Chivasso. Ho iniziato ad allenare nel 2003 prima a Leinì, poi al River Mosso, poi i cinque anni a Venaria e da quest’anno sono tornato al San Mauro”.

Ha visto molta differenza tra la Scuola calcio ed il Settore giovanile?
“Diciamo che ho fatto un percorso di mia auto retrocessione, perché ho notato come i ragazzi che arrivavano nel Settore giovanile dalla Scuola calcio avevano delle grosse carenze tecniche, e così ho scelto io di provare ad andare alla radice e formare i ragazzi alla fonte. La formazione deve essere alla base della carriera di un calciatore”.

Ha deciso lei di lasciare Venaria? Se sì, come mai?
“E’ stata assolutamente una scelta mia, per questo divorzio ci sono state tante polemiche ma ci tengo a precisare che ringrazio la società, in questi anni abbiamo avuto diverse soddisfazioni e non ho alcun rammarico. Purtroppo nell’ultimo periodo è venuto a mancare del feeling ed è stato nell’interesse comune dividere le proprie strade; venire qui a San Mauro è stata una scommessa, l’ho colta subito perché trovo davvero stimolante l’idea di poter lavorare con certe personalità come Raffaele Balluardo, ma non solo”.

Ha già avuto modo di visionare le due squadre che dovrà allenare?
“Sì, le ho viste entrambe; i 2005 li avevo visti disputare un torneo a Mirafiori quando ancora allenavo il Venaria, sono una squadra buona, con qualche innesto diventerà un gruppo capace di giocarsela con chiunque. I 2003 mi erano stati già proposti a Venaria, sono una categoria che mi stuzzica; i 2003 di San Mauro mi sembrano un pochino indietro qualitativamente parlando anche se sono molto volenterosi. Stiamo lavorando per investimenti in grado di alzare il tasso tecnico di entrambe le categorie, le ritengo due squadre incomplete e in fase di allestimento”.

Qual è il suo credo da allenatore?
“Tutte le mie squadre fanno del possesso palla una caratteristica; mi piace avere dei giocatori che sappiano calciare bene e impostare l’azione anche dalla difesa, non sono uno di quegli allenatori che esclude a priori il portiere dall’azione. La mia squadra viene preparata e organizzata per poter fare la partita. Comunque, io, come ho detto in precedenza, parto sempre dalla formazione del calciatore, allenare con il solo intento dei risultati non è un mestiere nelle mie corde, con questo non dico che non alleno per portare alla vittoria, ma la vittoria deve essere una conseguenza di un lavoro che parte da una base solida”.

Ultima modifica il Giovedì, 07 Luglio 2016 10:21

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