Andrea Canavese, tecnico molto giovane del Barracuda Giovanissimi 2002 ci racconterà come ha coltivato la sua passione e quali sono i suoi obbiettivi per questa stagione. Ci chiediamo come nasca il desiderio di allenare ragazzini e di essere oltre che mister di calcio istruttore di vita. Andrea Canavese ha coltivato la sua passione per il calcio fin da piccolo, andando poi a fare un percorso di studi specifico che lo ha portato a fare le sue prime esperienze. “Fin da piccolo – racconta - ho sempre inseguito il sogno di fare del calcio la mia professione, perché il calcio prima che uno sport è una scuola di vita”. Esordisce così il tecnico rossoblu che ha cominciato a fare l'istruttore alla J Stars, dove è rimasto per ben 6 anni, allenando ragazzi come Alessandro Spitale e Vittorio Continella, ora entrambi nel vivaio Juventus. È approdato al Barracuda per seguire un suo ex collega Marco Isnardi, assistendo anche alle prime difficoltà di questa società. Con il tempo però sono anche arrivate le prime soddisfazioni, soprattutto vedendo un percorso di crescita. “È una società molto valida, mi trovo molto bene e ha dei buoni progetti. Ha tutte le potenzialità per crescere e farsi conoscere ancora di più”.
Andrea Canavese si ispira a suoi maestri di calcio e ora stimatissimi colleghi come Paolo Petrucci, mister del Venaria 2002, e Andrea Comotto, mister dell'Alpignano 2002. Tecnico che dall'esperienza passata ha imparato molto e i suoi ragazzi sicuramente dovranno fare i conti con un allenatore il cui motto è “Il lavoro paga” e che è anche un po' scaramantico. Il presente ora però è a tinte rossoblu. “Alleno sia i 2002 che i 2008 qui, amo questo lavoro e ovviamente sono due esperienze e due percorsi completamente diversi da cui sto imparando molto”.
Il tecnico insieme ai suoi ragazzi è favorito per il titolo provinciale, anche se hanno sfiorato la qualificazione ai Regionali che è venuta a mancare dopo una partita con il Mirafiori persa negli ultimi minuti. “Dopo quella partita, anche se non era facile, ci abbiamo creduto fino alla fine, fino a che l’aritmetica non ci ha condannato”. Si sente un po' di amarezza nelle parole del tecnico rossoblu che ora, accantonata la delusione, spinge i suoi ragazzi a fare del loro meglio per conseguire l'obbiettivo stagionale. Bisogna dunque migliorare su alcuni aspetti, quali l'apporto offensivo e la freddezza davanti alla porta, ma per il resto Andrea Canavese spende parole positive sulla sua squadra: “È un gruppo unito e compatto, sempre presente agli allenamenti. Sono contento perché la qualità del gioco espresso è buona, solo dobbiamo essere più cattivi davanti alla porta e chiudere prima le partite. Poi ovvio che pretendo sempre di più”.
Per chi sa come lavora il giovane tecnico non si stupirebbe a sentir dire che è un allenatore molto esigente e che tiene molto alla disciplina e al rispetto reciproco tra compagni e con gli avversari, tutto ciò viene prima del calcio, una base fondamentale per poter lavorare bene. La rosa rossoblu è molto ampia, formata da 23 ragazzi, 16 nuovi, arrivati a inizio stagione. Un cambiamento radicale, ma il tecnico del Barracuda nonostante un inizio un po' turbolento ha trovato la giusta marcia e sembra gestire bene il rapporto con ognuno dei suoi giocatori. “Dico sempre ai miei ragazzi di non considerarmi né come un amico, né come un sergente di ferro, ma come qualcuno che cerca di farli crescere e migliorare. Pretendo tanto da loro perché conosco il loro valore e stanno cominciando a dimostrarmi che hanno la stoffa di una grande squadra, credo nelle loro capacità. Tutti hanno avuto la possibilità di farmi vedere quanto valgono”.
Capacità e miglioramenti che si sono potuti notare nel torneo “Campioni d'Inverno”. Il Barracuda è stata l'unica squadra del campionato Provinciale, dell'annata 2002, ad arrivare in semifinale, perdendo solo ai rigori con l'Atletico Torino, ma battendo durante questo percorso squadre molto più attrezzate. “Questo torneo ci ha aiutato ad avere la consapevolezza che con la giusta mentalità possiamo giocarcela con le squadre più forti di Torino, e arrivare lontano. La partita perfetta è stata quella dove abbiamo battuto il Borgaro, una grande squadra, i ragazzi hanno dimostrato a me e a loro stessi che se giocano uniti fanno ottime prestazioni”.
Andrea Canavese, come ci fa ancora notare, preferisce parlare del collettivo e non dei singoli anche se ammette che nella sua squadra ci sono molti giocatori validi, ma di chi si tratta, rimarrà un segreto a tinte rossoblu. “La mia volontà è quella di fare il triennio con loro e regalarci qualche soddisfazione perché stiamo lavorando molto”. Conclude così il tecnico rossoblu che vorrebbe togliersi la soddisfazione di giocare la finale con il Lucento. Un Andrea Canavese ambizioso che crede in tutti i suoi ragazzi e sogna il trionfo, ma non diciamolo troppo presto, per scaramanzia…