Torino, 15 giugno
A festeggiare per un gol o a protestare contro l'arbitro, a chiacchierare con le amiche o in silenzio in un angolo a smaltire la tensione della gara: oltre ai bambini a essere protagonisti delle domeniche sui campi ci sono anche i genitori. Ognuno di loro ha un metodo diverso di vivere la gara, che dipende anche dall'interesse personale per lo sport in questione, dalle ambizioni sui piccoli calciatori, dall'ambiente nel quale si decide di far crescere il ragazzo.
A raccontare la sua esperienza da 'papà in tribuna' è, per esempio, Sandro Antoniazzi, ex giocatore dilettante e genitore di due bimbi, un 2005 e un 2008. in forze all'Alpignano: «Avendo giocato a calcio da piccolo ed essendo arrivato in Promozione da adulto sto particolarmente dietro alla passione sportiva dei miei bambini. Quando avevo la loro età andavo da solo agli allenamenti e i miei non mi seguivano particolarmente, anche perchè mio padre non sapeva nulla delle società torinesi e non era un esperto di calcio. Hanno cominciato a seguirmi di più quando sono arrivato in prima squadra, come tifosi. Io questo mondo lo conosco da diversi anni, per cui l'interazione con i miei figli è diversa. Cerco di dargli dei consigli, gli chiedo in quali società vogliono giocare, se si trovano bene, li accompagno anche agli allenamenti. All'Alpignano cerco di dare una mano quando posso, l'ambiente del calcio è un ambiente a cui sono molto legato, mi piace stare in mezzo ai bambini e divertirmi insieme a loro».
Come vive un genitore sportivo la partita del figlio? «Io preferisco restare in disparte durante la gara, anche perchè i commenti altrui mi innervosiscono e non voglio rovinarmi la partita. Certo tifo e seguo i miei ragazzi, ma sono perfettamente consapevole che sono ancora piccoli, e che principalmente devono pensare a divertirsi».
Come vede il calcio in prospettiva nella vita dei suoi figli? «Ovviamente mi piacerebbe che continuassero, sempre che sia un loro desiderio. Mi piacerebbe vederli da grande in qualche prima squadra come ho fatto io, magari in Promozione o Eccellenza. Certo, auguro loro, con la stessa passione del padre, di riuscire ad ottenere risultati migliori, ma restando sempre con i piedi per terra, godendosi ogni tappa calcistica fino in fondo e divertendosi».
Alla prossima settimana per un'altra chiacchierata con un genitore-tifoso.
Maria Rosa Cagnasso