INTERVISTA - Domani inizia la Halloween Cup (clicca qui per la presentazione e il calendario): il numero uno della società organizzatrice presenta la manifestazione e spiega la nascita e gli obiettivi della sua società
Da venerdì 1 novembre a domenica 3 l’impianto sportivo del Poligru ospiterà il Torneo di Halloween organizzato dall’Accademia Torino in collaborazione con We Eventi. Un grande evento che vedrà partecipanti di spicco dal Piemonte e non solo: ci sono squadre in arrivo da Lombardia, Veneto e Liguria. Valore aggiunto, la presenza di Juventus e Torino. È il presidente Paolo Bonacina a raccontare qualcosa di più su questo evento e sugli altri progetti della società.
Presidente, iniziamo da questo weekend: venerdì inizia il grande torneo che avete organizzato per Halloween. Tutto pronto?
“È tutto pronto! L’evento che abbiamo organizzato con la collaborazione di We Eventi è un torneo che conta 82 squadre. Il 1 novembre ci saranno i gironi formati da squadre dilettantistiche piemontesi, anche le più blasonate, mentre il 3 novembre si svolgeranno le fasi finali con la partecipazione di squadre professionistiche e di altre in arrivo da fuori regione”.
Tante partite e tante società che partecipano, comprese Juventus e Torino, oltre agli ospiti da fuori regione. Una bella soddisfazione e insieme una bella responsabilità.
“Sì assolutamente! Avremo come ospiti il Vado Ligure, diverse squadre dalla Lombardia e anche una squadra che arriva da Padova: la We Event ha organizzato per questi ragazzi, nei momenti in cui non giocano, tour per i luoghi di interesse di Torino. Il torneo diventa così oltre che un evento sportivo un’occasione culturale e formativa”.
Tra tante grandi squadre, crede che l'Accademia Torino riuscirà a ritagliarsi uno spazio da protagonista?
“Noi dell’Accademia Torino siamo molto soddisfatti di quello che stiamo creando. Quest’anno festeggeremo il secondo anniversario e abbiamo già delle formazioni che se la possono tranquillamente giocare con tutti”.
Per una società giovane come l'Accademia Torino è impressionante essere riusciti a organizzare un torneo così importante: come ci siete riusciti?
“Innanzitutto facendoci ben volere nell’ambiente del calcio, perché, essendo un ambiente piccolo, noi abbiamo intrecciato rapporti con quasi tutte le società piemontesi: partecipiamo sempre ai tornei organizzati da altri, portando squadre competitive e dei genitori estremamente educati. Il salto di qualità l’abbiamo poi fatto associandoci a We Eventi: abbiamo dei professionisti che organizzano questo e gli altri tornei che proponiamo”.
Avete un fitto programma di tornei per questa stagione. Prossimi appuntamenti?
“Tutte le domeniche noi organizziamo dei mini tornei che durano una giornata o anche solo un pomeriggio. Non intralciamo la Federazione ma offriamo a tutte le società un’opportunità in più. Abbiamo sempre la partecipazione del Torino che quindi attira altre società di calibro anche da fuori regione. La settimana scorsa sui nostri campi del Poligru c’erano il Milan Football Academy, il Pavia e altre squadre competitive. Oltre a questi mini tornei abbiamo in programma il Turin Cup, clone dell’Halloween Cup di questo weekend. Anche lì aspettiamo un’ottantina di squadre partecipanti. Organizzeremo poi alti tre eventi: a Bardonecchia, a Lignano Sabbiadoro e a Gardaland”.
Allarghiamo il discorso alla società di cui lei è presidente. Ce ne parli un po’.
“L’Accademia Torino è una realtà che sta crescendo e ci stiamo trasformando in una società di livello: i ragazzi non vengono qui a passare il tempo o a farsi accudire, ma migliorano a giocare a calcio e soprattutto, crescono. Noi cerchiamo di creare un ambiente sereno in cui sia centrale la passione dei ragazzi: se si toglie quella si impoverisce chiunque di tutto ciò che può dare al mondo del calcio. Sulla base della passione che i ragazzi hanno per il pallone noi, poi, costruiamo tutto ciò che serve. Essendo questa la nostra volontà siamo felicissimi di come i ragazzi stiano rispondendo ai nostri stimoli: tutti, già dai più piccoli, fanno almeno tre allenamenti a settimana di cui uno prettamente atletico. Gli effettivi fautori di tutto ciò sono gli istruttori: ne abbiamo di validissimi di cui vado estremamente fiero e di cui ammiro lo spirito di condivisione. Non è raro trovarne uno ad assistere a partite di annate che non sono la propria per poter aiutare e fornire un secondo parere al mister”.
Ci racconti come e perché è nata questa nuova realtà sportiva.
“Il progetto nasce un pomeriggio quando, parlando con Silvano Benedetti e Massimo Bava, ipotizziamo di creare una società che possa occuparsi dei ragazzi che, per stress o per altri motivi, necessitino di fare quel passo in più per entrare a far parte del mondo delle società professionistiche. Tra queste ovviamente si pensa al Torino: società a cui poter fare riferimento e di cui diventare partner fedele. Il nostro obiettivo diventa quello di aiutare i ragazzi nella transizione e prepararli ad indossare una maglia pesante come è quella granata”.
Il ruolo di presidente è impegnativo. Cosa l'ha spinta a lanciarsi in questa avventura?
“La passione per il calcio. Penso che questo sport debba essere per i ragazzi che lo praticano una valvola di sfogo da un lato e un grandissimo insegnamento di vita dall’altro. Per questo nella società che rappresento cerchiamo di abolire ogni forma di prepotenza o “nonnismo” punendo tutti questi episodi togliendo la convocazione e non permettendo a chi sbaglia nemmeno di allenarsi per due settimane. Facciamo tutto questo per creare un ambiente sereno e far crescere i ragazzi”.
A livello di numeri state crescendo tantissimo. Quanti tesserati avete registrato e quante squadre avete iscritto quest’anno?
“L’anno scorso eravamo 60 tesserati e ora, solo un anno dopo, siamo a 155 in 11 squadre”.
Quali sono i valori che desidera trasmettere, come vive la responsabilità contribuire alla formazione di una nuova generazione di calciatori?
“Il nostro primo pensiero è quello di formare dei bimbi e dei ragazzi che poi saranno uomini. Quello che cerco di trasmettere agli istruttori, che poi passano ai ragazzi, è che prima di essere calciatori bisogna essere uomini. Trasmettere questi valori è fondamentale per la società e noi cerchiamo di farlo con correttezza rispettandoli noi in primis: gli istruttori si prendono le loro responsabilità e parlano serenamente e in maniera chiara ai ragazzi. Ad esempio viene ogni volta spiegato il motivo per cui si è convocati o meno. Cerchiamo insomma di usare il calcio per formare degli adulti responsabili: ciò che si impara nel rettangolo di gioco o nello spogliatoio è difficile impararlo altrove. Io per primo noto ogni giorno ciò che mi porto dietro da quando giocavo a calcio”.
Quali sono gli obiettivi per questa stagione?
“Noi puntiamo a far crescere tutti i ragazzi ogni anno. Più nello specifico cerchiamo di avere per ogni annata formazioni in grado di dimostrare, soprattutto a loro stessi, di potersela giocare con tutti, senza nessun timore reverenziale per nessuno. A livello societario invece il prossimo anno puntiamo ad avere 2004 e 2005 nei regionali, continuare con i 2006, portare i 2007 nel settore giovanile e ampliare il progetto dei più piccoli fino ai 2012”.
Sul lungo termine invece?
“Il sogno sarebbe avere un centro sportivo interamente dedicato all’Accademia Torino Calcio in cui riuscire a sviluppare più campi in erba sintetica che possa permetterci di creare un polo sportivo come quello di Novara con Novarello, un qualcosa di davvero importante che possa accompagnare i calciatori dal momento in cui mettono gli scarpini a quando passano a società professionistiche. Ovviamente questo comporterebbe un impegno economico importante che ci fa mettere in ricerca di centri sportivi liberi o di società con cui fonderci. Sempre però mettendo i nostri valori e la qualità del servizio che offriamo ai ragazzi ben davanti al ritorno economico”.
Buona fortuna allora...
“Grazie mille! Ci vediamo questo weekend sul campo!”