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Venerdì, 27 Febbraio 2015 18:42

A.I.A.C. di Torino / 2ª puntata - Oltre la psicocinetica

Scritto da Sebastiano Filardo
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2ª PUNTATA - Oltre la psicocinetica

"La psicocinetica o psicodinamica è la scienza che studia i rapporti tra i fatti psichici e lo spazio; in termini più semplici, la psicocinetica studia ciò che mette in contatto un ragionamento (psico) e un movimento (cinesi). La Psicocinetica e le sue esercitazioni, quindi, vanno ad allenare la capacità dell'atleta di effettuare e modificare nel più breve tempo possibile un comportamento - movimento in base agli stimoli esterni (visivi, sonori e tattili) che si presentano".

Il metodo classico per esercitarsi attraverso la psicocinetica è quello di abbinare comportamenti e azioni stimoli visivi/sonori, quasi sempre colori e/o numeri. 

Utilizzando un'esercitazione psicocinetica si vuole condizionare l'atleta a produrre uno o più comportamenti in risposta a uno stimolo, si richiede all'atleta di "discriminare uno stimolo attraverso un canale percettivo", di "elaborare i dati velocemente" e di produrre una risposta tecnico/motoria adatta alla risoluzione del problema.

Ma come è possibile determinare la capacità, o le capacità, principalmente responsabili di successo o di insuccesso? 

Se l’esecuzione da parte dell’ atleta risulta "lenta", questo è da imputarsi a una parziale e inefficace ricezione dello stimolo? Oppure da un poco funzionale Problem Solving? O ancora da qualche difficoltà inerente il "cambio di stato"?

Secondo diverse ricerche, più dell'ottanta percento degli stimoli in entrata, provengono dal canale visivo; ne consegue che, più stimoli sollecitano questo canale sensoriale, maggiore benefici ne ottiene la prestazione. 

Penso che si potrebbe andare oltre al concetto classico della Psicocinetica.

Proviamo a scomporre la psicocinetica nei suoi elementi cognitivo/percettivi per poterli allenare e stimolare singolarmente, così da creare semplici percorsi propedeutici e quantificare in modo più approfondito progressi e miglioramenti.

 

E' possibile scomporre l'esercitazione psicocinetica nelle seguenti costituenti:

  • Visione di gioco, intesa come capacità di percepire in modo "fedele" stimoli e contesto di gioco;
  • Velocità di pensiero e Problem Solving, prontezza ed efficacia nel produrre soluzioni funzionali;
  • Intensità di gioco e transizione, da intendersi come "abilità nel passare da uno stato a un altro".

Così facendo si possono creare percorsi propedeutici, che comprendano un singolo obiettivo cognitivo "complesso", può essere più funzionale nello sviluppo della qualità in questione; isolando uno solo di essi è possibile avere un maggiore controllo della variabilità e, di conseguenza, imputare l'esito dell'esercitazione/gioco a un determinato fattore, inoltre la stessa stimolazione visiva può essere modificata per essere più vicina alle esigenze del contesto di gara.

Si può fare meglio?

Ad esempio non si può abbinare la sollecitazione visiva (il via dell'esercitazione) a una stimolazione più evoluta? Vincoliamo  le diverse discriminanti e possibilità di esecuzione di un esercizio sulla base della lettura di una traiettoria aerea della palla o della corsa di un giocatore; se prevedo che una palla lanciata cadrà in un posto, allora la mia esecuzione dell'esercizio sarà in un modo, alternativamente in un altro. 

Queste considerazioni sull’argomento “psicocinetica” potrebbero creare proposte di allenamento per ciascun obiettivo cognitivo/percettivo per farle diventare piu efficaci.

Fonte: www.mentalfootball.com


Torino, 27 febbraio 2015
Il Presidente 
Sebastiano Filardo

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Letto 3214 volte Ultima modifica il Martedì, 10 Marzo 2015 14:28

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