Lunedì, 25 Novembre 2024
Giovedì, 05 Marzo 2020 12:40

Self Talk, l’importanza dei pensieri (non negativi) - Parte Uno

Scritto da Edoardo Ciofi

4 - Con Edoardo Ciofi in questa puntata si parla di come nello sport spesso accada che una serie di pensieri negativi non ci permettono di dare il nostro massimo e influenzino le nostre prestazioni. Concentrarsi troppo su un errore ci metterà inevitabilmente in una condizione di tensione, ansia o rabbia, che porteranno a non giocare bene.


Vi faccio una semplice domanda. Secondo voi quanti pensieri, in media, attraversano la nostra mente durante una giornata? Qualcuno avrà detto decine, chi centinaia. In realtà è stato stimato che, durante una giornata media, circa 15mila pensieri passano nella nostra testa.

Se questo numero vi stupisce è perché, effettivamente, solo una piccolissima parte di questi sono consapevoli. Per quanto riguarda la maggior parte, invece, si tratta di tanti pensieri inconsapevoli di cui neanche ci accorgiamo. Soprattutto se siamo impegnati a fare qualcosa (come leggere questo articolo). Per farvi capire capire come sia possibile, vi chiedo di provare, per un minuto, a concentrarvi sui vostri pensieri e, soprattutto, a NON pensare per un minuto.

Ecco, scommetto che non ci siete riusciti. La prima regola dei nostri pensieri, infatti, è che è impossibile non pensare. Ogni secondo, ogni istante durante la giornata, un pensiero più o meno lungo attraversa la nostra mente.

I nostri pensieri ci influenzano? Tutti questi pensieri hanno sicuramente un grandissimo potere: quello di influenzarci durante tutta la giornata. Se i nostri pensieri sono negativi, il nostro umore sarà più basso e, sicuramente, le nostre prestazioni non saranno ottimali. Nello sport, per esempio, molto spesso succede che una serie di pensieri negativi che attraversano la nostra mente durante un allenamento o una partita, non ci permettono di dare il nostro massimo e di esprimerci al 100%. Anche soltanto il pensare che una partita andrà male, che si sta giocando malissimo, il focalizzarsi troppo su un errore o su qualcosa che dovrà accadere (esempio il battere un calcio di rigore), ci mette in una condizione di tensione, ansia o rabbia, che fanno in modo di non giocare bene.

Da cosa dipendono i pensieri negativi? Perché ci capita di avere così tanti pensieri negativi? Beh la risposta non è semplice ma possiamo trovare qualche ipotesi. La prima ipotesi è che il pensare negativo dipenda dalla personalità. Ci sono persone più negative, persone più pessimiste o che semplicemente sono meno portare a vedere un lato positivo di una situazione. Queste persone tenderanno ad avere molti più pensieri negativi e a saper gestire con più difficoltà le sfide sportive. Un altro fattore di influenza può essere il fatto che, molto spesso, si tende a immaginare che una cosa vada male per non “illudersi” e rimanere scottati.

Ecco, questo funzionamento in realtà non è positivo, perché rischiamo un processo che, in psicologia, si chiama “profezia che si auto-avvera”, cioè che quando siamo convinti che una cosa andrà male, e i nostri pensieri ci portano a pensare che per forza questa cosa non potrà essere risolta positivamente, è come se facessimo in modo di farla andare male. Ad esempio, se devo tirare un calcio di rigore e penso che sicuramente lo sbaglierò, che non sarò in grado di segnarlo e che farò perdere la squadra, mi metto in una condizione psicologica di tensione e ansia che (come abbiamo visto in un articolo precedente) non mi permetterà di calciarlo al meglio e aumenterà le possibilità di sbagliarlo. Anche le frasi dette da chi ci sta attorno, allenatori, genitori, compagni, possono entrare come pensieri negativi ed influenzarci.

Abbiamo visto come mai alcuni pensieri negativi attraversano la nostra mente e quasi sono le conseguenze di essi, nel prossimo articolo cercheremo di trovare degli strumenti utili al poter gestire il proprio dialogo interno e i pensieri negativi.

Ultima modifica il Giovedì, 05 Marzo 2020 12:52

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