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Giovedì, 22 Ottobre 2020 18:50

L’importanza della comunicazione nei portieri

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1 - Con questo articolo comincia una serie di editoriali in cui Fabrizio Capodici ci farà dono della sua esperienza come portiere, tra racconti di aneddoti sui portieri, esperienze di campo, iniziative e tanto altro sul significato di essere e sentirsi estremi difensori, ma soprattutto numeri uno.


Uno dei miei idoli di sempre tra i pali, nelle uscite, per fisicità e carattere, Peter Schmeichel, disse: “Durante la mia carriera da giocatore, una cosa che ho imparato è che la comunicazione è vitale nel calcio, non solo per noi portieri ma per tutti i calciatori. Tuttavia, a mio avviso, è ancora più importante che i portieri possano comunicare in modo sicuro ed efficace con i loro compagni di squadra”.

Quando si comincia a giocare in porta, oltre agli allenamenti sulla tecnica, un gran lavoro si fa sull’aspetto del carattere e della comunicazione. Ci sono portieri che per natura sono portati a essere socievoli e trascinatori, leader naturali che dalle retrovie guidano la squadra dando indicazioni su come muoversi, dove passare la palla, che zona del campo coprire, e via dicendo. Ci sono poi i più timidi, che sopperiscono con un grande spirito di osservazione e un lavoro più profondo di tattica alle poche parole proferite alla squadra; poche ma buone, essenziali.

Potremmo dividerli in due categorie, i portieri impulsivi e i razionali, gli istintivi e i riflessivi. Due categorie di portieri, senza dire meglio o peggio, è “solo” carattere e vi sono grandi esempi di ambedue le categorie che hanno avuto carriere eccezionali, costruendo i loro punti di forza proprio su questi due assi diametralmente opposti, eppure uniti da un filo conduttore, ovvero l’importanza di comunicare. Il portiere in effetti è solo, come dice anche il nome della mia rubrica, per cui l’unico vero legame che ha con il resto della squadra è tramite le parole.

Ma perché è così importante parlare? Perché a un portiere si chiede fin dalla giovane età di comunicare con il resto della squadra e diventare una sorta di secondo allenatore in campo? Tanto per cominciare per la visuale: Ricordiamoci che, dopotutto il portiere ha la migliore visuale di tutte le posizioni in campo ed è responsabile dell'organizzazione dei suoi giocatori davanti a loro, sia in possesso palla che, soprattutto, in fase di non possesso della palla.

In secondo luogo per una questione di fiducia: Per il portiere ritengo sia molto importante avere fiducia in se stesso e altrettanto importante, da non sottovalutare, sentirla dall’intero staff. Più sentirà la fiducia, e più avrà fiducia in se stesso, questo lo renderà in grado di comunicare con i giocatori in modo più efficace. Oltre a dare istruzioni ai giocatori, dovrà anche offrire incoraggiamento, incitarli e caricarli, soprattutto nelle situazioni più importanti di una partita.

Quando un portiere comunica con i giocatori è importante che dia istruzioni forti, chiare, concise e comprensibili. Potrebbe essere un problema se i giocatori non capiscano cosa stia dicendo loro, quindi dovrà usare un linguaggio e delle terminologie conosciute e di conseguenza, più facili e immediate da interpretare. Questo può essere allenato negli spogliatoi o, meglio ancora, sul campo di allenamento. Più il tuo tono di voce sarà forte, più sicurezza avranno i compagni di squadra in lui.

Anche il tono è importante, il portiere dovrà far capire esattamente in che situazione si trovano i suoi giocatori e diventerà i loro occhi. Faranno affidamento completamente su di lui e dovrà descrivere tutto ciò che è dietro di loro, in maniera concisa. Dovrà capire che non solo ascolteranno le sue parole/comandi, ma anche come verranno dette. Ad esempio, se sta urlando a gran voce e comunicando in modo affrettato, possono andare nel panico e pensare di avere meno tempo sulla palla di quello che hanno in realtà. La comunicazione è molto importante in campo, ma anche al di fuori del campo.

In conclusione, credo vivamente che questi siano tutti aspetti della comunicazione che dovrebbero essere allenati e preparati insieme al portiere, prima di una partita e non durante. Ovviamente le cose cambiano durante la partita, come le situazioni o gli schemi di entrambe le squadre, e li sta al portiere essere bravo ad adattarsi, e di conseguenza attraverso la sua capacità comunicativa risolvere la situazione. Considerando che la comunicazione e l'esperienza vanno di pari passo.

Inoltre, dovremmo essere bravi noi allenatori dei portieri, a trasmettere il giusto equilibrio nei portieri più giovani, poiché non dobbiamo fare l’errore di sovraccaricarli con la responsabilità di come comunicare con i difensori/giocatori nella fase di apprendimento e nella loro crescita emotiva personale.

Ultima modifica il Venerdì, 23 Ottobre 2020 08:52

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