Riccardo D’Ippolito è un giocatore del Torino, di nuovo. Già nella scorsa estate infatti Riccardo aveva vestito il granata quando era andato in ritiro con la squadra di Luca Mezzano; poi la scuola, le scelte di Riccardo e quelle della società di Cairo, avevano riportato il numero 10 nel suo Atletico Torino.
“Martedì sera mi ha chiamato il presidente Arcella – racconta D’Ippolito – dicendomi che Bava voleva fare due chiacchiere con me. Io ovviamente ho detto che andava bene e il giorno dopo ci siamo incontrati all’Olimpico e abbiamo firmato il contratto, un prestito fino a giugno”. Fino al 30 giugno dunque l’ex capitano dell’Atletico Torino sarà del Toro che ha su di lui il diritto di riscatto: “Spero che possano confermarmi, sarebbe bellissimo giocare gli Allievi nazionali nella prossima stagione” ammette Riccardo.
La partita di ieri vinta dai ragazzi di Petrucci contro il Castellazzo è stata quindi l’ultima partita giocata dal campione regionale con la maglia bianco-blu, almeno per questa stagione: “Sono felice di aver lasciato la squadra con una bella vittoria, il secondo 5 a 1 consecutivo dopo quello con la Cbs. Cosa mi mancherà dell’Atletico? Tutto – risponde senza pensare – dai compagni fino all’ultima persona che ci lavora. Sono stato 6 anni…” e poi aggiunge: “Ma tanto andrò a vederli spesso, giocando di sabato pomeriggio non dovrei avere problemi con le mie partite”.
Dopo aver speso queste belle parole per la società che lo ha fatto grande, Riccardo esprime la sua felicità per l’opportunità che gli è stata offerta: “Sono contento, come potrei non esserlo. Penso sia il sogno di tutti vestire la maglia della squadra per cui fai il tifo”. E poi ammette: “Non ho nessun problema a tornare dopo quest’estate, anzi. E’ passato del tempo e sono pronto per dare il mio massimo. Ad agosto mi sono allenato per due settimane, conosco già un po’ l’ambiente e qualche compagno. Poi ritrovo De Pierro, mio compagno all’Atletico quando eravamo Esordienti, e Romagnoli che si è ripreso dall’infortunio”.
Infine D’Ippolito, campioncino dentro e fuori dal campo, non si dimentica di chi lo ha aiutato a diventare il giocatore che è: “La prima persona che ho chiamato è Rosario Ligato, sono molto legato a lui e penso di dovergli molto. E’ stato fondamentale per la mia crescita, mi ha trasformato da centrocampista ad attaccante, devo a lui la fame che ho di segnare”.