Giovedì, 02 Maggio 2024
Venerdì, 06 Febbraio 2015 14:09

Alberto Gusella: "Non solo Bunino, Pro Vercelli piazza ideale per i giovani".

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Il responsabile del Settore giovanile della Pro Vercelli a 360 gradi: "Valorizziamo i dilettanti e chi non si è affermato nel professionismo di prima fascia". Sul calcio piemontese: "Siamo indietro rispetto ad altre regioni". I migliori tra i dilettanti: "Mercuri e Ligato come allenatori, Marinaccio e Bellotto come direttori". Infine, le anticipazioni sul torneo: "32 squadre, 15 straniere, tra le big c'è il Bayern Leverkusen".

Nell'ambito del calcio giovanile regionale, pochi contano come Alberto Gusella. Responsabile organizzativo del Settore giovanile della Pro Vercelli, secondo la definizione ufficiale, in realtà è il deus ex machina delle giovanili biancoscudate. Non solo, il torneo che da anni organizza in memoria del fratello Stefano è al top delle manifestazioni nazionali: quest'anno la formula un po' più “snella” promette anche uno spettacolo migliore. 



Alberto, iniziamo da una valutazione dell'annata della Pro Vercelli, al giro di boa della stagione.


“Bene, valutazione positiva. Siamo al primo anno in serie B dopo l'esperienza di due anni fa, volevamo costruire squadre competivive, per reggere l'urto del salto di categoria, e ci siamo riusciti, sebbene le squadre siano state tutte rifatte quasi da nuovo. Le classifiche ci stanno dando ragione, ma soprattutto abbiamo tanti giocatori giovani già nel giro della Prima squadra”.



Cristian Bunino ormai è un nome importante. Lo hai scoperto tu al Chisola, ha già esordito in Prima squadra a 16 anni, adesso è in Nazionale...


E lo abbiamo venduto alla Juventus. Starà qui a Vercelli ancora per un anno e mezzo, per crescere con la Prima squadra, ha già fatto tre presenze in serie B. Quanto alla Nazionale, è l'unico convocato che è di proprietà di una squadra di B. Ma non c'è solo Bunino...”



Vai, Alberto, altri nomi.


“Ernesto Starita, preso da fallimento del Padova, e Stefano Negro, che invece è da noi da qualche anno, si allenano stabilmente in Prima squadra. Poi abbiamo dato Dejan Danza al Torino Primavera, nell'ultima sessione di mercato. Da questo punto di vista stiamo facendo un ottimo lavoro, sono tanti i ragazzi che stanno facendo bene. In Primavera siamo dietro le big, negli Allievi abbiamo pagato dazio all'inizio, visto che abbiamo una mista '99 e '98, ma nel ritorno siamo cresciuti, lo dimostra vittoria con la Juve prima in classifica (clicca qui il video della partita, ndr)”.



Insomma, l'obiettivo è costruire giocatori.


“Non abbiamo possibilità economiche importanti, di conseguenza non abbiamo velleità di risultati immediati. Ma la Pro Vercelli è una societa solida, che dà opportunità ai ragazzi presi dai dilettanti, o che non sono riusciti ad affermarsi nel profesisonismo di primissima fascia. In questo senso abbiamo un rapporto importante con la Juve, ma abbiamo preso giocatori da Inter, Lazio, Roma, Catania... Allargare il nostro bacino ci permette di fare più qualità. E, aspetto fondamentale, abbiamo un parco allenatori sempre più importante, che ci permette di lavorare in prospettiva”.



I prossimi talenti su cui scommetti?


“Nomi non ne faccio, non sarebbe giusto, ma abbiamo cinque giocatori nei '98 che potrebbero far qualcosa di importante, e anche dei '97 e dei '99 di grande prospettiva. E adesso, con il direttore Varini, abbiamo preso due lituani in cui crediamo molto. C'è assoluta sinergia con la Prima squadra, ogni anno inseriamo qualche nostro ragazzo, questo è importante. La Pro Vercelli sta diventando una piazza ambita dai ragazzi, un passe partout per farsi notare e per emergere anche ai massimi livelli”.



Quello dei dilettanti, il mondo in cui sei cresciuto anche tu, è ancora un bacino importante?


“Guardo molto non solo al Piemonte, ma in Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia. Purtroppo c'è una grossa differenza tra Piemonte e altre regioni come la Lombardia, c'è sempre stata e sempre di più”.



Come mai, secondo te?


“Principalmente il numero di iscritti: più ragazzi che giocano, emergere è più difficile, più cresce la competizione più si formano giocatori interessanti. E il livello di organizzazione, ma l'aspetto demografico è quello fondamentale, secondo me”.



Come fai a coprire un territorio così vasto? Hai una rete di osservatori?


“No, non ancora, principalmente per questioni economiche, ma ci stiamo ancora lavorando, è deficit rispetto ad altre realtà importanti, stiamo lavorando per colmarlo. Purtroppo non c'è tanta competenza, e in pochi hanno voglia di scommettere su se stessi per farsi notare, anche tra gli osservatori. Per ora mi arrangio con amicizie e conoscenze, ho dei buoni agganci. E in questa fase della stagione andrò a vedere qualche partita in più”.



Basta discorsi seri, giochiamo un po'. Puoi rubare un giocatore alla Juve e uno al Toro. Chi prendi?


“C'è l'imbarazzo della scelta... Ha qualità immense il 2000 Kean, un giocatore importantissimo, ma davvero uno dei tanti alla Juve. Al Toro, direi il capitano degli Allievi, il terzino sinistro Giraudo”.



E dai dilettanti, chi prendi?


“No, qui i nomi non posso proprio farli, se no salgono troppo i prezzi...”



Giusto. Però mi puoi dire i migliori allenatori del Piemonte, sempre nelle giovanili dilettanti.


“Sono tanti, rischio di fare torti a troppi... Comunque, Andrea Mercuri del Chisola, dove sono stato tanti anni. E Ligato dell'Atletico Torino, uno che ci tiene tanto, un passionale. Ma la gestione dei rapporti calcistici ed extracalcistici, nel professionismo, cambia. Bisogna tenerne conto, se si vuole fare il salto di qualità”.



E tra i tuoi colleghi direttori?


Bava in Piemonte è un riferimento, nella Juve sono tutti di livello mondiale...”



Rimaniamo in ambito dilettante.


“Faccio due nomi tra quelli giovani, che devono ancora imporsi. Marinaccio del Chieri ha dalla sua l'età, è arrivato in una società importante, se riesce a gestire le difficoltà in qualche anno potrebbe migliorarsi ancora: diciamo che, come Ligato, deve capire in pieno le differenze tra dilettanti e professionisti. L'altro è Bellotto della J Stars, è giovane e ha voglia, con l'esperienza giusta potrebbe fare cose importanti”.



Chiudiamo con il tuo torneo, il Memorial Stefano Gusella. Tante novità in questa stagione: il torneo eliminatorio per le dillettanti, il ritorno al Chisola...


“Chisola è casa mia ed è una società importantissima, mio fratello è nato lì, sono contento di essere tornato. Il pretorneo per le dilettanti è una novità, ogni anno inseriremo qualcosa di nuovo: questa prima edizione è stata gestita molto bene dal Chisola e ha dato accesso al tabellone principale al Chieri, che ha vinto. L'altro aspetto positivo è che gli sponsor rispondono in maniera positiva, perché il Gusella sta diventando il torneo più importante d'Europa, nella categoria Giovanissimi”.



Chi partecipa quest'anno? Facci qualche anticipazione...


“Sarà un torneo con più qualità: meno squadre, 32 in tutto. Delle italiane, oltre a Juventus e Torino, ci saranno tre delle quattro squadre più importanti d'Italia, e ho dovuto rinunciare a società amiche come Sampdoria e Genoa. Ben 15 squadre, in rappresentanza di 13 nazioni, saranno straniere: una dalla California, una giapponese, una australiana, alcune scandinave, più tre squadre importantissime a livello mondiale, una tedesca, una spagnola e una francese”.



Dai, se non vuoi proprio dirci chi mancherà tra Milan, Inter, Napoli e Roma, almeno un nome delle tre big straniere in esclusiva per 11giovani.it...


“Va bene. Bayer Leverkusen”.

 

Ultima modifica il Venerdì, 06 Febbraio 2015 23:56

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