INTERVISTA - Il centrocampista granata classe 2008 è stato decisivo nel successo per 1-0 della Nazionale Under 17 contro i pari età della Slovacchia, all’esordio nella Lega A a Sesvete: "È stata un’emozione bellissima, perché si tratta del mio primo centro in maglia azzurra. La vittoria, però, è del gruppo, grazie al quale riesco a esprimermi al meglio, sentendomi più forte".
Ci sono momenti nel calcio che raccontano chi sei e cosa vuoi diventare. Andrea Luongo, trequartista classe 2008 del Torino, ha vissuto uno di quei momenti allo 'Sveti Josip Radnik' di Sesvete. Un gol di opportunismo e personalità, condito dalla giusta cattiveria agonistica. Quella che serve per fare la differenza ad alti livelli. Rete decisiva contro la Slovacchia, 1-0 pesante, pesantissimo, nella corsa verso la fase finale dell’Europeo, in programma dal 19 maggio al 1° giugno in Albania, e verso il Mondiale, che si giocherà dal 5 al 27 novembre in Qatar, della Nazionale Under 17 del tecnico Massimiliano Favo, campione d'Europa in carica.
"È stata un’emozione bellissima - racconta il talento granata -, perché si tratta del mio primo centro in maglia azzurra. La vittoria, però, è del gruppo, grazie al quale riesco a esprimermi al meglio, sentendomi più forte".
Mentalità giusta. Quella di chi è consapevole che il calcio è fatto di valori, oltre che di giocate. Forma mentis di un ragazzo cresciuto tra i vicoli di Napoli, partito dalla Gioventù Partenope a soli 5 anni: sette stagioni lì, poi la Peluso Academy, fino alla chiamata del Torino a settembre 2023. E oggi, con la maglia granata, Andrea sta dimostrando tutto il suo valore: 5 reti in 16 presenze (1317 minuti giocati). Sempre in partita, sempre protagonista.
Gli obiettivi? "Vincere lo Scudetto con il Torino - confessa il centrocampista degli Azzurrini - e staccare un biglietto per l’Europeo in Albania (dal 19 maggio al 1° giugno, ndr) e per il Mondiale in Qatar (dal 5 al 27 novembre, ndr)", senza troppi giri di parole. Perché i sogni vanno detti a voce alta, solo così iniziano a diventare realtà. E il sogno più grande, però, è "esordire in Serie A", magari con la maglia del Toro.
Andrea, nel frattempo, studia dai migliori. Gli piace il brasiliano Neymar "per il suo modo di giocare", oltre ad ammirare Samuele Ricci, centrocampista moderno che detta i tempi del Torino di Vanoli, e stravede per Nicolò Barella, l’uomo ovunque dell’Inter e della Nazionale, che questa sera (ore 20.45) scenderà in campo a San Siro contro la Germania, nell'andata dei quarti di Nations League.
Ma dietro ogni sogno che prende forma, c’è sempre chi ti guarda crescere in silenzio, passo dopo passo. Così è la famiglia, il suo punto fermo: papà Leo, mamma Marianna, i fratelli più grandi Nadia ed Emanuele, oltre al piccolo Francesco. Nessuno che abbia mai calcato un campo da calcio, nessuno che venga da quel mondo. Eppure lui sì. Lui ci è entrato di diritto.
Perché Andrea Luongo il talento ce l’ha. Ma ha anche fame di arrivare, voglia di dimostrare e spirito di sacrificio. E nel calcio, si sa, il talento apre la porta. Ma è la voglia di emergere che ti fa entrare.
STORIA. Nato il 16 febbraio 2008 a Napoli da papà Leo e mamma Marianna, comincia a giocare a calcio all'età di 5 anni alla Gioventù Partenope, società dilettantistica campana, prima di passare alla Peluso Academy sette anni dopo. Nel settembre 2023 entra a far parte del vivaio del Torino, con cui ha realizzato 5 gol in 16 presenze (1317 minuti giocati) nell'Under 17 allenata da Fabio Rebuffi.
Fonte: www.figc.it