Sabato, 23 Novembre 2024
Venerdì, 03 Marzo 2017 07:54

Giovanissimi fascia B Torino - Il Pecetto crede nel terzo posto, Roberta Cecconello: “Spero in risultati inaspettati, i ragazzi se lo meritano”.

Scritto da Alice Varraso

L'INTERVISTA - Primo anno con i 2003 per l'allenatrice che trova un gruppo molto unito, ma con poca autostima su cui bisogna lavorare tanto

La storia di Roberta Cecconello ci ricorda un po' quella di Jess nel film “Sognando Beckham”. È ora una delle poche allenatrici del Settore giovanile. Appassionata di calcio fin da piccola grazie ai suoi amici maschi che le hanno trovato il ruolo perfetto: l'attaccante. Roberta Cecconello le buttava dentro tutte e così è andata a giocare al Toro con cui per un paio di volte ha provato l'ebbrezza della panchina della serie A. Da allenatrice è entrata in un mondo  per la maggior parte maschile, trovando anche le sue soddisfazioni.

Buonasera mister, com'è nata questa passione per il calcio e quali sono state le sue prime esperienze?
“Credo di aver cominciato prima a dare un calcio al pallone che a camminare. Sono appassionata fin da piccola, nel mio paese c'erano molti maschi e giocavano a calcio. Io non volevo stare a casa da sola quindi ho cominciato a giocare con loro, in attacco. Pensavano che non facessi danni, invece le palle finivano tutte in rete e da lì ho voluto sempre di più praticare questo sport. Il problema era che mio papà non voleva che io frequentassi una Scuola calcio. I miei vicini, due maschi, andavano ad allenarsi con la squadra del paese e quando tornavano mi insegnavano cosa avevano fatto”.

Alla fine è riuscita ad andare a giocare e a fare anche l'allenatrice, ci racconti.
“Io giocavo all'oratorio e un giorno era venuto un selezionatore e mi ha visto. Avevo 13 anni e così feci il provino al Toro, dove giocai fino ai 18 come terzino destro, nonostante fossi un attaccante. Ho scaldato la panchina della serie A due o tre volte. Poi sono andata a giocare al San Giuseppe Riva fino a 33 anni. Ho smesso dopo un infortunio, eravamo ad Asti e ho lesionato i legamenti della caviglia, me lo ricorderò sempre. Da lì ho cominciato ad allenare, sono stata 5 anni al Pino, 2 stagioni a Trofarello e adesso sono quasi 8 anni che sono qui a Pecetto”.

Cosa vuol dire essere un'allenatrice donna?
“Beh non è facile, è un mondo per lo più maschile, anche se adesso sta cominciando a cambiare qualcosa. All'inizio è stata dura sia per l'inesperienza, sia perché da mister devi fare un lavoro più completo: devi impostare allenamenti in modo che capiscano e si divertano allo stesso tempo, e correggere gli errori durante la partita. Poi ho un po' di limiti essendo una donna, tipo non posso entrare negli spogliatoi quando fanno la doccia, ma quello non è un problema, ci sono Andrea Deorsola e Alessandro Fasano che mi aiutano molto, anche a gestire la squadra”.

Ha detto che è a Pecetto da 8 anni, si trova bene immagino
“Sì certo che mi trovo bene, ci sono problemi che hanno tutte le società. Siamo un paesino, ci manca qualche annata del Settore giovanile, però piano piano stiamo cominciando a farci conoscere. La società mi dà fiducia e crede in me e io le mie piccole soddisfazioni le sto avendo”.

Parliamo ora della sua squadra: cosa c'è da migliorare?
“Li ho presi quest'anno, diciamo che da sempre il passaggio dalla Scuola calcio al Settore giovanile è il momento più critico. È un gruppo unito, c'è molto spirito di squadra e si completano: c'è chi ha più grinta, chi più tecnica e così via. Sicuramente quello che devono migliorare è la loro autostima, mi fido più io di loro e so più io fin dove possono arrivare. Poi bisogna sempre curare i dettagli”.

Qual è il suo rapporto con i ragazzi?
“Il mio rapporto con loro è buono, mi piace stare in loro compagnia. Sono sempre un'educatrice perciò devo comportarmi come tale, poi con loro devo avere un comportamento molto duro e i due ragazzi mi aiutano anche su questo”.

Per concludere, che obbiettivo vi siete posti per questa stagione?
“Diciamo che volevamo arrivare tra le prime tre. Poi un u po’ perché condizionati dalle decisioni arbitrali e un po' perché noi non siamo riusciti a ribaltare queste partite, non so quale sarà la nostra posizione alla fine del campionato. Sta di fatto che i miei ragazzi devono dimostrare voglia e  determinazione, poi dobbiamo sperare in risultati inaspettati per raggiungere il nostro obbiettivo”.

Letto 2007 volte Ultima modifica il Venerdì, 03 Marzo 2017 08:51

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