SOCIETA’ - Il nuovo responsabile (dopo una lunga esperienza alla Druentina) arriva dal Lucento: “Serenità e ambizione, qui c’è l’ambiente giusto per fare bene. Prima di tutto siamo educatori, dobbiamo essere garanti della crescita sportiva dei ragazzi. Poi puntiamo tutto sulla tecnica individuale per arrivare anche a risultati di squadra”
Antonio, raccontaci la tua storia e la tua esperienza nel mondo del calcio.
“Ho iniziato nel Venaria del presidente Prunelli, dove da capitano dell’annata 1979 ho vinto praticamente tutto, a livello di settore giovanile. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, ho deciso di seguire mio fratello Daniele (uno dei migliori giocatori classe 90 del panorama dilettantistico piemontese, ndr). In quegli anni ho iniziato a formarmi come dirigente sportivo, a contatto con maestri del calibro di Guolido, Mattei, Gerbaudo e Tridello. Successivamente, ho fatto tutta la trafila alla Druentina: sono partito da dirigente di categoria e sono arrivato a svolgere le funzioni di direttore generale. Abbiamo ottenuto ottimi risultati insieme a uno staff importante, ricordo con affetto la collaborazione con Niki Rigattuso. Nella scorsa stagione, ho seguito la scuola calcio del Lucento, una società professionale e di primissima fascia, facendo un’esperienza che mi ha formato ulteriormente come uomo e come dirigente”.
Cosa ti ha spinto ad accettare di accettare l’offerta dell’Autovip San Mauro?
“L’idea dell’Autovip San Mauro è arrivata quasi per caso, dopo una chiacchierata con direttore sportivo Gentile, e poi in seguito con il direttore generale Maggia. Le persone determinano l’ambiente di una società, a San mauro si respira un clima sereno e allo stesso tempo ambizioso, un perfetto connubio di valori morali e tecnici che sono la base per poter fare bene. Si è creata immediatamente empatia tra me e tutte le sfere della società e sono convinto che la prossima stagione sarà entusiasmante. Mi occuperò come responsabile di scuola calcio delle categorie Esordienti e Pulcini, mentre Walter Goteri si occuperà delle categorie dei Primi calci e Piccoli amici”.
Quali sono i progetti più significativi che il tuo modello di scuola calcio prevede e quali programmi hai per il futuro?
“Innanzitutto, tengo a sottolineare che chi si occupa di scuola calcio non deve mai dimenticare la propria mission: siamo educatori e in quanto tali dobbiamo essere garanti della crescita sportiva dei ragazzi all'interno di un contesto di regole e condivisione di valori morali. Dal punto di vista tecnico ho un solo credo: tecnica individuale, tecnica individuale e tecnica individuale. Avendo a disposizione uno staff di grandissimo spessore, stiamo elaborando e condividendo un progetto che consentirà ai ragazzi della nostra scuola calcio l’apprendimento prima della “tecnica di base”, poi della “tecnica estrosa”. Inserito nel contesto di squadra, questo percorso fornirà gli strumenti necessari - come diciamo noi addetti ai lavori - ad alzare sempre il livello. Sono certo che aumentando l’intensità delle sedute di allenamento, anche attraverso schede tecniche mirate alla singola categoria, possano arrivare ottimi risultati, in modo da creare piccoli atleti pronti a entrare nel settore giovanile nel migliore dei modi. A livello societario, ci siamo dati due anni di tempo per entrare nel SuperOscar”.