Venerdì, 15 Novembre 2024
Daniele Pallante

Daniele Pallante

Il Consiglio dei ministri ha approvato i cinque decreti legislativi per l'attuazione della riforma dello Sport. Lo apprende l'ANSA da fonti governative. Tra le novità più importanti l'abolizione del vincolo sportivo e il riconoscimento della figura del lavoratore sportivo.


I decreti erano stati presentati nello scorso autunno dal ministro Vincenzo Spadafora, quando era ancora in carica il governo Conte. Il via libera è arrivato in extremis, la delega infatti scadeva domenica 28 febbraio, pena il decadimento e la ripartenza dell'iter dall'inizio.

Per quanto riguarda l'abolizione del vincolo sportivo (ad oggi un atleta può svolgere attività sportiva agonistica solo per conto della società per la quale è tesserato e quindi non può praticare lo stesso sport con altra società) partirà tra 5 anni, mentre il lavoratore sportivo, a partire da luglio 2022, verrà regolarizzato col versamento di contributi previdenziali per chi supererà la no-tax area di 10.000 euro annui.

La riforma dello Sport arriva nonostante l’opposizione di molte Federazioni: ieri Figc, Federbasket e Federvolley avevano scritto una lettera al premier Draghi, pregando di rinviare l’approvazione, viste le difficoltà che ha il mondo dello sport in questo periodo. Il riferimento era soprattutto al lavoro sportivo e all’abolizione del vincolo, osteggiata anche dalla Lega Nazionale Dilettanti.

Cosimo Sibilia aveva definito la riforma come una “grave minaccia per il calcio dilettantistico. Il vincolo di tesseramento, assunto con le tutele già presenti, costituisce un elemento essenziale di sussistenza per ogni singola società dilettantistica, pertanto va mantenuto nella sua attuale regolamentazione. Non esistono, in senso assoluto, forme d’indennizzo che possano surrogarlo. Inoltre il decreto legislativo sul lavoro sportivo assesterà un duro colpo alle ASD e SSD che dovranno considerare i loro atleti dilettanti (in contrasto con le norme della FIGC) come lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS con aggravio di costi e incombenze di versamenti e registrazione”.

Clicca qui per leggere la presa di posizione della LND.

CONFERENZA STAMPA - Il presidente dei Cervotti ricostruisce la lunga diatriba legata all’impianto sportivo Don Mosso (con i nodi della concessione da rivedere per quanto riguarda la manutenzione straordinaria, del manto sintetico da rifare perché sia omologato e delle utenze, comunque tutte pagate) e annuncia la sofferta decisione di dimettersi: "Orgoglioso dei risultati ottenuti in questi anni, lascio una società sana e vincente"


Un grande, grandissimo presidente. Non ci sono altri aggettivi per descrivere Domenico Mallardo nei sei anni che ha passato alla guida del Venaria Reale. Un grande presidente, che ha preso le redini di una società gloriosa ma in evidente declino (dal 2016, dopo due anni da amministratore delegato) ed è stato capace di rimettere a posto la situazione finanziaria e, nel contempo, di rilanciare le ambizioni sportive. Oggi il Venaria ha la Scuola calcio élite e una collaborazione in atto con la Juventus, tutte e cinque le squadre del Settore giovanile nei campionati regionali, la Prima squadra riportata in Eccellenza dopo 22 anni di assenza, tanti giovani lanciati nel calcio professionistico e un impianto sportivo tirato a lucido, accogliente e sicuro, che non teme rivali in tutto il Piemonte.

Eppure, è proprio il “Don Mosso”, fiore all’occhiello della società, alla base della decisione, sofferta ma irrevocabile, comunicata ieri in un video pubblicato sulla pagina Facebook della società: Domenico Mallardo ha annunciato le sue dimissioni dalla carica di presidente del Venaria, con il consiglio direttivo chiamato a nominare al più presto il suo successore.

IL CASO DEL DON MOSSO

La vicenda dell’impianto sportivo Don Mosso, ricostruita nel dettaglio dal presidente, è lo specchio della considerazione che spesso la politica ha nei confronti delle società sportive: una colpevole indifferenza. Colpevole perché è impossibile non accorgersi del ruolo sociale che le società sportive svolgono sul territorio: il Venaria ha 350 tesserati, il 60 per cento residenti in città, ragazzi e ragazze che ricevono una sana educazione sportiva. Oltre ai valori proprio dello sport, al rispetto delle regole e delle dinamiche di gruppo, si dice che un euro investito nello sport ne faccia risparmiare 5 in sanità: uno slogan buono per fare teoria ma spesso, purtroppo, ignorato nella realtà.

La vicenda del Don Mosso, dicevamo, è al centro di una infinita e logorante diatriba tra la società del Venaria e le amministrazioni comunali che si sono succedute sotto la Reggia. “Non abbiamo mai ricevuto un euro da nessuno, ci siamo fatti da soli, abbiamo pagato di tasca nostra ogni lavoro di miglioria e messa in sicurezza del nostro impianto sportivo. E nessuno ci ha mai detto un grazie” tuona Mallardo.

I tre “macro-argomenti” sono il contratto di concessione, il campo sintetico da rifare e le utenze. La prima tappa risale a luglio 2016 (presidente era ancora Spaolonzi), con la chiamata a partecipare al bando per l’assegnazione del campo A e B per 9 anni. “Abbiamo subito denunciato - continua Mallardo - che il bando era troppo oneroso per una ASD e prevedeva anche la manutenzione straordinaria, semplicemente assurdo. Inoltre, il bando non comprendeva il campo C, pur essendoci un contatore unico per l’elettricità. Ma il bando è stato pubblicato l’8 agosto, quando i giocatori erano già stati tesserati e le squadre erano già state iscritte. A settembre lo abbiamo vinto, nello stesso mese in cui sono diventato presidente. A ottobre abbiamo appreso dal CONI che l’omologazione del campo era scaduta e che era in proroga già da due anni, come comunicato già nel 2014 al Comune di Venaria, proprietario dell’impianto. Lo abbiamo segnalato più volte all’amministrazione, senza ricevere mai una risposta. Eppure, per avere la concessione in deroga, abbiamo pagato ogni anno migliaia di euro. Abbiamo sbagliato a firmare quella concessione? Forse, ma altrimenti l’impianto sportivo sarebbe stato chiuso, come la società. Ci siamo assunti la nostra responsabilità”.

Le radici della contesa tra società e Comune di Venaria sono quindi profonde, negli anni il nodo centrare rimane quello del rifacimento del campo sintetico, obbligatorio anche per questioni assicurative: la stessa validità del bando, che ha come oggetto un campo non omologato, è in dubbio. “Ma nessuno è intervenuto per risolvere la situazione - continua Mallardo - nonostante negli anni abbiamo mandato 15 PEC e 85 mail nelle quali, oltre a chiedere di rifare il campo sintetico, chiedevamo l’invio delle bollette per luce, acqua e gas. Mai ricevute, nonostante il contatore unico, che comprende anche le luci dei parcheggi fuori dall’impianto, che ovviamente non dovrebbe essere a nostro carico. Abbiamo chiesto lo scorporo dei costi delle utenze dei campi A e B, il Comune ci ha dato ragione ma ci ha anche comunicato di non avere i fondi per installare un nuovo contatore…”

Arriviamo così al 2019, quando la società ha comunicato la disponibilità ad accollarsi le spese per il rifacimento del campo sintetico - ben 350 mila euro - a fronte di un allungamento della concessione e di un piano di rientro dei costi legato alle utenze. Niente da fare, anche stavolta, perché la giunta è caduta a maggio 2019.

La nuova amministrazione, che si è insediata nel settembre 2020, ha subito inserito il nuovo contatore per gestire le luci del parcheggio e consegnato le famose bollette (prima inerenti agli anni 2017, 2018 e 2019, poi anche al 2020): “Abbiamo pagato tutto e subito in unica soluzione il 19 febbraio 2021. La società del Venaria non ha insoluti, anzi negli anni ha accantonato i soldi per provvedere al pagamento immediato: dovremmo ricevere le scuse da chi ci ha definito morosi” chiarisce Mallardo. Ma il Comune, nell’incontro del 20 gennaio, ha comunicato che non avrebbe speso un euro per il rifacimento del campo A, in quanto il bando in essere assegna anche le spese straordinarie a carico della società. Di conseguenza, “il 22 gennaio, tramite PEC, abbiamo comunicato l’intenzione di rescindere contratto della concessione in essere perché non riteniamo corretto pagare le manutenzioni straordinarie. Sappiamo che la nostra richiesta è al vaglio dei legali comunali, qualora ci fosse l’ok potremmo rifare il bando, altrimenti andremo avanti con attuale contratto fino a 2026, oppure lasceremo il Don Mosso… staremo a vedere”.

LE DIMISSIONI

La questione dell’impianto sportivo, quindi, rimane aperta. Ma a gestire la partita non sarà più Mallardo, evidentemente deluso e amareggiato dal menefreghismo della politica: “Non rispondo ai ridicoli post e agli attacchi meschini che ci sono stati fatti. Piuttosto chiedo alla politica cittadina cosa ha fatto, in questi anni, per il sociale e per lo sport? Il Venaria Calcio non ha mai ricevuti aiuti, ma neanche un grazie per il lavoro svolto sul territorio. Pazienza”.

Da qui la decisione di dimettersi: “Vorrei portare a conoscenza del popolo verdearancio una mia scelta: dopo 6 anni di lavoro svolto con passione e amore, ho deciso di lasciare la presidenza dell’ASD Venaria Reale. Lascio con la morte nel cuore, ma sono contento di lasciare una società florida, rigogliosa, fiera, economicamente attiva, pulita, ordinata, sicura, che anche ha ricevuto un encomio dall’Agenzia delle Entrate. La parte che mi dà maggiore orgoglio è la soddisfazione sportiva per i risultati ottenuti e la consapevolezza di aver formato ometti che porterò nel mio cuore, perché i bambini sono linfa di vita”.

Un addio definitivo, come sembra, o una mossa strategica per mettere alle strette tutte le parti in causa? Staremo a vedere anche questo, ma di sicuro perdere un grande presidente come Domenico Mallardo sarebbe un danno per il Venaria e per tutto il movimento calcistico piemontese.

CONFERENZA STAMPA - Il presidente dei Cervotti ricostruisce la lunga diatriba legata all’impianto sportivo Don Mosso (con i nodi della concessione da rivedere per quanto riguarda la manutenzione straordinaria, del manto sintetico da rifare perché sia omologato e delle utenze, comunque tutte pagate) e annuncia la sofferta decisione di dimettersi: "Orgoglioso dei risultati ottenuti in questi anni, lascio una società sana e vincente"


Un grande, grandissimo presidente. Non ci sono altri aggettivi per descrivere Domenico Mallardo nei sei anni che ha passato alla guida del Venaria Reale. Un grande presidente, che ha preso le redini di una società gloriosa ma in evidente declino (dal 2016, dopo due anni da amministratore delegato) ed è stato capace di rimettere a posto la situazione finanziaria e, nel contempo, di rilanciare le ambizioni sportive. Oggi il Venaria ha la Scuola calcio élite e una collaborazione in atto con la Juventus, tutte e cinque le squadre del Settore giovanile nei campionati regionali, la Prima squadra riportata in Eccellenza dopo 22 anni di assenza, tanti giovani lanciati nel calcio professionistico e un impianto sportivo tirato a lucido, accogliente e sicuro, che non teme rivali in tutto il Piemonte.

Eppure, è proprio il “Don Mosso”, fiore all’occhiello della società, alla base della decisione, sofferta ma irrevocabile, comunicata ieri in un video pubblicato sulla pagina Facebook della società: Domenico Mallardo ha annunciato le sue dimissioni dalla carica di presidente del Venaria, con il consiglio direttivo chiamato a nominare al più presto il suo successore.

IL CASO DEL DON MOSSO

La vicenda dell’impianto sportivo Don Mosso, ricostruita nel dettaglio dal presidente, è lo specchio della considerazione che spesso la politica ha nei confronti delle società sportive: una colpevole indifferenza. Colpevole perché è impossibile non accorgersi del ruolo sociale che le società sportive svolgono sul territorio: il Venaria ha 350 tesserati, il 60 per cento residenti in città, ragazzi e ragazze che ricevono una sana educazione sportiva. Oltre ai valori proprio dello sport, al rispetto delle regole e delle dinamiche di gruppo, si dice che un euro investito nello sport ne faccia risparmiare 5 in sanità: uno slogan buono per fare teoria ma spesso, purtroppo, ignorato nella realtà.

La vicenda del Don Mosso, dicevamo, è al centro di una infinita e logorante diatriba tra la società del Venaria e le amministrazioni comunali che si sono succedute sotto la Reggia. “Non abbiamo mai ricevuto un euro da nessuno, ci siamo fatti da soli, abbiamo pagato di tasca nostra ogni lavoro di miglioria e messa in sicurezza del nostro impianto sportivo. E nessuno ci ha mai detto un grazie” tuona Mallardo.

I tre “macro-argomenti” sono il contratto di concessione, il campo sintetico da rifare e le utenze. La prima tappa risale a luglio 2016 (presidente era ancora Spaolonzi), con la chiamata a partecipare al bando per l’assegnazione del campo A e B per 9 anni. “Abbiamo subito denunciato - continua Mallardo - che il bando era troppo oneroso per una ASD e prevedeva anche la manutenzione straordinaria, semplicemente assurdo. Inoltre, il bando non comprendeva il campo C, pur essendoci un contatore unico per l’elettricità. Ma il bando è stato pubblicato l’8 agosto, quando i giocatori erano già stati tesserati e le squadre erano già state iscritte. A settembre lo abbiamo vinto, nello stesso mese in cui sono diventato presidente. A ottobre abbiamo appreso dal CONI che l’omologazione del campo era scaduta e che era in proroga già da due anni, come comunicato già nel 2014 al Comune di Venaria, proprietario dell’impianto. Lo abbiamo segnalato più volte all’amministrazione, senza ricevere mai una risposta. Eppure, per avere la concessione in deroga, abbiamo pagato ogni anno migliaia di euro. Abbiamo sbagliato a firmare quella concessione? Forse, ma altrimenti l’impianto sportivo sarebbe stato chiuso, come la società. Ci siamo assunti la nostra responsabilità”.

Le radici della contesa tra società e Comune di Venaria sono quindi profonde, negli anni il nodo centrare rimane quello del rifacimento del campo sintetico, obbligatorio anche per questioni assicurative: la stessa validità del bando, che ha come oggetto un campo non omologato, è in dubbio. “Ma nessuno è intervenuto per risolvere la situazione - continua Mallardo - nonostante negli anni abbiamo mandato 15 PEC e 85 mail nelle quali, oltre a chiedere di rifare il campo sintetico, chiedevamo l’invio delle bollette per luce, acqua e gas. Mai ricevute, nonostante il contatore unico, che comprende anche le luci dei parcheggi fuori dall’impianto, che ovviamente non dovrebbe essere a nostro carico. Abbiamo chiesto lo scorporo dei costi delle utenze dei campi A e B, il Comune ci ha dato ragione ma ci ha anche comunicato di non avere i fondi per installare un nuovo contatore…”

Arriviamo così al 2019, quando la società ha comunicato la disponibilità ad accollarsi le spese per il rifacimento del campo sintetico - ben 350 mila euro - a fronte di un allungamento della concessione e di un piano di rientro dei costi legato alle utenze. Niente da fare, anche stavolta, perché la giunta è caduta a maggio 2019.

La nuova amministrazione, che si è insediata nel settembre 2020, ha subito inserito il nuovo contatore per gestire le luci del parcheggio e consegnato le famose bollette (prima inerenti agli anni 2017, 2018 e 2019, poi anche al 2020): “Abbiamo pagato tutto e subito in unica soluzione il 19 febbraio 2021. La società del Venaria non ha insoluti, anzi negli anni ha accantonato i soldi per provvedere al pagamento immediato: dovremmo ricevere le scuse da chi ci ha definito morosi” chiarisce Mallardo. Ma il Comune, nell’incontro del 20 gennaio, ha comunicato che non avrebbe speso un euro per il rifacimento del campo A, in quanto il bando in essere assegna anche le spese straordinarie a carico della società. Di conseguenza, “il 22 gennaio, tramite PEC, abbiamo comunicato l’intenzione di rescindere contratto della concessione in essere perché non riteniamo corretto pagare le manutenzioni straordinarie. Sappiamo che la nostra richiesta è al vaglio dei legali comunali, qualora ci fosse l’ok potremmo rifare il bando, altrimenti andremo avanti con attuale contratto fino a 2026, oppure lasceremo il Don Mosso… staremo a vedere”.

LE DIMISSIONI

La questione dell’impianto sportivo, quindi, rimane aperta. Ma a gestire la partita non sarà più Mallardo, evidentemente deluso e amareggiato dal menefreghismo della politica: “Non rispondo ai ridicoli post e agli attacchi meschini che ci sono stati fatti. Piuttosto chiedo alla politica cittadina cosa ha fatto, in questi anni, per il sociale e per lo sport? Il Venaria Calcio non ha mai ricevuti aiuti, ma neanche un grazie per il lavoro svolto sul territorio. Pazienza”.

Da qui la decisione di dimettersi: “Vorrei portare a conoscenza del popolo verdearancio una mia scelta: dopo 6 anni di lavoro svolto con passione e amore, ho deciso di lasciare la presidenza dell’ASD Venaria Reale. Lascio con la morte nel cuore, ma sono contento di lasciare una società florida, rigogliosa, fiera, economicamente attiva, pulita, ordinata, sicura, che anche ha ricevuto un encomio dall’Agenzia delle Entrate. La parte che mi dà maggiore orgoglio è la soddisfazione sportiva per i risultati ottenuti e la consapevolezza di aver formato ometti che porterò nel mio cuore, perché i bambini sono linfa di vita”.

Un addio definitivo, come sembra, o una mossa strategica per mettere alle strette tutte le parti in causa? Staremo a vedere anche questo, ma di sicuro perdere un grande presidente come Domenico Mallardo sarebbe un danno per il Venaria e per tutto il movimento calcistico piemontese.

GRANDI OCCASIONI - I talenti dell’Under 15 di Alberto Piazza spiccano il volo: il difensore è l’unico dilettante nella selezione del suo paese, provino con i granata per Tommaso Galliani e Alessandro Rotolo


Dopo la chiamata da parte dell’Atalanta del bomber classe 2007 Gioele Conte (clicca qui), arrivano altre soddisfazioni in casa Lucento. Il Torino ha messo gli occhi su Tommaso Galliani e Alessandro Rotolo, protagonisti dell'Under 15 di Alberto Piazza, e li ha convocati ad allenarsi con i pari età granata, per testarne da vicino le qualità.

Ma non finisce qui, perché Alexs Qanaj, difensore classe 2006, è stato concovato per il raduno di selezione della Nazionale albanese Under 15: unico giocatore dilettante, si troverà a conquistarsi un posto nella sua nazionale insieme a ragazzi che giocano nelle squadre professionistiche di tutta Europa.

MERCATO - Il portiere classe 2004 finirà la stagione in prova con l’Under 17 granata. Fabrizio Capodici, che lo allena da tre anni: “Struttura fisica importante, ha determinazione, coraggio e alte capacità cognitive”


Lorenzo Canale, portiere classe 2004 del Borgaro, è vicinissimo a diventare un nuovo giocatore del Torino: finirà infatti la stagione con la squadra Under 17, sei mesi in prova sotto l’esperta guida di Andrea Menghini per convincere la dirigenza granata a puntare definitivamente su di lui. Alto 1 metro e 86 per 76 chili di peso, Canale gioca nel Borgaro dall’estate 2019, dopo aver vestito le maglie di Mathi Lanzese e Ciriè: ora la grande occasione nel calcio che conta, in un’età – per quanto giovane – già avanzata per il salto nel professionismo. 

Da tre anni Canale si allena con la Keeplay Professional Soccer School, la scuola di perfezionamento calcistico di Fabrizio Capodici, ex professionista che oggi è il preparatore dei portieri delle nazionali Under 18 e Under 16: “Lorenzo è un portiere dotato di una struttura fisica importante - commenta - si contraddistingue per la sua determinazione, il suo coraggio e le sue alte capacità cognitive”.

MERCATO - 13 gol in 4 partite nel campionato Under 14 regionale, il bomber (che piace anche alla Juventus) andrà a Zingonia nei prossimi giorni


C’è un attaccante che fa la differenza nel campionato Under 14 regionale, o meglio che l’ha fatta finché si è giocato: in 4 partite di campionato ha segnato la bellezza di 13 gol, il doppio degli altri bomber, trascinando il “suo” Lucento al comando della classifica a punteggio pieno.

È un giocatore devastante a livello fisico, dotato di buon passo, notevole tecnica e un senso del gol innato, ha anche grossi margini di miglioramento. Gioca di punta ma può esprimersi in diverse zone di campo dalla trequarti in su, non solo come centravanti.

Ormai lo avrete capito tutti: stiamo parlando di Gioele Conte, bomber del Lucento, società in cui milita da tre anni, dopo essere cresciuto nel Lascaris. Il suo nome è sui taccuini di tutti gli osservatori, compresi quelli della Juventus (che però non lo ha ancora chiamato). La notizia è che invece, prima delle professioniste torinesi, lo ha convocato l’Atalanta per un provino. Settore giovanile all’avanguardia da anni, la fabbrica di talenti ormai più importante d’Italia, la Dea ha messo gli occhi sul talento forse più brillante dell’annata 2007 nel nostro panorama dilettantistico: Conte ha tutte le carte in regole per imporsi anche in un contesto difficile come quello professionistico.

MERCATO - Luigi Tammaro, responsabile delle giovanili del Rosta: “Sono molto soddisfatto del lavoro fatto dai nostri allenatori, Blanc è un esterno di attacco con buona tecnica”


Grande soddisfazione per la società del Rosta, che corona il percorso di crescita del suo Settore giovanile mandando un suo giocatore nel professionismo. Si tratta di Rocco Blanc, esterno alto classe 2007, che è ufficialmente un giocatore del Torino.

Dopo una carriera che, seppur giovane, ha già vissuto tanti passaggi di maglia (Cit Turin, Union Bussoleno, Lascaris, Alpignano, Accademia Torino, da questa estate il Rosta), per Blanc ora c’è quella granata: nonostante le poche partite e i pochi allenamenti di questa travagliata stagione, il suo talento ha convinto gli osservatori del Torino, che hanno deciso di puntare su di lui in prospettiva futura.

“Sono molto soddisfatto - dichiara Luigi Tammaro, responsabile delle giovanili del Rosta - del lavoro fatto dai nostri allenatori, anche grazie a loro è aumentata la sensazione di professionalità che si vive e trasmette la nostra società. Blanc è un esterno di attacco con buona tecnica, può imporsi anche in un panorama impegnativo come quello del professionismo”.

MERCATO - Titolare nelle ultime due partite in Lega Pro, il centrale ha blindato il suo futuro con la società toscana. Un’altra soddisfazione per la società di Vinovo, dopo la convocazione di Alessandro Bianco in serie A con la Fiorentina


“La società U.S. Città di Pontedera comunica ufficialmente che, in data odierna, ha depositato un preliminare di contratto per il calciatore Pretato Mattia (classe 2002), che avrà validità dal primo di luglio 2021, con scadenza giugno 2023. All’U.S. Città di Pontedera sarà data facoltà di prolungare tale contratto fino a giugno 2024 qualora il ragazzo in questo periodo di tempo realizzi un minimo di 20 presenze. 

Tutta la società Granata ci tiene a fare i complimenti al ragazzo e augurargli tante soddisfazioni per il suo futuro!”

Con questo comunicato ufficiale, la società toscana, che milita nel campionato di Lega Pro, ha comunicato di aver prolungato il contratto con il giovane difensore (assistito dal consulente di mercato Vincenzo Catera), che ha giocato da titolare le ultime due partite di campionato.

Pretato è un altro prodotto dell’incredibile vivaio del Chisola, un altro frutto di quell’annata 2002 che sta lanciando nel calcio professionistico anche Alessandro Bianco (fresco di convocazione in serie A con la Fiorentina), senza dimenticare Gianluca Germinario e Nicolò Dagasso, punti fermi in Eccellenza, e David Arkaxhiu, appena passato al Saluzzo in serie D.

CARRIERA - Nella partita persa ieri sera dalla “sua” Fiorentina contro l’Inter, il giovane centrocampista ha vissuto la soddisfazione della convocazione in Prima squadra: dopo la Primavera e la Nazionale, un’altra grande soddisfazione


Con la maglia numero 14 della Fiorentina sulle spalle, ieri sera Alessandro Bianco ha per la prima volta calcato un campo di serie A: il giovane centrocampista è rimasto seduto in panchina nella sfida persa contro l’Inter, ma la soddisfazione della prima convocazione con i “grandi” rimane.

Talento classe 2002 esploso nel Chisola, società che ha saputo rilanciarlo dopo l’incredibile esclusione dal Torino, Alessandro Bianco sta bruciando le tappe. Alla sua terza stagione alla Fiorentina, che lo ha acquistato a titolo definitivo, è ormai un punto fisso del centrocampo della Primavera (con cui ah anche vinto la Coppa Italia) e si è meritato anche la chiamata in Nazionale Under 18, con tanto di esordio in Azzurro.

Questa settimana la convocazione con la Prima squadra, segno evidente della fiducia che l’allenatore Cesare Prandelli e tutta la società viola ripongono nelle sue qualità: il prossimo obiettivo di Alessandro Bianco è l’esordio in serie A. Non solo il Chisola, ma tutto il calcio piemontese fa il tifo perché questo sogno si realizzi al più presto.

MERCATO - Se l’interesse della società azzurra si concretizzasse, per Burruano sarebbe un ritorno in ambito professionistico, vista l’esperienza passata con la Pro Vercelli


Tre giorni di provino a Novarello: nelle giornate di martedì, giovedì e venerdì Angelo Burruano, talento classe 2006 del Pozzomaina, ha sostenuto un lungo provino con il Novara, accompagnato da Roberto Ruscone dell’Egida Soccer Agency.

Se l’interesse della società azzurra si concretizzasse, per Burruano sarebbe un ritorno in ambito professionistico, vista l’esperienza passata con la Pro Vercelli: infatti solo questa estate c’è stato il suo passaggio nel Pozzomaina di Andrea Mirasola, squadra costruita per affrontare il doppio impegno in Under 15 e sottoleva in Under 16.