ESCLUSIVA - Dodici società partecipanti, quattro categorie e quattro campi base coinvolti: Under 17 al Chisola, Under 16 a Volpiano, Under 15 al Lascaris e Under 14 ad Alpignano. Ecco il calendario delle partite, da giovedì 29 dicembre a domenica 8 gennaio
Alpignano, Chieri, Chisola, Lascaris, Nichelino Hesperia, Pinerolo Pro Eureka, Rosta, Sca Asti, Sisport, Spazio Talent Soccer e Volpiano: in rigoroso ordine alfabetico, sono le società che parteciperanno alla prima edizione della “Turin Football Winter Cup”, il nuovo, imperdibile appuntamento nel panorama dei tornei invernali dedicati al Settore giovanile. Da giovedì 29 dicembre a domenica 8 gennaio, queste 12 società "top" si sfideranno con le annate dal 2006 al 2009. Dulcis in fundo, le finali si giocheranno allo Juventus Training Center di Vinovo, il campo dedicato alla memoria di Ale e Ricky dove si allenano le giovanili bianconere.
La “Turin Football Winter Cup” nasce da un’idea di Christian Bellanova, sviluppata in collaborazione con la Juventus. La formula, semplice e spettacolare, coinvolge quattro campi base: l’Under 14 giocherà proprio ad Alpignano, l’Under 15 dai vicini di casa del Lascaris, l’Under 16 a Volpiano e l’Under 17 nell’impianto sportivo del Chisola, sempre a Vinovo. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti perché la “Turin Winter Cup” sia, già dalla sua prima edizione, un appuntamento centrale nel calendario calcistico giovanile.
UNDER 17 / Campo base: via del Castello 3 - Vinovo
Girone A: Chisola, Nichelino Hesperia, Pinerolo
Girone B: Alpignano, Sisport, Rosta
Girone C: Lascaris, Spazio Talent Soccer, Pro Eureka
Girone D: Volpiano, Chieri, Sca Asti
Giovedì 29 dicembre 2022
18.30 Chisola-Nichelino Hesperia
19.30 Alpignano-Rosta
Venerdì 30 dicembre 2022
18.30 Lascaris-STS
19.30 Volpiano-Sca Asti
Martedì 3 gennaio 2023
18.30 Nichelino Hesperia-Pinerolo
19.30 Sisport-Rosta
Mercoledì 4 gennaio 2023
18.30 Pro Eureka-STS
19.30 Chieri-Sca Asti
Giovedì 5 gennaio 2023
18.30 Chisola-Pinerolo
19.30 Alpignano-Sisport
Venerdì 6 gennaio 2023
15.30 Lascaris-Pro Eureka
16.30 Volpiano-Chieri
SEMIFINALI - Sabato 7 gennaio 2023
15.30 1ª girone A-1ª girone B
16.30 1ª girone C-1ª girone D
FINALE - Domenica 8 gennaio 2023 / Juventus Training Center: via Stupinigi 182 - Vinovo
17.30 Vincente semifinale A-Vincente semifinale B
UNDER 16 / Campo base: via Trento 104 - Volpiano
Girone A: Volpiano, Chieri, Rosta
Girone B: Sisport, Chisola, Spazio Talent Soccer
Girone C: Lascaris, Pinerolo, Nichelino Hesperia
Girone D: Alpignano, Pro Eureka, Sca Asti
Giovedì 29 dicembre 2022
18.30 Volpiano-Rosta
19.30 Sisport-STS
Venerdì 30 dicembre 2022
18.30 Nichelino Hesperia-Lascaris
19.30 Alpignano-Sca Asti
Martedì 3 gennaio 2023
18.30 Chisola-STS
19.30 Chieri-Rosta
Mercoledì 4 gennaio 2023
18.30 Pinerolo-Nichelino Hesperia
19.30 Pro Eureka-Sca Asti
Giovedì 5 gennaio 2023
18.30 Volpiano-Chieri
19.30 Sisport-Chisola
Venerdì 6 gennaio 2023
15.30 Lascaris-Pinerolo
16.30 Alpignano-Pro Eureka
SEMIFINALI - Sabato 7 gennaio 2023
15.30 1ª girone A-1ª girone B
16.30 1ª girone C-1ª girone D
FINALE - Domenica 8 gennaio 2023 / Juventus Training Center: via Stupinigi 182 - Vinovo
16.30 Vincente semifinale A-Vincente semifinale B
UNDER 15 / Campo base: via Claviere 16 - Pianezza
Girone A: Lascaris, Rosta, Pinerolo
Girone B: Sisport, Alpignano, Spazio Talent Soccer
Girone C: Chisola, Nichelino Hesperia, Volpiano
Girone D: Chieri, Pro Eureka, Sca Asti
Giovedì 29 dicembre 2022
18.30 Lascaris-Rosta
19.30 Chisola-Nichelino Hesperia
Venerdì 30 dicembre 2022
18.30 Sisport-STS
19.30 Chieri-Sca Asti
Martedì 3 gennaio 2023
18.30 STS-Alpignano
19.30 Rosta-Pinerolo
Mercoledì 4 gennaio 2023
18.30 Volpiano-Nichelino Hesperia
19.30 Chieri-Pro Eureka
Giovedì 5 gennaio 2023
18.30 Lascaris-Pinerolo
19.30 Sisport-Alpignano
Venerdì 6 gennaio 2023
15.30 Chisola-Volpiano
16.30 Pro Eureka-Sca Asti
SEMIFINALI - Sabato 7 gennaio 2023
15.30 1ª girone A-1ª girone B
16.30 1ª girone C-1ª girone D
FINALE - Domenica 8 gennaio 2023 / Juventus Training Center: via Stupinigi 182 - Vinovo
15.30 Vincente semifinale A-Vincente semifinale B
UNDER 14 / Campo base: via Migliarone 12 - Alpignano
Girone A: Alpignano, Rosta, Volpiano
Girone B: Sisport, Pinerolo, Sca Asti
Girone C: Chisola, Spazio Talent Soccer, Pro Eureka
Girone D: Chieri, Nichelino Hesperia, Lascaris
Giovedì 29 dicembre 2022
18.30 Alpignano-Rosta
19.30 Sisport-Pinerolo
Venerdì 30 dicembre 2022
18.30 STS-Pro Eureka
19.30 Chieri-Nichelino Hesperia
Martedì 3 gennaio 2023
18.30 Rosta-Volpiano
19.30 Sca Asti-Pinerolo
Mercoledì 4 gennaio 2023
18.30 Chisola-STS
19.30 Lascaris-Nichelino Hesperia
Giovedì 5 gennaio 2023
18.30 Alpignano-Volpiano
19.30 Sca Asti-Sisport
Venerdì 6 gennaio 2023
15.30 Chieri-Lascaris
16.30 Chisola-Pro Eureka
SEMIFINALI - Sabato 7 gennaio 2023
15.30 1ª girone A-1ª girone B
16.30 1ª girone C-1ª girone D
FINALE - Domenica 8 gennaio 2023 / Juventus Training Center: via Stupinigi 182 - Vinovo
14.30 Vincente semifinale A-Vincente semifinale B
REGOLAMENTO
CLASSIFICA MARCATORI - In Under 17, oltre al capocannoniere, spiccano Ouseynou e Asane Sow del Mercadante, rispettivamente a quota 16 e 9 gol. In Under 16 da applausi anche Giglio del Mirafiori e Quaglia del Pecetto, 17 gol a testa, oltre a Zucolella della Virtus, 10 gol in categoria e altri 5 in Under 17. Si segna meno in Under 15, dove brilla Piazza del San Giacomo Chieri, autore di 13 gol. Il record di gol realizzati è dell’Albese Under 14, ben 70
Gabriele Rinaldi (Dorina Under 17) primo con 25 gol, Francesco Armitano (Crocetta Under 19) secondo con 19 centri, Davide Dileno (Caselle Under 16) e Vincenzo Milazzo (Rosta Under 14) terzi a parimerito a quota 18. È questo il podio dei marcatori dei gironi provinciali di Torino dopo 7 giornate di campionato, anche se qualcuno ha giocato solo 6 o addirittura 5 partite.
In Under 19, come detto, il capocannoniere è Francesco Armitano, che ha segnato più della metà dei gol del Crocetta, secondo nel girone C alle spalle dei Beiborg, trascinato da Lorenzo Cimminelli, autore di ben 15 reti. In doppia cifra anche Gileppa e Altieri dell’Orbassano, entrambi a 10. Negli altri raggruppamenti si segna decisamente di meno: merita un elogio Cellerino del CEC Club, 9 gol in una squadra di bassa classifica, stesso traguardo raggiunto da Magri del Mirafiori.
L’indiscusso re dei bomber - come nella scorsa stagione - è Gabriele Rinaldi del Dorina, autore di 25 centri sui 61 della sua squadra, miglior attacco della categoria Under 17 (dove si diverte anche Tommaso Caré, 9 gol per lui). Il Dorina divide la vetta del girone C con il Mercadante, trascinato da Ouseynou e Asane Sow, rispettivamente a quota 16 e 9 gol. Da segnalare anche la stagione di Aymen Chaouay dell’Autovip San Mauro, già a 11 centri. Molti meno gol negli altri raggruppamenti: nel girone A ci sono Veglia del Caselle e Boggione del Borgaro a 8; nel girone B comanda Riccardo Gentile del Pianezza con 10 reti, in una squadra dal gol facile visti i 7 realizzati da Abrate e Luongo (come Garnone ed Enea del Venaria, capolista a pari merito con la Virtus Calcio).
Tanti gol a referto anche in Under 16, dove l’attaccante più prolifico è finora Davide Dileno del Caselle, secondo nel girone A, con 18 centri, lo stesso numero raggiunto in coppia da Sanna (10) e Losciotto (8) del Bacigalupo primo in classifica. A una sola lunghezza, con 17 realizzazioni, seguono Nicolò Giglio del Mirafiori capolista del girone C e miglior attacco dell’annata (anche per merito di Riccardo Colletto, 9 gol) e Giovanni Quaglia del Pecetto. Da segnalare le prestazioni di Paolo Zucolella, talento della Virtus Calcio, che ha segnato 10 gol nella sua categoria e ben 5 da sottoleva in Under 17.
Numeri decisamente più bassi in Under 15, chissà perché. Il marcatore più prolifico è Gabriel Piazza del San Giacomo Chieri, autore di 13 gol. Proprio il girone C è quello dove spicca il miglior attacco, quello del Vanchiglia con 54 gol: 12 sono di Cristiano Ledda, 9 di De Luca, altri 7 di Lapo Ledda. Gli altri giocatori in doppia cifra sono Sebastian Tremus dello Spazio Talent Soccer (12), squadra in cui segna molto anche Gabriele Penta (9); Fresia del Gassinosanraffaele (11), a pari merito con Calabrese del Pozzomaina (11); Mucci del Villarbasse (10), un gol in più del compagno di reparto Torraco; a 10 il trio composto da Beltino del Barcanova, Albero del Borgaro e Lepadatu del Moderna Mirafiori.
Le reti si gonfiano con maggiore frequenza in Under 14, dove spicca la vena realizzativa di Vincenzo Milazzo, bomber del Rosta capolista del girone A con 18 gol, in coppia con Alessandro Cecchin, che comunque ha segnato la bellezza di 12 reti. Ma la “macchina da gol” dell’annata 2009 è l’Almese, che nella colonna dei gol fatti ha raggiunto quota 70, ovvero 10 gol a partita, nonostante veleggi a metà classifica: i cecchini sono Nicolas Massara (15), Federico Menniti (12) e Mirko Spinapolice (11). Meglio di loro, a livello personale, ha fatto Riccardo Venturi del Moncalieri con 16 centri, in doppia cifra ci sono anche Giordano della Mappanese (12), Elia del Lenci Poirino (11), Milletarì del Beppe Viola, Squillaci del Rebaudengo e Omri del Cit Turin, tutti a 10.
È SEMPRE MERCATO - Tante proposte per il direttore sportivo dell’Alpignano (che farà di tutto per trattenerlo), in pole position ci sono tre Academy Juventus, ma c'è anche una strada che porta a Chieri
Sisport, Chisola, Volpiano e anche Chieri. Senza ovviamente dimenticare la sua casa calcistica, l’Alpignano, che rimane la priorità. Nonostante la stagione sia iniziata solo da un paio di mesi, c’è chi già tesse le sue reti in vista dell’annata 2023/2024, quando uno dei pezzi pregiati del mercato dei dirigenti sarà Christian Bellanova.
Questa estate non sono mancate le proposte, per l’attuale direttore sportivo biancoazzurro, che in via Migliarone ormai gestisce Settore giovanile e Scuola calcio, in collaborazione con Antonio Seminerio e Mimmo Dilonardo, oltre a organizzare i tornei. È lui, di fatto, il volto che ha sostituito Omar Cerutti, passato a Chieri alla corte di Stefano Sorrentino. Ma per l’Alpignano sarebbe stato insostenibile perdere in un solo colpo i suoi due principali punti di riferimento: per questo le proposte estive sono state rispedite al mittente, ma ora i pretendenti di Bellanova stanno già tornando alla carica.
In prima fila c’è ancora una volta la Sisport, che sarebbe una sorta di ritorno, visto il trascorso di Bellanova in J Stars. La società bianconera, in continua crescita sotto l’ala protettiva della Juventus, ha bisogno di rinforzare la struttura dirigenziale guidata da Antonio Marchio, Stefano Falbo, Enzo De Angelis e dal nuovo responsabile tecnico delle annate dall’Under 12 all’Under 5, Davide Perri. Le capacità organizzative di Bellanova completerebbero perfettamente questa squadra dirigenziale, ma non è detto che così tante personalità “forti” possano convivere.
Anche Chisola e Volpiano sono società con centinaia di tesserati, in crescita nei numeri e nella qualità. Per quanto le strutture organizzative siano già ben oliate, un aiuto di qualità sarebbe comunque necessario, anche nell’organizzazione dei tornei. Particolare non da poco, entrambe sono Academy Juventus: le strategie della casa madre bianconera avranno un peso, in un senso o nell’altro. Tra le due, comunque, in pole position c’è sicuramente in Chisola, per questioni logistiche (parliamo di Vinovo, non un posto a caso) e anche di struttura, nel senso che la società del presidente Luca Atzori è sempre alla ricerca di una figura di riferimento che prenda il posto di Diego Perrone.
Per tutti questi motivi, la posizione del Chieri è, ad oggi, più defilata: è vero che c’è lo “sponsor” Cerutti, con cui Bellanova ha lavorato con profitto, ma è anche vero che lo staff dirigenziale è stato appena ridisegnato dalla nuova proprietà ed è difficile immaginare un nuovo riassetto.
Non ultimo, come detto, c’è l’Alpignano, che farà carte false per non perdere il suo uomo di riferimento. Il legame è reciproco, anche per Bellanova il biancoazzurro è una sorta di seconda pelle: se la società sarà in grado di rispondere in modo positivo alle sue ambizioni, le altre pretendenti rimarranno con un pugno di mosche. È difficile, comunque, aspettarsi un verdetto definitivo prima di Pasqua: c’è tempo per scegliere il petalo giusto, Christian Bellanova inizia a sfogliare la margherita…
È SEMPRE MERCATO - Tante proposte per il direttore sportivo dell’Alpignano (che farà di tutto per trattenerlo), in pole position ci sono tre Academy Juventus, ma c'è anche una strada che porta a Chieri
Sisport, Chisola, Volpiano e anche Chieri. Senza ovviamente dimenticare la sua casa calcistica, l’Alpignano, che rimane la priorità. Nonostante la stagione sia iniziata solo da un paio di mesi, c’è chi già tesse le sue reti in vista dell’annata 2023/2024, quando uno dei pezzi pregiati del mercato dei dirigenti sarà Christian Bellanova.
Questa estate non sono mancate le proposte, per l’attuale direttore sportivo biancoazzurro, che in via Migliarone ormai gestisce Settore giovanile e Scuola calcio, in collaborazione con Antonio Seminerio e Mimmo Dilonardo, oltre a organizzare i tornei. È lui, di fatto, il volto che ha sostituito Omar Cerutti, passato a Chieri alla corte di Stefano Sorrentino. Ma per l’Alpignano sarebbe stato insostenibile perdere in un solo colpo i suoi due principali punti di riferimento: per questo le proposte estive sono state rispedite al mittente, ma ora i pretendenti di Bellanova stanno già tornando alla carica.
In prima fila c’è ancora una volta la Sisport, che sarebbe una sorta di ritorno, visto il trascorso di Bellanova in J Stars. La società bianconera, in continua crescita sotto l’ala protettiva della Juventus, ha bisogno di rinforzare la struttura dirigenziale guidata da Antonio Marchio, Stefano Falbo, Enzo De Angelis e dal nuovo responsabile tecnico delle annate dall’Under 12 all’Under 5, Davide Perri. Le capacità organizzative di Bellanova completerebbero perfettamente questa squadra dirigenziale, ma non è detto che così tante personalità “forti” possano convivere.
Anche Chisola e Volpiano sono società con centinaia di tesserati, in crescita nei numeri e nella qualità. Per quanto le strutture organizzative siano già ben oliate, un aiuto di qualità sarebbe comunque necessario, anche nell’organizzazione dei tornei. Particolare non da poco, entrambe sono Academy Juventus: le strategie della casa madre bianconera avranno un peso, in un senso o nell’altro. Tra le due, comunque, in pole position c’è sicuramente in Chisola, per questioni logistiche (parliamo di Vinovo, non un posto a caso) e anche di struttura, nel senso che la società del presidente Luca Atzori è sempre alla ricerca di una figura di riferimento che prenda il posto di Diego Perrone.
Per tutti questi motivi, la posizione del Chieri è, ad oggi, più defilata: è vero che c’è lo “sponsor” Cerutti, con cui Bellanova ha lavorato con profitto, ma è anche vero che lo staff dirigenziale è stato appena ridisegnato dalla nuova proprietà ed è difficile immaginare un nuovo riassetto.
Non ultimo, come detto, c’è l’Alpignano, che farà carte false per non perdere il suo uomo di riferimento. Il legame è reciproco, anche per Bellanova il biancoazzurro è una sorta di seconda pelle: se la società sarà in grado di rispondere in modo positivo alle sue ambizioni, le altre pretendenti rimarranno con un pugno di mosche. È difficile, comunque, aspettarsi un verdetto definitivo prima di Pasqua: c’è tempo per scegliere il petalo giusto, Christian Bellanova inizia a sfogliare la margherita…
SOCIETA’ - Il preparatore dei portieri della Nazionale Under 16 e fondatore della Keeplay Professional Soccer School rinuncia al ruolo di direttore tecnico: “Visto che non posso garantire la professionalità che mi ha sempre contraddistinto, preferisco fare un passo indietro e lasciare alla società il modo di organizzarsi”
È durata solo un paio di mesi la collaborazione tra Fabrizio Capodici e l’Olympic Collegno: l’ex portierone di Juventus e Piacenza, che oggi è preparatore dei portieri della Nazionale Under 16 e fondatore della Keeplay Professional Soccer School, ha dovuto fare un passo indietro: “L’ho già comunicato alla società e alle famiglie - spiega - ma purtroppo non riesco a dedicare all’Olympic il tempo che merita un ruolo importante come quello di direttore tecnico. La mia intenzione era lavorare con gli allenatori, andare in campo con loro secondo una precisa programmazione tecnica. Ma nel frattempo si è intensificata la mia collaborazione con le nazionali giovanili, sono spesso a Coverciano o in trasferta per partite e tornei, e chiaramente non posso dare continuità alla mia presenza a Collegno. Io sono abituato a fare le cose al 100 per 100, non accetto compromessi. Visto che non posso garantire la professionalità che mi ha sempre contraddistinto, preferisco fare un passo indietro e lasciare alla società il modo di organizzarsi al meglio”.
L’inizio di stagione dell’Olympic Collegno è stato comunque molto positivo, la società è ben organizzata con lo staff che fa capo al presidente Domenico Pizzicoli e al vicepresidente Ennio Carpinelli, passa dal direttore generale Nunzio Rubicondo e arriva a una struttura operativa composta da Maurizio Fontana (direttore sportivo del Settore giovanile), Alessandro Cucinotto (già allenatore dei 2006, ora anche responsabile della Scuola calcio), Christian Somale (gestore dei tornei). La presenza di una figura come quella di Fabrizio Capodici avrebbe garantito un ulteriore salto di qualità, ma le buone intenzioni non hanno retto alla prova del campo: “Lascio la società con grande dispiacere, ci tengo a ringraziare davvero tutti, in primis il presidente Domenico, la moglie Valeria e il vicepresidente Ennio, per come mi hanno accolto. In questi mesi la società è stata sempre presente e mi ha supportato in tutto, nel progetto e nella programmazione che abbiamo condiviso e che, spero, possano portare avanti anche senza di me. Auguro il meglio e tornerò sicuramente sul campo dell’Olympic tutte le volte che mi sarà possibile”.
SOCIETA’ - Il preparatore dei portieri della Nazionale Under 16 e fondatore della Keeplay Professional Soccer School rinuncia al ruolo di direttore tecnico: “Visto che non posso garantire la professionalità che mi ha sempre contraddistinto, preferisco fare un passo indietro e lasciare alla società il modo di organizzarsi”
È durata solo un paio di mesi la collaborazione tra Fabrizio Capodici e l’Olympic Collegno: l’ex portierone di Juventus e Piacenza, che oggi è preparatore dei portieri della Nazionale Under 16 e fondatore della Keeplay Professional Soccer School, ha dovuto fare un passo indietro: “L’ho già comunicato alla società e alle famiglie - spiega - ma purtroppo non riesco a dedicare all’Olympic il tempo che merita un ruolo importante come quello di direttore tecnico. La mia intenzione era lavorare con gli allenatori, andare in campo con loro secondo una precisa programmazione tecnica. Ma nel frattempo si è intensificata la mia collaborazione con le nazionali giovanili, sono spesso a Coverciano o in trasferta per partite e tornei, e chiaramente non posso dare continuità alla mia presenza a Collegno. Io sono abituato a fare le cose al 100 per 100, non accetto compromessi. Visto che non posso garantire la professionalità che mi ha sempre contraddistinto, preferisco fare un passo indietro e lasciare alla società il modo di organizzarsi al meglio”.
L’inizio di stagione dell’Olympic Collegno è stato comunque molto positivo, la società è ben organizzata con lo staff che fa capo al presidente Domenico Pizzicoli e al vicepresidente Ennio Carpinelli, passa dal direttore generale Nunzio Rubicondo e arriva a una struttura operativa composta da Maurizio Fontana (direttore sportivo del Settore giovanile), Alessandro Cucinotto (già allenatore dei 2006, ora anche responsabile della Scuola calcio), Christian Somale (gestore dei tornei). La presenza di una figura come quella di Fabrizio Capodici avrebbe garantito un ulteriore salto di qualità, ma le buone intenzioni non hanno retto alla prova del campo: “Lascio la società con grande dispiacere, ci tengo a ringraziare davvero tutti, in primis il presidente Domenico, la moglie Valeria e il vicepresidente Ennio, per come mi hanno accolto. In questi mesi la società è stata sempre presente e mi ha supportato in tutto, nel progetto e nella programmazione che abbiamo condiviso e che, spero, possano portare avanti anche senza di me. Auguro il meglio e tornerò sicuramente sul campo dell’Olympic tutte le volte che mi sarà possibile”.
INTERVISTA - Iniziata la collaborazione con la società del presidente Stefano Sorrentino. “Gli aspetti mentali - spiega Giorgia Rocchetta - vanno allenati come la tecnica, la tattica e il fisico, portano a esprimere il massimo potenziale di ogni atleta con continuità. Nelle società dilettantistiche si parte dal contesto, dai genitori e dagli allenatori, affinché assumano uno stile di conduzione condiviso”
“Sono contentissima di questo incarico, la figura dello psicologo dello sport sta iniziando a essere sempre più presa in considerazione anche nel mondo del calcio: in Italia siamo sempre stati indietro, rispetto ad altri contesti europei e mondiali, mentre oggi c’è un’attenzione crescente verso questo aspetto, che è fondamentale”.
Giorgia Rocchetta, psicologa dello sport che lavora (tra l’altro) con la FIGC e il Torino Calcio, ha da poco intrapreso un percorso di collaborazione con il Chieri, fortemente voluto dal presidente Stefano Sorrentino e dal responsabile delle giovanili Omar Cerutti: l’obiettivo è quello di mettere “il ragazzo al centro del progetto, e di creare intorno a lui le condizioni giuste perché possa divertirsi, imparare ed esprimere le proprie potenzialità al 100 per 100”. "Qui a Chieri - spiega proprio Cerutti - stiamo costruendo una società su misura per i nostri ragazzi: il centro sportivo è tra i più belli e moderni del Piemonte, dedichiamo grande attenzione ai comportamenti dentro e fuori dal campo, lo staff tecnico cura tutti gli aspetti tecnici e tattici, abbiamo preparatori atletico, preparatori dei portieri, fisioterapisti e quant'altro. Per completare questo quadro di insieme, abbiamo deciso di aprire questa collaborazione con Giorgia Rocchetta, perché ci aiuti a costruire un ambiente di lavoro sereno e divertente, oltre che serio e professionale. Insomma, vogliamo ottenere risultati sul campo ma, ancora di più, lasciare un segno positivo nella formazione dei nostri tesserati, perché il calcio è solo un aspetto del percorso di vita che vogliamo proporre".
Dottoressa, perché è “fondamentale” la psicologia applicata al mondo dello sport?
“Perché, quando si pratica uno sport, l’attenzione è sempre concentrata sugli aspetti tecnici, tattici e fisici dell’attività sportiva stessa, mentre viene trascurato l’aspetto mentale. Eppure è la mente che guida il corpo, è la mente che fa la differenza”.
Quindi bisogna allenare la mente.
“Ci sono aspetti mentali che, se allenati come si allenano la tecnica, la tattica e il fisico, portano a esprimere il massimo potenziale di ogni atleta con continuità. Attenzione, lo psicologo dello sport non ha la bacchetta magica, ma un atleta deve avere la consapevolezza di propri aspetti mentali per esprimere il massimo delle proprie potenzialità durante la prestazione. Altrimenti c’è il rischio che le performance siano altalenanti: c’è chi rende molto in allenamento ma non riesce a esprimersi in partita, chi passa periodi di carriera con alti e bassi. Vuol dire che manca la consapevolezza degli aspetti mentali che in quel momento non stanno aiutando l’atleta nella prestazione”.
Scendiamo nello specifico del calcio, in particolare del calcio giovanile e dilettantistico.
“Nel calcio e nelle società dilettantistiche si aggiunge un aspetto fondamentale, ovvero la necessità di lavorare su tutte le figure che ruotano intorno al giovane atleta, che hanno un ruolo fondamentale: dai genitori ai tecnici, ai dirigenti, allo staff. Persone che devono fare, loro per primi, squadra, finalizzati verso l’obiettivo condiviso che è il benessere del ragazzo. Ognuno deve prendere consapevolezza del suo ruolo”.
Quindi la prima tappa del lavoro è sul contesto.
“Sì, perché il contesto influenza i ragazzi. Bisogna creare un ambiente sereno intorno ai ragazzi, dove possano divertirsi, sperimentare le loro abilità e acquisirne di nuove. Un contesto privo di giudizi e di pressione, condizione essenziale per divertirsi, apprendere e migliorare. Senza dimenticare che questo contesto è palestra di vita: attraverso lo sport i giovani traggono insegnamenti che vanno ben oltre lo sport”.
Scendiamo nel concreto.
“Lavorare sul contesto vuol dire fare incontri con i genitori, che sono sempre convinti di fare il bene dei loro figli, ma magari non sono pienamente consapevoli che non tutti i loro comportamenti possono essere di supporto. Poi con gli allenatori di settore giovanile e scuola calcio, per trasmettere loro uno stile di conduzione, dell’allenamento e della partita, condiviso. La formazione è prima teorica, in aula, e poi pratica, sul campo. Lavoriamo in particolare sulla comunicazione, perché i tecnici possono stimolare l’apprendimento e la fiducia dei ragazzi, in questo caso si parla di autoefficacia. Una comunicazione corretta deve stimolare l’apprendimento induttivo, i giovani devono trovare da soli le proprie soluzioni, per diventare giocatori pensanti e non telecomandati, e devono essere liberi dalla paura di sbagliare. Deve cambiare il modo di interpretare l’errore, che può avvenire solo se provo soluzioni nuove. Se non commetto errori è perché faccio solo quello che so già. E invece tramite l’errore si imparano nuove cose”.
Infine, c’è il lavoro con i ragazzi, immagino.
“Ai ragazzi daremo l’opportunità di avere uno sportello di ascolto, nel momento in cui ne sentano la necessità: potranno avvalersi della mia figura professionale attraverso momenti individuali, esclusivamente su loro richiesta. Per esperienza, ha successo il fatto di vedermi in campo durante gli allenamenti, trasmette una nuova interpretazione del ruolo di psicologo dello sport, lo rende più accessibile: non una figura cui ci si rivolge se ci sono problemi, ma per migliorare alcuni aspetti e approfondire le conoscenze”.
Mentre gli adulti, allenatori e istruttori, possono essere più pronti a collaborare con uno psicologo dello sport, immagino ci sia un maggiore scetticismo da parte dei ragazzi. Com’è la loro risposta?
“Dipende dai casi, generalizzare è sempre sbagliato. Alcuni sono timorosi, è vero, quasi sempre perché hanno un’idea sbagliata della nostra figura, legata ai concetti di patologia e malattia mentale. Se spieghi invece il reale ruolo dello psicologo dello sport, abbatti la barriera della diffidenza e trovi la loro voglia di mettersi in gioco. Quando capiscono il percorso e gli obiettivi, i ragazzi sono incuriositi, arriva da loro la richiesta di venire supportati. Posso fare un esempio?”
Certo.
“In un’altra società con cui collaboravo, un ragazzo - che non trovava molto spazio in campo - è venuto a parlarmi, visto che stare sempre in panchina gli suscitava emozioni che non riusciva a controllare. Appena si è seduto, ha subito detto di essersi sbagliato, che non serviva. In poche parole, gli ho spiegato questa idea di psicologo dello sport che non lavora per risolvere un problema, ma per raggiungere la massima espressione dell’atleta, della sua unicità. Dalla paura siamo passati alla rassicurazione e alla spiegazione del percorso”.
Com’è finita?
“È diventato titolare (risata, ndr), anche perché c’era un problema di comunicazione con l’allenatore. Lo psicologo dello sport, tra l’altro, ha il compito di facilitare la comunicazione tra i vari elementi delle società”.
Torniamo a dove siamo partiti, il Chieri. Quali sono le tappe della vostra collaborazione, che tra l’altro segue le linee-guida tracciate dal Settore Giovanile e Scolastico della FIGC?
“Con gli allenatori delle giovanili ho già fatto un primo incontro informativo sullo stile di conduzione che vorremmo che tutti i tecnici del Chieri arrivassero ad adottare, la settimana prossima si replica con gli istruttori della scuola calcio. Sabato prossimo sarò in campo con allenatori delle giovanili per una simulazione di allenamento, perché la competenza è fatta di tre step: sapere le cose, ovvero l’informazione; poi saperle fare, su questo bisogna allenarsi; terzo, come farle, quindi il passaggio dalle simulazioni agli allenamenti veri e propri. Ma non è finita qui, perché agli allenamenti sarò presente e, tramite una griglia di osservazione, mostrerò i risultati per valutare con gli allenatori cosa funziona e quali sono le aree di miglioramento. È un processo continuo, teorico e pratico, che andrà avanti per tutta la stagione”.
INTERVISTA - Iniziata la collaborazione con la società del presidente Stefano Sorrentino. “Gli aspetti mentali - spiega Giorgia Rocchetta - vanno allenati come la tecnica, la tattica e il fisico, portano a esprimere il massimo potenziale di ogni atleta con continuità. Nelle società dilettantistiche si parte dal contesto, dai genitori e dagli allenatori, affinché assumano uno stile di conduzione condiviso”
“Sono contentissima di questo incarico, la figura dello psicologo dello sport sta iniziando a essere sempre più presa in considerazione anche nel mondo del calcio: in Italia siamo sempre stati indietro, rispetto ad altri contesti europei e mondiali, mentre oggi c’è un’attenzione crescente verso questo aspetto, che è fondamentale”.
Giorgia Rocchetta, psicologa dello sport che lavora (tra l’altro) con la FIGC e il Torino Calcio, ha da poco intrapreso un percorso di collaborazione con il Chieri, fortemente voluto dal presidente Stefano Sorrentino e dal responsabile delle giovanili Omar Cerutti: l’obiettivo è quello di mettere “il ragazzo al centro del progetto, e di creare intorno a lui le condizioni giuste perché possa divertirsi, imparare ed esprimere le proprie potenzialità al 100 per 100”. "Qui a Chieri - spiega proprio Cerutti - stiamo costruendo una società su misura per i nostri ragazzi: il centro sportivo è tra i più belli e moderni del Piemonte, dedichiamo grande attenzione ai comportamenti dentro e fuori dal campo, lo staff tecnico cura tutti gli aspetti tecnici e tattici, abbiamo preparatori atletico, preparatori dei portieri, fisioterapisti e quant'altro. Per completare questo quadro di insieme, abbiamo deciso di aprire questa collaborazione con Giorgia Rocchetta, perché ci aiuti a costruire un ambiente di lavoro sereno e divertente, oltre che serio e professionale. Insomma, vogliamo ottenere risultati sul campo ma, ancora di più, lasciare un segno positivo nella formazione dei nostri tesserati, perché il calcio è solo un aspetto del percorso di vita che vogliamo proporre".
Dottoressa, perché è “fondamentale” la psicologia applicata al mondo dello sport?
“Perché, quando si pratica uno sport, l’attenzione è sempre concentrata sugli aspetti tecnici, tattici e fisici dell’attività sportiva stessa, mentre viene trascurato l’aspetto mentale. Eppure è la mente che guida il corpo, è la mente che fa la differenza”.
Quindi bisogna allenare la mente.
“Ci sono aspetti mentali che, se allenati come si allenano la tecnica, la tattica e il fisico, portano a esprimere il massimo potenziale di ogni atleta con continuità. Attenzione, lo psicologo dello sport non ha la bacchetta magica, ma un atleta deve avere la consapevolezza di propri aspetti mentali per esprimere il massimo delle proprie potenzialità durante la prestazione. Altrimenti c’è il rischio che le performance siano altalenanti: c’è chi rende molto in allenamento ma non riesce a esprimersi in partita, chi passa periodi di carriera con alti e bassi. Vuol dire che manca la consapevolezza degli aspetti mentali che in quel momento non stanno aiutando l’atleta nella prestazione”.
Scendiamo nello specifico del calcio, in particolare del calcio giovanile e dilettantistico.
“Nel calcio e nelle società dilettantistiche si aggiunge un aspetto fondamentale, ovvero la necessità di lavorare su tutte le figure che ruotano intorno al giovane atleta, che hanno un ruolo fondamentale: dai genitori ai tecnici, ai dirigenti, allo staff. Persone che devono fare, loro per primi, squadra, finalizzati verso l’obiettivo condiviso che è il benessere del ragazzo. Ognuno deve prendere consapevolezza del suo ruolo”.
Quindi la prima tappa del lavoro è sul contesto.
“Sì, perché il contesto influenza i ragazzi. Bisogna creare un ambiente sereno intorno ai ragazzi, dove possano divertirsi, sperimentare le loro abilità e acquisirne di nuove. Un contesto privo di giudizi e di pressione, condizione essenziale per divertirsi, apprendere e migliorare. Senza dimenticare che questo contesto è palestra di vita: attraverso lo sport i giovani traggono insegnamenti che vanno ben oltre lo sport”.
Scendiamo nel concreto.
“Lavorare sul contesto vuol dire fare incontri con i genitori, che sono sempre convinti di fare il bene dei loro figli, ma magari non sono pienamente consapevoli che non tutti i loro comportamenti possono essere di supporto. Poi con gli allenatori di settore giovanile e scuola calcio, per trasmettere loro uno stile di conduzione, dell’allenamento e della partita, condiviso. La formazione è prima teorica, in aula, e poi pratica, sul campo. Lavoriamo in particolare sulla comunicazione, perché i tecnici possono stimolare l’apprendimento e la fiducia dei ragazzi, in questo caso si parla di autoefficacia. Una comunicazione corretta deve stimolare l’apprendimento induttivo, i giovani devono trovare da soli le proprie soluzioni, per diventare giocatori pensanti e non telecomandati, e devono essere liberi dalla paura di sbagliare. Deve cambiare il modo di interpretare l’errore, che può avvenire solo se provo soluzioni nuove. Se non commetto errori è perché faccio solo quello che so già. E invece tramite l’errore si imparano nuove cose”.
Infine, c’è il lavoro con i ragazzi, immagino.
“Ai ragazzi daremo l’opportunità di avere uno sportello di ascolto, nel momento in cui ne sentano la necessità: potranno avvalersi della mia figura professionale attraverso momenti individuali, esclusivamente su loro richiesta. Per esperienza, ha successo il fatto di vedermi in campo durante gli allenamenti, trasmette una nuova interpretazione del ruolo di psicologo dello sport, lo rende più accessibile: non una figura cui ci si rivolge se ci sono problemi, ma per migliorare alcuni aspetti e approfondire le conoscenze”.
Mentre gli adulti, allenatori e istruttori, possono essere più pronti a collaborare con uno psicologo dello sport, immagino ci sia un maggiore scetticismo da parte dei ragazzi. Com’è la loro risposta?
“Dipende dai casi, generalizzare è sempre sbagliato. Alcuni sono timorosi, è vero, quasi sempre perché hanno un’idea sbagliata della nostra figura, legata ai concetti di patologia e malattia mentale. Se spieghi invece il reale ruolo dello psicologo dello sport, abbatti la barriera della diffidenza e trovi la loro voglia di mettersi in gioco. Quando capiscono il percorso e gli obiettivi, i ragazzi sono incuriositi, arriva da loro la richiesta di venire supportati. Posso fare un esempio?”
Certo.
“In un’altra società con cui collaboravo, un ragazzo - che non trovava molto spazio in campo - è venuto a parlarmi, visto che stare sempre in panchina gli suscitava emozioni che non riusciva a controllare. Appena si è seduto, ha subito detto di essersi sbagliato, che non serviva. In poche parole, gli ho spiegato questa idea di psicologo dello sport che non lavora per risolvere un problema, ma per raggiungere la massima espressione dell’atleta, della sua unicità. Dalla paura siamo passati alla rassicurazione e alla spiegazione del percorso”.
Com’è finita?
“È diventato titolare (risata, ndr), anche perché c’era un problema di comunicazione con l’allenatore. Lo psicologo dello sport, tra l’altro, ha il compito di facilitare la comunicazione tra i vari elementi delle società”.
Torniamo a dove siamo partiti, il Chieri. Quali sono le tappe della vostra collaborazione, che tra l’altro segue le linee-guida tracciate dal Settore Giovanile e Scolastico della FIGC?
“Con gli allenatori delle giovanili ho già fatto un primo incontro informativo sullo stile di conduzione che vorremmo che tutti i tecnici del Chieri arrivassero ad adottare, la settimana prossima si replica con gli istruttori della scuola calcio. Sabato prossimo sarò in campo con allenatori delle giovanili per una simulazione di allenamento, perché la competenza è fatta di tre step: sapere le cose, ovvero l’informazione; poi saperle fare, su questo bisogna allenarsi; terzo, come farle, quindi il passaggio dalle simulazioni agli allenamenti veri e propri. Ma non è finita qui, perché agli allenamenti sarò presente e, tramite una griglia di osservazione, mostrerò i risultati per valutare con gli allenatori cosa funziona e quali sono le aree di miglioramento. È un processo continuo, teorico e pratico, che andrà avanti per tutta la stagione”.
GALLERIA FOTOGRAFICA - La capolista prosegue nel suo incredibile cammino a punteggio pieno grazie alla vittoria per 3-1, firmata da Noviello e dalla doppietta di Linciano; di Bilel la rete degli ospiti. Le fotografie sono di Massimo Comito
TORNEO - Grande successo per la manifestazione organizzata dalla società del presidente Stefano Sorrentino in collaborazione con Giorgia Contu, Marco Mameli e Aldo Bratti. Piazzamenti importanti per Enotria, Charvensod e Chieri
Tribune piene e spettacolo in campo, con le vittorie di Pro Patria 2010, Sisport 2011, Juventus 2013 e 2015: è il riassunto del torneo di Halloween che si è giocato tra il centro sportivo Rosato di Chieri e lo Stadio Garrone di Riva presso Chieri, nelle giornate di domenica 30 ottobre e martedì 1° novembre. Una manifestazione organizzata dalla società del presidente Stefano Sorrentino in collaborazione con Giorgia Contu, Marco Mameli e Aldo Bratti, cui hanno partecipato le migliori società dilettantistiche del Piemonte, più Imperia, Rapid Lugano, Pro Patria e Pro Vercelli, con la ciliegina sulla torta della Juventus.
Proprio la Pro Patria si è imposta nella categoria regina degli Esordienti 2010, trascinata alla vittoria da Alessandro Guarnieri, eletto miglior giocatore del torneo. Ottimo secondo posto per il Chieri, medaglia di bronzo per la Sisport (che ha espresso anche il miglior portiere, Assom Parfait), davanti agli svizzeri del Rapid Lugano. La Sisport si è rifatta alla grande con gli Esordienti 2011: bianconeri medaglia d’oro, in una classifica che ha visto il Chisola al secondo posto, la Giovanile Centallo al terzo e i lombardi dell’Enotria al quarto, con Alessandro Corrado premiato come miglior giocatore.
La categoria Pulcini era rappresentata dai 2013, dove a dettare legge è stata la Juventus, che oltre ad un ottimo gioco di squadra ha espresso anche la migliore individualità, Cristian Furfaro. Medaglia d’argento per l’Enotria, società che ha confermato tutto il suo blasone, sul podio anche la sorpresa Charvensod, subito sotto ancora il Chieri. La Juventus ha centrato la doppietta di allori con i Primi Calci 2015, vincendo il derby con la Sisport. Altro terzo posto per l’ottimo Charvensod, e ancora un quarto piazzamento per il Chieri.